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di Gianni Barbacetto, da Il Fatto Quotidiano 3 marzo 2016
Finora, a chi gli chiedeva di candidarsi sindaco a Milano, Gherardo Colombo rispondeva: “Siete matti”. Ci aveva provato, mesi fa, un gruppo di milanesi capitanato da Massimo Cirri, voce radiofonica molto amata in città. Aveva portato a casa un secco no. Poi le primarie, con la vittoria di Giuseppe Sala e la sconfitta di Francesca Balzani, che Colombo aveva sostenuto. Le elezioni milanesi si avviano a essere un confronto fra tre manager (Sala, Stefano Parisi e Corrado Passera). “Per scegliere tra loro non servono le elezioni, basta un cacciatore di teste”, ironizza un consigliere comunale. Con un rischio: che una parte di Milano non si senta rappresentata e scelga di non andare a votare. Non soltanto la parte più di sinistra, ma una vasta area di cittadini che alle primarie aveva sostenuto Balzani o Pierfrancesco Majorino.
Così nelle ultime settimane è partita la caccia al candidato “per non essere costretti a votare Sala o a rimanere a casa”. La sinistra ha corteggiato Pippo Civati, di Possibile, che però ha detto no. Poi stava cercando un’intesa sul nome di Curzio Maltese, giornalista di Repubblica oggi parlamentare europeo della lista Tsipras. Nel frattempo però aumentava il pressing su Colombo, che da qualche giorno ha smesso di rispondere “Siete matti” e dice: “Ci sto pensando”. Sono partiti appelli per convincerlo. Un tam tam via web circola tra gli studenti universitari della Statale di Milano. Una raccolta firme è stata promossa dalla filosofa Roberta De Monticelli.
E poi telefonate ed email che si rincorrono, tra professionisti e intellettuali (tra cui lo scrittore Corrado Stajano) che sperano nella candidatura di Colombo “per non essere costretti all’astensione”. Magistrato del pool Mani pulite e oggi presidente di Garzanti editore, Colombo potrebbe decidere di candidarsi se trovasse un sostegno ampio, civico, trasversale. Una candidatura non di bandiera, come quelle della sinistra-sinistra, ma che punta ad andare al ballottaggio. Per dare rappresentanza a chi aveva votato, cinque anni fa, Giuliano Pisapia, ma oggi proprio non se la sente di votare Sala.
Colombo non vuole però sovrapporsi a Francesca Balzani, corteggiata dal Pd milanese e da Sala affinché capeggi una lista “arancione” che copra Sala a sinistra. Gliel’hanno ripetuto anche ieri sera, a una cena con Sala a casa di Gad Lerner. Lei in cambio chiede che “sia data adeguata rappresentanza agli elettori che l’hanno votata”. Per esempio garantendole il posto di vicesindaco. Poltrona però già promessa ad Ada Lucia De Cesaris, già vicesindaco di Pisapia prima di Balzani.
Se Balzani deciderà di non impegnarsi in prima persona a fianco di Sala, Colombo potrebbe sciogliere la riserva. Rischio di soluzione “ligure” (vittoria del centrodestra a causa delle divisioni a sinistra)? “No, perché nelle elezioni comunali c’è il doppio turno”, ricorda il professor Nando dalla Chiesa. “E poi la candidatura di Colombo potrebbe proprio evitare il rischio che Sala sia sconfitto da Parisi senza neppure proporre ai milanesi un’alternativa”.