Come Brenno il sistema dell’oligarchia europea

per tonigaeta

di Antonio Gaeta 18 marzo 2015

Con questo articolo vorrei porre rimedio rispetto all’equivoco che l’impostazione iniziale del mio precedente, sull’Altare di Zeus del Pargamon Museum di Berlino, ha generato in molti lettori, che ringrazio per le condivisioni e i commenti.
La prosecuzione della lettura, infatti, chiarisce che la domanda sulla attuale proprietà del capolavoro artistico é stata da me posta, per far capire l’aberrazione generata dall’Unione Europea, in quanto fondata sulla sola moneta unica: aberrazione favorita dalla condivisione di una politica economica al servizio dei grandi capitali e non già della Storia e della Cultura di tutti i popoli europei !
Rispetto alle gravi conseguenze che oggi viviamo di questa scellerata opzione, sostenuta o avallata da tutte le forze politiche governative, il posizionamento del monumento assumerebbe significato solo nel contesto di una politica culturale volta a cogestire la tutela dei reperti storico-artistici europei: una politica che presuppone una vera unione tra gli stati.
La domanda a mio avviso più interessante che quell’articolo pone é, infatti,: come hanno potuto i governanti dei nostri Paesi europei arretrare così tanto, da ignorare completamente i contenuti trasmessici dalla democrazia ateniese ? Essi hanno indietreggiato nella Storia al punto di ripetere le gesta di Brenno nei confronti dei romani, allorché gettando la sua spada su un piatto della bilancia, che misurava l’entità del debito romano, questo re dei Celti esclamò: “Guai ai vinti !”
Sono persuaso che, per capire a fondo questo fenomeno, occorre indagare su cosa sia realmente la cosiddetta “austerità”. Essa, infatti, sempre più si rivela come il complesso di interventi economico-finanziari (pubblici e privati) e di strumenti giuridici, messi in atto da parte dei possessori di grandi capitali e/o da essi imposti agli stati, governati dai loro fidelizzati, al fine di trasferire reddito dai ceti sociali medio-bassi a quelli alti.
In questa più congrua definizione si riassume il percorso storico di natura politico-economica, che ha generato il fenomeno della cosidetta “oligarchia globale”.
Il movimento “no global” fu il primo a contestare negli USA l’avvio di un processo storico, favorito dall’estabilishment di George Bush, principale sostenitore del “pensierio unico” neo-liberale, che di lì e poco sfociò nella grande crisi finanziaria dei “sub-prime”: quella all’origine della più grande “crisi economico-sociale”, che i governi occidentali hanno contrastato (?) e continuano a costrastare (?) con la politica economica dell’Austerity.
Tuttavia, il famoso politologo David Harvey sostiene che: “Se si guardano i dati su chi ha beneficiato degli interventi (in campo politico-economico, ndr) attuati dal 2008 in avanti, si scopre che é stato l’1% (della popolazione, by Thomas Piketty, ndr) o, per meglio dire, lo 0,1%”.
E poi ancora: “Quali sono state le regole del gioco instaurate dopo gli anni ’70 ?”

Un esempio su tutti ci dice che, in caso di conflitto tra benessere collettivo e salvataggio delle banche, si é scelto di salvare le banche. I governanti avrebbero potuto risolvere facilmente il problema degli sfratti e della necessità di nuove abitazioni da parte della popolazione, per poi risolvere solo successivamente la crisi finanziaria (impedendo la contaminazione dell’economia reale, ndr). ”
Tuttavia, sappiamo che le banche finanziatrici degli acquisti di abitazioni, non solo espropriarono milioni di cittadini (dei ceti medi), acquisendo il complesso del patrimonio immobiliare privato e seminando povertà dove non c’era, per quanto ricevettero miliardi di dollari dallo Stato, per evitare una catena di fallimenti finanziari.
David Harvey conclude dicendo: “Lo stesso meccanismo é stato usato per la Grecia, alla quale é stato prestato molto denaro (da parte degli stati europei, del FMI e della BCE, ndr), che però é finito direttamente nelle banche tedesche e francesi !”
Ci si domanda: perché i greci hanno dovuto fungere da intermediari nel trasferimento dai governi alle banche ? La risposta che David Harvey fornisce é: “La struttura messa in piedi (la Troika) evita alla Germania di salvare direttamente le banche germaniche (dagli effetti della crisi finanziaria, divenuta globale, ndr).” Senza la Grecia di mezzo l’aiuto (meglio dire il “trasferimento di ricchezza”), fatto di pubblico denaro regalato ai grandi banchieri, avrebbe reso evidente il ruolo dei governanti al servizio dell’oligarchia europea.
Imputando la responsabilità del debito alla Grecia, i governi dei popoli amici pensano di salvare la faccia nei confornti di tutti gli europei (stampa e media complici) ?

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