COSCIENZA  DA  SVEGLI  E COSCIENZA  DI  SONNO

per Filoteo Nicolini

COSCIENZA  DA  SVEGLI  E COSCIENZA  DI  SONNO

Sul supplemento Domenica del Sole 24 Ore del 28 agosto c’è in interessante articolo dal titolo Sogno o son desto, forse è lo stesso. Scritto da Luigi Sampietro, recensisce il libro “Storia del sonno” di Karoline Walter. Il libro è un viaggio tra letteratura, mito e scienza dedicato al  dormire, all’alternanza sonno veglia e i suoi innumerevoli aspetti nella vita di ogni giorno. Nel mito sono tanti i riferimenti al sonno, e poi il sonno è parodia del al di là in attesa del prossimo risveglio, fino al sonno dei profeti che ricevono premonizioni e visioni. Sono vari spunti per  riflettere e ne scelgo uno fra tanti: gli stati di coscienza nella nostra giornata terrena, diversi e alterni a seconda dell’esperienza che stiamo attraversando.

E’ necessario comprendere come viviamo durante il giorno e scoprire che non trascorriamo completamente da svegli tutta la giornata, anzi. Alcune esperienze le viviamo nella piena coscienza sveglia ed allerta, come nelle immagini mentali scatenate dalle percezioni. Ma altre le passiamo in uno stato paragonabile al sonno, alla coscienza ottusa, anche se siamo in piedi ed attivissimi!

Siamo esseri di pensiero, sentimento e volontà. Ma è solo nel pensiero che siamo realmente svegli e vigili; nei sentimenti altalenanti ci troviamo in una coscienza simile a quella dei sogni, che si compongono e disfanno in un baleno; nella volontà poi la coscienza è equivalente al sonno profondo, anche quando esercitandola portiamo la spesa, saliamo le scale, muoviamo un arto. Proprio così! Naturalmente, sappiamo quello che stiamo facendo, ma è un sapere, essere informati. La volontà rimane oscura, ne abbiamo coscienza ottusa, equivalente al sonno profondo.

Non sperimentiamo direttamente la volontà, ma solo indirettamente attraverso le rappresentazioni che di essa facciamo, appunto, nella sfera del pensiero. Ma la coscienza della volontà nel suo misterioso agire ci sfugge. Di un atto di volontà sappiamo la intenzione iniziale e poi sappiamo l’immagine che ci rappresenta l’atto compiuto, ma è un sapere, un pensare. Non abbiamo coscienza dei processi fisiologici e metabolici intermedi, non sappiamo che cosa si agita in noi quando la volontà scaturisce con la sua azione dominante nel mondo fisico.

Si sperimenta il volere in modo del tutto diverso dal rappresentare. Si sperimenta il volere pressa poco come una superficie nera inserita in un campo colorato. In una zona in cui non vi sia colore, si “vede” qualcosa perché da essa non giungono impressioni, contrariamente a ciò che la circonda e da cui invece arrivano impressioni. Ci si “rappresenta” il volere perché nell’ambito delle esperienze rappresentative si inserisce in certi momenti e in certi punti una non-rappresentazione.

Mentre l’attività concettuale ha il suo fondamento corporale nel cervello e le appendici nervose, l’attività volitiva si basa in processi che hanno la loro parte corporale nei muscoli, arti e metabolismo. Si osserva che la volontà agisce di forma incosciente e legata a processi vitali.

Mentre siamo “desti”  nei confronti del nostro capo, noi “dormiamo” nel sistema delle membra. La nostra volontà in realtà agisce come se dormisse. Noi abbiamo infatti solo la rappresentazione di ciò che vogliamo. Quando si ha la rappresentazione “io muovo la mano”, nessuno ha la coscienza di come tutto ciò sia connesso con l’organismo, di come ciò si svolga nel sub cosciente, proprio come i processi di sonno.

Facciamo un altro passo e vediamo di caratterizzare il nostro stato di coscienza nel polo della percezione. Nei sensi stiamo dentro il mondo, sia interiore che esterno, agiamo nelle cose, le lasciamo agire su di noi, le afferriamo. Un odore sgradevole mi fa tappare le narici, un’immagine mi seduce e mi avvicino, un ambiente troppo caldo mi fa allontanare. Si intuisce che la misteriosa volontà è in azione nei sensi, c’è volontà in azione per rispondere al mondo. Il polo opposto della conoscenza si dà immediatamente quando mi “allontano” dalle cose, mi rendo indipendente, le lascio lì e le rappresento.

Questa alternanza è rapidissima: percezione-rappresentazione-percezione-rappresentazione, e così via. E’ un immedesimarsi e un separarsi continuo, ripetuto, rapidissimo. È l’alternanza tra stato di veglia lucida nella rappresentazione e lo stato ottuso e passivo della percezione.

Ma siamo “passivi” allo stesso modo nei sensi? Tra il senso dell’udito e quello del linguaggio siamo molto più svegli; tra il movimento e l’equilibrio siamo molto addormentati. Quindi tra parola e udito c’è il massimo dell’attenzione, le orecchie per così dire sono sempre attente e spalancate! Gli occhi vedono i colori, se aperti, ma con una coscienza appena più attenuata.

Possiamo dire che tutto ciò che è luce, suono e anche calore si presenta chiaramente alla coscienza.

In questa sommaria indagine, anche per avvicinarci alla natura della materia dobbiamo considerare i diversi stati di coscienza, osservare con attenzione. Basta poco per scoprire che viviamo nella materia con la coscienza addormentata col nostro essere completo durante tutta la giornata! La coscienza che abbiamo della materia e del peso è la stessa coscienza ottusa e addormentata con cui viviamo con la nostra volontà. Sappiamo della esistenza della forza perchè noi stessi dobbiamo esercitare forze per muovere il nostro corpo. Ricorriamo continuamente a atti volitivi, a forze che sorgono misteriosamente in noi e che applichiamo per muovere il corpo. Ora proprio muovo il braccio, sposto la sedia, mi alzo.

Prendiamo un oggetto pesante, lo sosteniamo nella mano, alziamo ed abbassiamo più volte, osservando attentamente questi gesti che pur sono comunissimi nella vita di tutti i giorni.

L’esperienza di mettere in movimento un corpo inerte, ovvero l’esperienza della forza che dobbiamo esercitare per superarne la resistenza, già ci avvicina alla natura della materia. Questa forza che  applichiamo continuamente ai corpi materiali che ci circondano nella vita di tutti i giorni, è frutto diversificato della nostra….volontà applicata.

Ergo, materia e forza appartengono a una sfera di cui ho coscienza ottusa, addormentata. Ne ho una coscienza opaca, ed è a questa regione dell’anima a cui dobbiamo ricorrere per inquadrare i fenomeni della materia e quelli elettrici che ad essa sono legati. Può sembrare astrusa la associazione tra la sfera della volontà da un lato e quella della materia e dell’elettricità dall’altro, ma è così. Deve ora farmi ben riflettere il fatto che mentre percepisco perfettamente la luce, il suono, il calore, la Natura non mi ha dotato di un senso che percepisca l’elettricità. Essa per sua natura appartiene ad una regione ottusa della coscienza.

Siamo veramente svegli, nel vero senso della parola, solo nel mondo dei sensi perchè è unito alla vita di rappresentazione. Siamo dormienti, anche rispetto allo stato di veglia, in relazione alla vita dei sentimenti perchè in realtà li viviamo come in sogno. Ma soprattutto siamo dormienti riguardo alla vita volitiva, nella quale dormiamo completamente. Così lo stato di sonno si estende fin nello stato di veglia.

E durante il sonno riparatore? Ne parleremo in un prossimo articolo.

FILOTEO NICOLINI

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