Ciò che disse il tordo (sonetto XLII)

per Emanuele Cherchi
Autore originale del testo: John Keats (Londra, 1795 - Roma, 1821)
Fonte: Poesie - Gte Newton

Tu il cui volto patì vento d’inverno

e vider gli occhi nuvole di neve

nella nebbia sospese e neri gli olmi

fra le gelide stelle irti svettare,

primavera per te sarà stagione

di raccogliere. Tu cui solo libro

fu della somma tenebra la luce

della quale una notte dopo l’altra

facevi il cibo tuo quando lontano

era Febo, mattino a te tre volte

primavera sarà. Non tormentarti

per conoscere: io non conosco, eppure

sorgivo col tepore viene il mio canto.

Non tormentarti per conoscere, io

nulla conosco eppur la Sera ascolta.

Chi soffre al nome d’ozio non è ozioso

e se uno pensa di dormire, è sveglio.

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