Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Conte è caduto nella trappola del Dc Di Maio. E Letta, fa sul serio?
La defenestrazione di Conte dal M5S determinerà il ritorno della leadership di Luigi Di Maio la quale, molto probabilmente, non è mai venuta meno. Dopo i rovesci elettorali successivi alla vittoria del 2018, Di Maio era stato contestato dalla base, anche per la leggerezza con la quale passava da una maggioranza all’altra. Ma lui, da buon democristiano, ha fatto finta di farsi da parte lasciando la strada verso la leadership del partito a Conte ben sapendo che questi, illudendosi di essere giunto il momento di fare il salto definitivo in politica alla testa di un partito con una certa base elettorale, si sarebbe infranto contro il muro di Grillo, il quale, invece, non avrebbe mai dismesso il ruolo di burattinaio e non avrebbe mai sacrificato definitivamente il suo pupillo, Di Maio appunto.
A Di Maio e a Grillo ormai dell’Italia penso che non gliene importi un fico secco, dei loro programmi originari, ancora meno; il principale obiettivo è ora quello della loro sopravvivenza personale nelle istituzioni della politica. Anche loro hanno assaggiato il gusto del potere e non vogliono privarsene. Di Maio, in particolare, sta pensando “in grande” e sta dando la caccia ai voti moderati, ex Dc, arrivando addirittura a chiedere scusa a un imputato assolto in appello dopo che l’aveva aggredito verbalmente in occasione della condanna di primo grado. Ma, come ho già detto in passato, temo che la sua sia una velleità bella e buona, in quanto quelle categorie sociali cui pensa di rivolgersi continueranno a considerare il M5S solo un gruppo di ragazzotti senz’arte né parte, cui non affiderebbero mai il loro voto.
Veniamo a Letta. Bisogna riconoscere che da quando è diventato segretario del Pd, a parte la scivolata iniziale di essersi eretto a “salvatore”, sta inanellando una serie di proposte, dallo “ius soli” alla tassazione delle grandi eredità e alla difesa della legge Zan, che sembrano accogliere quell’appello di Nanni Moretti di “dire qualcosa di sinistra” che invece fu eluso da D’Alema. E’ sincero? O si tratta solo di propaganda, ben sapendo che, tanto, quelle sue proposte non saranno accolte da questo governo? Vedremo.