Fonte: Il Manifesto
I costituzionalisti contro Rosatellum e sistema attuale
di Andrea Fabozzi, – 2 ottobre 2017, il manifesto
Il Rosatellum-bis, l’ultima versione di legge elettorale proposta dal Pd e appoggiata da Forza Italia, Lega e centristi, comincia questa mattina il suo percorso in commissione alla camera circondata dallo scetticismo. Tant’è che l’assemblea del coordinamento per la democrazia costituzionale che si è riunita ieri a Roma, e che tiene assieme i comitati che hanno vinto contro la riforma costituzionale – nel referendum – e contro l’Italicum – in Corte costituzionale – ha espresso preoccupazione per la delicatezza del passaggio. Preoccupazione, cioè, che proprio quando nessuno se lo aspetta (più), il parlamento possa riuscire a superare trappole e voti segreti e ad approvare una legge elettorale anche peggiore, si sostiene, delle precedenti e naufragate proposte. È difficile. Difficile perché anche tra i partiti che sostengono questo sistema che rovescia le percentuali del Mattarellum tra seggi assegnati nei collegi uninominali (adesso il 63%) e nel proporzionale con le liste bloccate (37%), ma vieta il voto disgiunto, non si contano le prese di distanza. Non ufficiali e legate a convenienze più che a convinzioni (è evidentemente una legge che favorisce Berlusconi e la Lega), dunque fatte apposta per venire fuori nei voti segreti. Che in aula alla camera saranno la maggioranza. Oggi comincia l’esame degli emendamenti in commissione, ma il momento della verità arriverà a partire dalla prossima settimana, quando la proposta passerà all’assemblea. I partiti apertamente contrari – M5S, Mdp, Sinistra italiana – hanno presentato in commissione e confermeranno in aula emendamenti studiati per un appoggio trasversale, dal ritorno delle preferenze al voto disgiunto, dall’abolizione delle pluricandidature al rafforzamento delle coalizioni. Nell’assemblea di ieri, i professori Zagrebelsky, Villone, Pace, Carlassare, Calvano hanno a lungo spiegato perché il Rosatellum-bis potrebbe essere un’altra legge incostituzionale (la terza di seguito, nel caso). Insistendo molto sull’eccesso di parlamentari «nominati» dai capi partito grazie alle liste bloccate e alle pluricandidature. Fino all’80% di «nominati», secondo i calcoli del senatore Fornaro di Mdp. Mentre l’avvocato Besostri, al termine di un incontro tra gli avvocati che hanno portato in Corte costituzionale l’Italicum, ha detto che si possono ancora sottoporre alla Consulta sia l’attuale disomogeneità tra i sistemi elettorali di camera e senato che alcune norme che il Rosatellum-bis eredita dall’Italicum, addirittura prima delle prossime elezioni politiche. Pare un azzardo, intanto tra la metà e la fine di ottobre quattro tribunali dovrebbero decidere se accogliere o meno i ricorsi e dunque i sospetti di incostituzionalità. L’assemblea del coordinamento ha ribadito la richiesta – già avanzata con una petizione popolare presentata in parlamento – di una legge elettorale finalmente costituzionale. Ma il problema, a ridosso della fine della legislatura, resta. Perché se pure si riuscirà a fermare il Rosatellum-bis (e il documento finale approvato ieri contiene un appello alla mobilitazione dei cittadini, anche se a questo punto è più agevole confidare nei franchi tiratori) resterà in piedi il sistema disomogeneo tra camera e senato che viene fuori dalle due sentenze della Corte su Porcellum e Italicum. Come dire che scansata la brace resta la padella.
In conclusione, nel documento dell’assemblea sono entrati alcuni punti propositivi – si chiede una legge senza premi di maggioranza, senza capilista bloccati e pluricandidature, a impianto «sostanzialmente proporzionale». Qualcosa in meno delle proposte avanzate nel dibattito da Pertici, che immagina sette correzioni all’impianto attuale (niente premio alla camera, niente coalizioni al senato, un’unica soglia al 4%, via i capilista bloccati e le pluricandidature, preferenze di genere e collegi più piccoli al senato). O da Azzariti, che più prudentemente si limita a proporre il minimo indispensabile: l’allargamento anche al senato dell’Italicum senza il premio di maggioranza.
Il pool di avvocati anti Italicum pronto a un nuovo ricorso
2 October 2017, Il Fatto Quotidiano
Non c’è due senza tre: Felice Besostri e il coordinamento degli avvocati Antitalikum si sono rimessi al lavoro. Nel mirino stavolta c’è il cosiddetto Rosatellum 2.0, la legge elettorale per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria che il Parlamento si prepara a discutere nelle prossime settimane. Secondo Besostri, l’avvocato che ha promosso i ricorsi alla Consulta che hanno fatto cancellare prima il Porcellum e poi l’Italicum, saremmo di fronte all’ennesimo sistema elettorale destinato alla bocciatura della Corte: “La maggioranza solo numerica del Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale”. Il coordinamento Antitalikum ha annunciato di esser pronto a “portare all’attenzione alla Consulta eventuali profili di incostituzionalità del Rosatellum 2.0”.
Per Besostri gli aspetti critici del sistema nato sull’asse Pd-Forza Italia sono evidenti: “Se non viene cambiato almeno il voto congiunto tra candidato uninominale e lista proporzionale bloccata, il Rosatellum bis farà la stessa fine di Porcellum e Italicum”.
Legge elettorale, costituzionalisti pronti a sollevare eccezioni: “Rosatellum 2.0? Inaccettabile, quasi tutti i parlamentari sarebbero nominati”
Angela Gennaro, 2 October 2017, Il Fatto Quotidiano Online
Bisogna “preparasi sin da ora a sollevare eccezioni di costituzionalità sulla legge elettorale che arriverà in aula il 10 ottobre”, diceAlfiero Grandi[], vice presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale nel corso del convengo sul tema della legge elettorale dopo il voto del 4 dicembre 2016 a cui hanno preso parte tra gli altri, i costituzionalisti Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Pace.
Il Rosatellum 2.0 è “della serie: piccole limature dell’Italicum e del Porcellum”, dice il costituzionalista Massimo Villone. “Non è accettabile. Tutti i parlamentari o quasi tutti sarebbero nominati”. “Rosatellum, vinellum, sempre ubriacatura è”, chiosa Antonio Di Pietro. “Viene proposto perché quelli che stanno nella stanza dei bottoni si vogliono prendere i loro fedeli. E dopo le elezioni darà vita ad accordi contro natura”.
La questione più urgente “è ottenere l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la Camera e per il Senato”, aggiunge Felice Besostri, Coordinatore degli avvocati Antitalikum, “armonizzazione che richiede in via prioritaria l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera con il 40% dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso del Senato fissate all’8% e la 20% a fronte di un 3% alla Camera”.
“Rivendichiamo con forza il risultato del referendum del 4 dicembre”, dice ancora Grandi. “Troppi stanno cercando di farlo dimenticare”.
Il ritorno dei “professori”, dopo il No al referendum (e all’Italicum) pronti a mobilitarsi anche contro il Rosatellum bis
Barbara Acquaviti, l’Huffpost, 2 October 2017
Lo spirito è quello del “non c’è due senza tre”. Dopo Porcellum e Italicum i “professori” – gli stessi che capeggiarono il comitato del no al referendum del 4 dicembre – sono pronti a mobilitarsi anche contro il Rosatellum bis.
Riuniti in un convegno a Montecitorio annunciano ricorsi per incostituzionalità, perorano la causa del proporzionale e lanciano la sottoscrizione di un appello “per una legge elettorale costituzionale”.
Il testo all’esame del Parlamento, un sistema misto di proporzionale (64%) e collegi uninominali (36%), comincia martedì il suo iter con i primi voti in commissione. L’approdo nell’aula di Montecitorio è previsto per il 10 ottobre e, visto che a sostenerla sono Pd, Forza Italia, Lega e Alternativa popolare, i numeri per approvarla, sia alla Camera che al Senato, ci sono tutti.
Eppure, nei palazzi della politica, regna un generale scetticismo: un po’ per le divisioni nei partiti, un po’ perché troppo fresco è il ricordo del naufragio del tedesco a giugno, in pochi sembrano pronti a scommettere che il Rosatellum bis supererà indenne i molti voti segreti previsti durante l’iter in aula.
I professori del “Coordinamento per la democrazia costituzionale” – avvocati, giuristi e costituzionalisti – sospettano però che la verità sia un’altra e che sia in corso una grande opera di “disinformatia”. L’avvocato Felice Besostri, promotore dei ricorsi contro l’Italicum, lo dice esplicitamente. “Io non vorrei – sostiene – che questa fosse una classica tecnica di disinformazione, dicono che non riescono ad approvarla così non si riesce a organizzare una mobilitazione. Io penso invece che forse hanno in animo di approvare una legge incostituzionale alla vigilia delle elezioni in modo che non ci sia il tempo per fare ricorso”.
Per questo, quella di tornare alla Consulta è considerata più che un’idea. In particolare, viene contestata l’impossibilità del voto disgiunto. Peraltro, spiega Besostri, ci sarebbe una via giuridica molto rapida: ci si potrebbe “agganciare” ad alcuni procedimenti già presentati, su cui i vari tribunali di competenza saranno chiamati a decidere entro dicembre, sfruttando il fatto che la norma che nel Rosatellum viene estesa a tutta Italia, è già presente nell’Italicum per il Trentino Alto Adige. “Sarebbe – osserva l’avvocato – la terza legge elettorale incostituzionale e la seconda fatta da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale. Se non viene profondamente modificato almeno nel punto del voto congiunto farà la stessa fine del Porcellum e dell’Italicum”. “Noi – aggiunge Alfiero Grandi – non facciamo i bookmaker, ma dobbiamo essere pronti a tutte le possibilità. Per questo, lanceremo una campagna di informazione e avvieremo una mobilitazione che sia la più ampia possibile”.
Per i professori del Comitato – al cui convegno sono intervenuti anche il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, il senatore di Mdp Federico Fornaro e il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni – il sistema elettorale migliore è quello proporzionale, l’unico in grado di garantire rispondenza – dicono – tra la volontà del popolo e la rappresentanza. “Con il sistema maggioritario – sostiene Massimo Villone – i partiti vengono dissolti. Il Mattarellum ha fatto il suo mestiere ma ha portato a una frantumazione del sistema politico del Paese e allora noi su quella strada non ci dobbiamo tornare”.
Gustavo Zagrebelsky invita anche a rigettare l’obiezione di chi antepone a tutto il resto il concetto di “governabilità”. E lo fa con una discettazione semantica. “Siamo stati tutti ingannati – spiega – perché nell’uso che se ne fa, questa parola indica la capacità di governo. Questa riguarda invece i cittadini e la nostra attitudine a essere governati. Io non voglio una legge che ci renda facilmente governabili io voglio governare. È una truffa lessicale. Non siamo una mandria di mucche”.
2 commenti
Porcellum + Mattarellum + Italicum = Rosatellum Bis !!!!
Questa nuova legge elettorale è la peggiore di tutte. In Italia stanno togliendo la dignità al nostro diritto di voto.