“COLORO CHE NON RICORDANO IL PASSATO SONO CONDANNATI A RIPETERLO”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Larry Johnson
Fonte: sonar21.com

“COLORO CHE NON RICORDANO IL PASSATO SONO CONDANNATI A RIPETERLO”

Questa massima di George Santayana, conosciuta per la prima volta nel 1905 (e leggermente modificata da Churchill in un discorso alla Camera dei Comuni nel 1948), è vera oggi più che mai. Le basi decadenti della politica estera americana poggiano in parte su una comprensione distorta del ruolo della Russia nella Seconda Guerra Mondiale e su una narrativa esagerata sul comportamento dell’America in quel conflitto. Se si guardano i grandi film di Hollywood sulla Seconda Guerra Mondiale in Europa (Il giorno più lungo, PattonUn ponte troppo lontanoIl ponte di RemagenSalvate il soldato Ryan, ecc.) lo spettatore ne esce con il messaggio che gli Stati Uniti avevano battuto i nazisti fino alla resa incondizionata e che la guerra sul fronte orientale era stata solo un evento secondario.

I documentari fatti in occidente dipingono quella guerra come se fossero stati gli Stati Uniti e il Regno Unito ad aver salvato i Russi. Un tema comune è che Stalin aveva implorato gli alleati occidentali di aprire un secondo fronte in Europa per diminuire la pressione sulle forze russe. Ed erano stati gli alleati occidentali a scoprire gli orrori dell’Olocausto. Hollywood ama le storie dove il cattivo è ben definito e gli eroi riescono a superare ostacoli apparentemente impossibili.
Credo che l’incapacità dell’Occidente di capire e apprezzare ciò che la Russia (allora Unione Sovietica) aveva compiuto nella Seconda Guerra Mondiale sia alla base della sua incapacità di capire ciò che la Russia sta facendo oggi in Ucraina.

Lasciate che vi dia qualche dato:

OPERAZIONE BARBAROSSA – Quando Hitler aveva lanciato l‘Operazione Barbarossa (l’invasione dell’Unione Sovietica), nel giugno 1941, 3,8 milioni di soldati tedeschi avevano inizialmente sopraffatto l’esercito sovietico, che contava da 2,6 a 2,9 milioni di uomini in prima linea. Le perdite sovietiche dovute all’attacco tedesco erano state enormi:

566.852 uccisi in azione
235.339 morti per cause non belliche
1.336.147 malati o feriti per cause di combattimento e non
2.335.482 dispersi in azione o catturati
c. 500.000 riservisti sovietici catturati durante la mobilitazione

OPERAZIONE BLU – Era stata l’offensiva del Gruppo d’armate tedesco Sud per catturare i giacimenti di petrolio in Azerbaigian. Durante l’avanzata i Tedeschi avevano deciso di attaccare Stalingrado. L’esercito tedesco, che comprendeva alleati di Romania, Italia e Ungheria, contava 1.570.287 unità.

L’esercito russo ne schierava 1.715.000 con 1.000.000 di riserva. Alla fine della battaglia, i Tedeschi avevano avuto 200.000 perdite. Un numero abbastanza esiguo, considerando le 1.200.000 perdite sovietiche. Ma i Sovietici avevano tenuto Stalingrado e costretto alla resa l’esercito tedesco intrappolato in quella città.

Nel 1944, i Sovietici si erano riorganizzati e avevano schierato al fronte un totale di 6 milioni di soldati. Gli alleati occidentali ne avevano 4 milioni in Europa. I sovietici avevano combattuto contro un esercito tedesco forte di 2 milioni di unità, mentre gli alleati occidentali avevano dovuto affrontare 1 milione di Tedeschi.

Non sto dicendo che i Sovietici avevano fatto tutto questo da soli. Le prime forniture di carri armati e camion dagli Stati Uniti avevano aiutato la Russia ad arginare lo tsunami dell’operazione Barbarossa. Gli Inglesi avevano anche dato un contributo importante nel decifrare il codice Enigma e avevano fornito informazioni critiche a Stalin (anche se Stalin non era riuscito a utilizzare al meglio alcune di quelle informazioni).

La storia della sconfitta dei nazisti è, in realtà, una storia di successo di una partnership tra l’Occidente e i Sovietici. Ciò che la gente dell’ovest non ha apprezzato o riconosciuto è stato il ruolo critico che i Sovietici avevano avuto nello sconfiggere la crema dell’esercito tedesco. Se quelle truppe fossero state libere di operare in Europa occidentale, la Germania avrebbe sicuramente prevalso, nonostante l’ingerenza di Hitler nei piani dell’esercito tedesco.

Erano stati i Sovietici a scoprire per primi le prove fisiche dell’Olocausto quando avevano catturato il campo di concentramento di Majdanek, nel 1944. Gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano liquidato il rapporto sovietico come propaganda. E, nel gennaio 1945, i Sovietici avevano liberato la fabbrica della morte, ancora intatta, di Auschwitz/Birkenau.

La fissazione degli Stati Uniti e del Regno Unito sui mali di Stalin (e lui era malvagio) ha influenzato i rapporti del dopoguerra con i Sovietici e con i successivi governi della Russia.

Nella Seconda Guerra Mondiale Stati Uniti avevano avuto 472.000 morti nei teatri europeo, nordafricano e del Pacifico. I Russi avevano perso più di 8 milioni di soldati e circa 19 milioni di civili. Le terribili perdite subite dalla Russia nella Seconda Guerra Mondiale sono ancora oggi ricordate e onorate. Lo stesso non si può dire degli Stati Uniti e del Regno Unito. Certo, alcuni se ne ricordano, ma se si considera che gli ottantenni di oggi erano nati mentre la Seconda Guerra Mondiale era ancora in corso, il ricordo di quel periodo di orrore sta svanendo. A mio avviso, il 95% degli Americani sotto i 50 anni non è in grado di spiegare chi aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e come fossero gli schieramenti.

Il che mi porta all’attuale guerra in Ucraina. Nonostante la propaganda occidentale secondo cui Vladimir Putin sarebbe intenzionato a ricostituire l’Unione Sovietica, Putin non ha dimenticato le lezioni che i Russi hanno imparato nel modo più duro nella Seconda Guerra Mondiale. Stalin aveva fatto un diabolico accordo con Hitler nel 1939 per spartirsi la Polonia, solo per vederlo stracciare da Hitler.

Nei 30 anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica, molti leader russi hanno nutrito la convinzione di potersi fidare degli Stati Uniti e dell’Europa e di poter  mettere la triste eredità dell’Unione Sovietica nella pattumiera della storia. Ma quella speranza è ora a brandelli. Invece di fermare l’espansione della NATO, l’Occidente ha continuato ad arruolare nuovi membri, comprese le nazioni che si trovano sul confine occidentale della Russia. Nel 1941, l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica comprendeva personale militare di Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Croazia. Due di questi Paesi – Italia e Romania – si stanno nuovamente comportando in un modo che i Russi percepiscono come una minaccia ostile.

A peggiorare le cose è stata la crescita dell’influenza dei neonazisti in Ucraina. Un ufficiale dell’esercito svizzero in pensione, Jacques Baud, che ha servito per lunghi periodi con la NATO, ha scritto un brillante saggio che spiega le radici di questa nuova guerra (da leggere qui). Uno dei punti salienti riguarda il fallimento dell’esercito ucraino nel conquistare il Donbass nel 2014. Baud scrive:

Così, per compensare la mancanza di soldati, il governo ucraino aveva fatto ricorso alle milizie paramilitari. Erano essenzialmente composte da mercenari stranieri, spesso militanti di estrema destra. Nel 2020, costituivano circa il 40% delle forze ucraine e contavano circa 102.000 uomini, secondo la Reuters. Erano armati, finanziati e addestrati da Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Francia. C’erano più di 19 nazionalità, Svizzeri compresi.

I Paesi occidentali hanno quindi chiaramente creato e sostenuto le milizie ucraine di estrema destra. Nell’ottobre 2021, il Jerusalem Post aveva lanciato l’allarme, denunciando il progetto Centuria. Queste milizie operavano nel Donbass dal 2014, con il sostegno occidentale. Anche se si può discutere sul termine “nazista,” resta il fatto che queste milizie sono violente, trasmettono un’ideologia nauseante e sono virulentemente antisemite. Il loro antisemitismo è più culturale che politico ed è per questo che il termine “nazista” non è completamente appropriato. Il loro odio per l’Ebreo risale alle grandi carestie degli anni ’20 e ’30 in Ucraina, dovute alla confisca dei raccolti da parte di Stalin per finanziare la modernizzazione dell’Armata Rossa. Quel genocidio – noto in Ucraina come Holodomor – era stato perpetrato dal NKVD (il precursore del KGB), i cui vertici erano composti principalmente da Ebrei. Questo è il motivo per cui, oggi, gli estremisti ucraini chiedono ad Israele di scusarsi per i crimini del comunismo, come nota il Jerusalem Post. Questo è molto diverso dalla “riscrittura della storia” attribuita a Vladimir Putin.

Queste milizie, provenienti dai gruppi di estrema destra che avevano animato la rivoluzione di Euromaidan nel 2014, sono composte da individui fanatici e brutali. Il più noto è il Reggimento Azov, il cui emblema ricorda la 2a Divisione SS Das Reich Panzer, venerata in Ucraina per aver liberato Kharkov dai Sovietici nel 1943, e che, nel 1944, aveva compiuto il massacro di Oradour-sur-Glane, in Francia.

Se gli Stati Uniti e la NATO persistono nel demonizzare la Russia e i Russi, allora significa che stanno ignorando la storia della Russia nel respingere gli invasori stranieri. Non sono uno storico di professione, ma so questo: Napoleone pensava di poter prendere Mosca e aveva fallito; Hitler credeva di poter schiacciare gli untermensch slavi ed era stato schiacciato. Temo che i leader occidentali stiano ancora una volta indulgendo alla fantasia di poter forzare il crollo, non solo di Vladimir Putin, ma di tutta la Russia. Suggerisco che è arrivato il momento di ricordare la storia o, come aveva avvertito Santayana, ci stiamo condannando a ripetere un incubo.

Larry Johnson

Fonte: sonar21.com
Link: https://sonar21.com/those-who-cannot-remember-the-past-are-condemned-to-repeat-it/
27.04.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.