Giuseppe Conte ospite di Zona bianca, su Rete4 (video), parla per la prima volta da quando è stato ufficializzato il ritorno alle urne e non chiude la porta a chi vuole “condividere con noi o confrontarsi con noi”. Ma sulle responsabilità per la fine del governo chiarisce: “M5s lineare e coerente, non confondiamo con gli altri protagonisti”. E ribadisce: “Fino all’ultimo abbiamo pensato di poter rinnovare la fiducia”, ma da Draghi “abbiamo subito un’umiliazione immeritata”
Finita l’esperienza di governo, nel “campo largo” si raccolgono i cocci: l’alleanza Pd-M5s si è ridotta in macerie in pochi giorni, quelli che hanno portato alla fine del governo Draghi. E ora emerge la volontà da parte dei dirigenti Pd di archiviare velocemente questa ipotesi. “Noi siamo una forza progressista“, dice Giuseppe Conte, ospite di Zona bianca, su Rete4, (Video: https://fb.watch/eqcdctwy0r/ ) citando “la giustizia sociale, la transizione ecologica e digitale“. E aggiunge: “Chi vuole lavorare su queste misure, può ritrovarsi a condividere con noi, o a confrontarsi con noi. Poi spetterà al Pd fare le sue scelte“. Un modo per dire che i Cinquestelle rimangono fedeli ai loro temi, semmai è il Partito democratico a voler cambiare rotta. Il leader del M5s parla per la prima volta da quando il ritorno alle urne è stato ufficializzato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conferma la volontà di presentarsi alle elezioni “come leader del Movimento”. E sulla eventuale composizione di una coalizione, ributta la palla nel campo di Enrico Letta, che invece a In Onda Estate, su La7, usa parole che appaiono definitive: “Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata”.
“Noi non facciamo delle tattiche prendendo in giro, o giochi di palazzo”, rivendica il leader dei Cinquestelle. Che poi spiega: “Noi ci siamo linearmente presentati in Parlamento chiedendo al premier Draghi di definire un’agenda dicendo le misure da adottare, di chiarirlo pubblicamente, nel confronto con le altre forze politiche. Non era mica una questione personale. Dopodiché il presidente Draghi è stato sprezzante con noi, veramente molto aggressivo, incomprensibilmente e ingiustamente”. “In più – aggiunge Conte- sono intervenute le altre forze politiche, Lega e FI in particolare, che hanno chiesto due cose: andiamo avanti solo se il M5s viene sbattuto fuori dalla maggioranza; vogliamo il rimpasto, che significa nuove poltrone”.
Quindi, è il ragionamento di Conte, con Mario Draghi “non c’è nessun personalismo. Quando sono uscito da Palazzo Chigi con il sorriso, gli ho lasciato 15-20 report sui dossier più importanti, volevo metterlo nella condizione di poter già operare nell’interesse del Paese il giorno dopo, e non è mai successo nel passaggio da un presidente all’altro“. A chi gli domanda se c’è qualche problema con il premier, Conte replica: “Andrebbe chiesto all’ospite che manca in questo momento. Per quanto mi riguarda, non è mai stato un fatto personale – ribadisce – lo dimostra che il M5s è stata la forza che più ha lavorato in Parlamento, non ha mai attaccato gratuitamente gli avversari o i compagni di maggioranza”.