Colosseo. Basta sciopero e chiusura monumenti. Tranne per gli amici

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Maurizio Ales
Fonte: PoliticaPrima
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Colosseo No Scioperodi Maurizio Alesi – 23 settembre 2015

Capita ogni tanto, per fortuna, di assistere a fatti che dimostrano in maniera chiara e inequivocabile come in politica sia lecito parlare a vanvera, contraddire se stessi, accusare gli altri delle medesime nefandezze commesse da chi si erge a moralizzatore di turno, sperando di farla franca.

Succede talvolta, grazie ad alcuni pochi giornalisti seri e con buona memoria (merce assai rara), che qualcuno viene sputtanato per il suo eccesso di protagonismo. E’ quanto capitato allo spregiudicato presidente del Consiglio che non riesce a tenere a bada la propria lingua. L’episodio è in linea con i soliti sproloqui a cui ci ha abituati e ha creato molto scalpore per il valore simbolico del luogo interessato.

Colosseo coda turistiTutti i telegiornali e i quotidiani più diffusi, venerdì 18 settembre, hanno aperto con la notizia del Colosseo, chiuso per tre ore, a causa di uno sciopero indetto dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Ma per poter esprimere un’opinione avveduta è indispensabile conoscere tutti gli elementi. Nonostante le notizie vengano rese con superficialità, edulcorate o esasperate in funzione di chi si deve attaccare o correre in soccorso, alla faccia del dovere di informazione.

Nel caso in argomento si sentiva il dovere di assecondare lo sdegno, espresso dal noto moralista che siede a Palazzo Chigi, imbufalito con i lavoratori riuniti in assemblea lasciando in fila i turisti fuori dal Colosseo, contro i quali aveva annunciato il pugno di ferro per eccesso del diritto di sciopero. E per assecondare il grande capo, gli house organ del palazzo, si sono scagliati contro l’ennesimo “sciopero selvaggio”. In realtà (nessuno l’ha scritto), l’assemblea dei lavoratori era stata comunicata una settimana prima ed era stata regolarmente autorizzata, quindi nessun comportamento che si possa definire selvaggio.

Ma c’è di più. La stessa sovrintendenza speciale per il Colosseo e l’area Archeologica di Roma, ha rivendicato la piena regolarità della riunione. Nessuno ha alzato un sopracciglio quando la richiesta è stata inoltrata, nonostante fossero prevedibili i disagi per i visitatori.

Avviso chiusura ColosseoLa Sovrintendenza è l’organo deputato a dare comunicazione della chiusura dei monumenti e non l’ha fatto. Così come nessuno ha avuto nulla da obiettare sul rilascio dell’autorizzazione: è stato esposto persino un cartello che indicava la chiusura dello storico monumento. Per carità, si può sempre essere contrari ad una protesta del genere anche se autorizzata, ma definire “selvaggia” un’iniziativa sindacale regolarmente autorizzata e preannunciata per tempo nasconde davvero la coda di paglia. Fingendo stupore e sgomento la politica si è lanciata in un attacco frontale alla rappresentanza sindacale.

Franceschini TweetUn episodio analogo si era già verificato a Pompei nel luglio scorso (anche in questo caso la manifestazione fu spacciata per “selvaggia” mentre non lo era affatto). Per completare il contesto va anche detto che si decise di convocare l’assemblea perché i lavoratori non vengono pagati dal mese di gennaio (parliamo di gente che guadagna 1.000 euro al mese). Il ministro Franceschini, primo destinatario della protesta ha parlato di “misura colma”, il partito di Scelta Civica ha invocato il licenziamento di tutti i dipendenti, mentre il solito cazzaro fiorentino ha sproloquiato di “sindacalisti contro l’Italia”.

Si aggiunga anche che i lavoratori avevano sottoscritto e rispettato un accordo, per evitare assemblee nel periodo di luglio e agosto proprio per non danneggiare il turismo. Non avendo avuto risposte, hanno giustamente convocato una assemblea nel rispetto dei termini di legge.

Renzi Tweet sidacalisti contro ItaliaMa Renzi, con il suo solito potente Tweet, ha comunque bollato come irresponsabili i lavoratori, gridando allo scandalo e preannunciando un decreto, già approvato dal Consiglio dei Ministri, per impedire la chiusura dei musei e dei luoghi di cultura perché ritenuti servizi pubblici essenziali. Un provvedimento ragionevole che può anche essere condiviso.

Turisti Ponte Vecchio chiusoIl divertente Presidente del Consiglio dimentica, però, che a giugno del 2013, quando era sindaco di Firenze chiuse (senza preavviso e senza segnaletica, di sabato pomeriggio e fino a sera) il monumento simbolo della sua città, il Ponte Vecchio, uno dei ponti più famosi del mondo, per consentire una festa con cena privata del suo amico Montezemolo. Ingresso vietato a migliaia di turisti e lasciapassare solo per gli invitati, tutti tesserati Club Ferrari. Quello che si contesta ai lavoratori, evidentemente, non vale per gli amici.

Oggi Renzi ha cambiato opinione, come spesso gli capita, convinto di poter prendere per il culo gli italiani come e quando vuole. A prescindere da come si voglia giudicare l’episodio, quanto accaduto conferma abbondantemente l’ipocrisia, l’arroganza, la superficialità e la mancanza di coerenza tra ciò che il premier proclama demagogicamente e i comportamenti che assume. In politica è quasi normale dire impunemente tutto ciò che si vuole, cambiando opinione dalla sera alla mattina e fingendo sgomento per i comportamenti altrui, senza badare ai propri, aggravati da futili motivi.

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1 commento

enri 26 Settembre 2015 - 1:46

chedecreto deve fare,,già i beni culturali rientrano nell’ottica del servizio pubblico..glielo ha detto mai nessuno?

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