Conte: “I traditori non ci rompano… ”. “Non è facile accettare la regola dei due mandati che va contro la natura umana”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Ilaria Proietti
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Per un giorno Giuseppe Conte ha lasciato da parte la pochette d’ordinanza e pure l’aplomb. Sarà perchè Luigi Di Maio in tv, invece di parlare dei sondaggi impietosi per la sua nuova creatura, continua a prenderlo di petto. Ma ieri il leader dei 5 Stelle s’è soprattutto tolto qualche sassolino dalle scarpe con gli ultimi che hanno lasciato la casa madre: ministri, capigruppo, sottosegretari “che hanno avuto tutto dal Movimento e sono arrivati dove sono grazie ai principi e alle regole del Movimento”. E il pensiero corre a Federico D’Incà o Davide Crippa che hanno detto addio a muso duro. “Non è facile accettare la regola dei due mandati che va contro la natura umana – ammette Conte – . È difficile mantenere la parola data e seguire un percorso di coerenza. Bisogna essere spiriti forti, nutrirsi costantemente dei propri ideali, avere una visione che si mantenga alta sui principi e non scada nella bassa corte degli affari personali” ha scritto su Facebook all’indirizzo di coloro che per “giustificare il loro tradimento ci riversano addosso i medesimi veleni e le medesime accuse che i nostri avversari ci rivolgono da tempo”. E dunque “che vadano liberi, in pace, a cercarsi una nuova collocazione. Ma non ci rompano le scatole”.

Ma la giornata è densa: prosegue con l’incontro con gli attivisti collegati via zoom dalla sua Puglia, ma poi ci sono anche i sardi e soprattutto i campani che ieri si sono svegliati con l’indiscrezione di stampa che Roberto Fico nientemeno starebbe per saltare il fosso, vittima delle lusinghe del Pd via Sinistra Italiana, indiscrezione smentita dallo stesso presidente della Camera: “Volevo dirvi – ha rassicurato tutti intervenendo all’assemblea regionale del M5S Campania – che io ci sono. Continuiamo a lavorare insieme per il nostro territorio”. E così Conte può lodarlo tra gli “eroi”, quelli che pur non potendosi ricandidare hanno offerto il loro aiuto. Come pure Alfonso Bonafede che pone fine alla telenovela che in molti avevano innescato subito dopo la scissione di Di Maio&C. ossia che fosse pronto a passare armi e bagagli come pezzo di pregio nell’artiglieria nemica ora che è stato confermato il vincolo dei due mandati. E invece no: tornerà, anzi è già tornato a fare l’avvocato ma per il Movimento ci sarà ancora: “Penso sinceramente che si possa fare buona politica sia dentro che fuori dai palazzi” ha scritto su Fb l’ex Guardasigilli chiarendo che le regole vanno rispettate e soprattutto di non aver mai chiesto deroghe per sé né a Grillo né a Conte. Se gli fosse stato chiesto di ricandidarsi, avrebbe certo preso in considerazione la possibilità di proseguire “perché non ho mai visto i ruoli che ho avuto l’onore di rivestire come ‘poltrone’ comode ma semplicemente come luoghi in cui mantenere le promesse fatte ai cittadini. Sotto scorta, lavorando h24, affrontando tutto e tutti”. Quindi “Forza Movimento!”. E avanti tutta a ribattere tweet su tweet come fa Stefano Buffagni con Di Maio che chiede una commissione d’inchiesta sulle commistioni delle forze politiche con il Cremlino. “Se sa qualcosa Di Maio deve parlare nella massima trasparenza… subito. Anche perché l’esperto del settore che portava avanti quella linea è nel suo partito” scrive il deputato postando un intervento sui rapporti con Mosca del sottosegretario dimaiano Manlio Di Stefano. Insomma la battaglia con gli scissionisti prosegue ma è anche in casa. È già alle viste un altro scoglio che porta ancora una volta a Beppe Grillo: dopo il doppio mandato, è pronto a inchiodare il M5S alle parlamentarie se mai qualcuno accarezzasse l’idea di avere la candidatura in tasca.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.