I costituenti hanno lavorato per costruire istituzioni democratiche

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Romano Lorenzo
Fonte: Politicaprima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2016/09/il-clima-unitario-dei-costituenti.html

di Lorenzo Romano –  18 settembre 2016

IL CLIMA UNITARIO DEI COSTITUENTI

Renzi Berlusconi costituenti Alla fine degli anni sessanta, al ritorno dai corsi serali della Statale di Milano mi fermavo a Piazza Duomo dove diversi capannelli di persone parlavano di politica.

Il confronto era animato e malgrado l’esagitazione degli interventi non si arrivava mai all’offesa personale. Questi confronti erano giornalieri e in caso di maltempo da Piazza Duomo i capannelli si spostavano sotto l’adiacente Galleria. Io passavo da un capannello all’altro limitandomi all’ascolto.

MilanoAgli inizi degli anni settanta, per un insieme di fattori, fui rapito dalla militanza politica attiva. Ho usato il termine “rapito” per descrivere il pieno impegno che mi ha costretto a diverse rinunce personali. Dopo molti anni, senza rimpianti, ho dovuto lasciare perché non condividevo alcune trasformazioni per molti ritenute ovvie. Non ho abbandonato l’interesse per la politica, anzi, libero da qualsiasi condizionamento analizzo gli avvenimenti con più oggettività. Il confronto con gli altri, dai capannelli della piazza, si è trasferito nella rete che raggiunge le piazze di qualsiasi città.

E PoliticaPrima rappresenta una immensa agorà dove ci si può liberamente confrontare. A differenza dei capannelli, su certe tematiche si assiste ad un confronto fra tifoserie. Molti non condividendo le idee degli altri cercano di smontarle con la supponenza o con le offese. Anche se questo accade con maggiore frequenza su Facebook che non direttamente sul blog. Non ho alcuna intenzione di fare moralismo e non intendo rinunciare, come hanno fatto alcuni, a continuare ad esprimere le mie idee sempre nel rispetto di coloro che la pensano diversamente.  Vorrei partire dai fatti romani per esternare la mia idea di politica.

Fatela lavorare raggi renzi-2L’attenzione quasi morbosa dell’informazione sui preliminari della giunta capitolina dimostrano la volontà di demolire, nel nascere, una qualsiasi novità che potrebbe mettere in crisi un sistema basato sulla speculazione e affari criminali. Virginia Raggi ha capito che per eliminare le sacche di inefficienza della macchina burocratica comunale e delle aziende municipalizzate ha bisogno di elementi esperti che conoscono bene il meccanismo di quegli apparati. La scelta della Raggi di scegliere gli esperti al di fuori del M5S ha scatenato le reazioni di personaggi di rilievo all’interno del movimento.

Questa ingerenza sta indebolendo la figura della neo eletta che rappresenta la speranza della stragrande maggioranza dei cittadini.  La questione romana, con l’augurio che con il dovuto tempo dia concrete risposte ai problemi della città e dei suoi abitanti, ci porta a considerare come possa essere governato il Paese.  Sono convinto che, da sola, una forza politica non potrà mai ribaltare il sistema con l’ambiziosa prospettiva di eliminare qualsiasi diseguaglianza, potrà solamente amministrare l’esistente con il rischio di aggravare la situazione.

Da questo rischio non è escluso nessuno dei possibili vincitori alle prossime elezioni. Il risultato per garantire una maggioranza dovrà essere drogato con il premio di maggioranza che nella consistenza esprime una minoranza.  Attualmente, nelle intenzioni di voto, Il PD e il M5S sono appaiati, segue la coalizione di forze eterogenee di destra. Assieme rappresentano circa il 90% di quelli che votano, circa il 55%.  La forza politica che vincerà le elezioni non riuscirà a raggiungere il 25% del totale degli aventi diritto al voto.

NO Si referendumNel futuro, con il combinato disposto legge elettorale e riforma costituzionale, se al referendum prevale il SI, avremo governi minoritari con ampi poteri. Se prevale il NO, occorre una legge elettorale che garantisce la maggioranza nelle due Camere. Il deficit di rappresentanza rimane inalterato e a lungo andare disertare le urne può diventare una patologia anche letale per la democrazia.

NO Si referendumFra quelli che non votano gli indifferenti sono pochi, la maggior parte è gente delusa che non ha fiducia negli attuali soggetti per diverse ragioni: dalla questione morale all’assenza di una progettazione politica credibile.  Un buon politico non rapporta il suo successo a sterili percentuali ma alla consistenza della base elettorale, più ampia è la partecipazione più si consolida la sovranità popolare. Tutti quelli che mirano al successo elettorale senza tenere in considerazione il dissenso dei non votanti utilizzeranno il mandato per continuare a governare nel solito modo, e le promesse di cambiamento? Pura demagogia!

Se anche noi seguendo la logica che la ragione sta solo da una parte, consideriamo nemici tutti quelli che la pensano in modo diverso oppure riteniamo disonesti tutti quelli che votano altre forze politiche rafforziamo quel tipo di politica manovrata dalle forze economiche.

La divisione ci indebolisce mentre il sistema si rafforza. La mia non è una prospettiva di governo di coalizione ma una unità di azione su un progetto per trasformare l’Italia in una nazione dove eguaglianza e giustizia sociale, previsti dalla Costituzione, siano al primo posto. Si dovrebbe creare il clima unitario dei costituenti, l’impresa è difficile. Quei politici erano colti e illuminati quelli attuali lo sono meno o per niente.

re-na

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