di Mariano Fasciolo
Ecco il grigio dell’asfalto che si insinua in ogni luogo, non un grigio scuro”canna di fucile”, ma proprio il grigio classico, bitume, sabbia e sassi.
In questa cornice grigia spicca una macchia viola e verde elettrici, naturali per un ornitorinco di gomma, che è protetto dal bruno chiaro di una piccola mano distesa, come brune e distese sono le braccia , le gambe e pure le spalle.
Per la verità le spalle sono bronzee, segno tangibile ed effimero di giornate spese al sole e indossano l’arancio di una canottiera con una decalcomania di Paperino, la sua tipica divisa azzurra da marinaio, con le zampe nascoste nel giallo limone dei pantaloncini.
Però la testa di Paperino non c’è più: al suo posto un cerchio, rosso e preciso, la perfezione in un cerchio rosso sangue.
Il rosso prevale dappertutto, sui pantaloncini gialli, sulle gambe ed i piedi bruni che calzano sandaletti di gomma verdi elettrici , uguali all’ornitorinco.
Qualche spruzzo di rosso tinge anche i capelli neri, tanto arricciati e crespi da sembrare finti , ma finto non è il bianco splendido dei denti, che colora il viso di un blu intenso e gli regala un sorriso gioioso, il sorriso del gioco.
Solo i grandi occhi castani rivelano uno stupore appena accennato, come di meraviglia e non si sa, forse non si saprà mai , se guardino al cielo nero e impotente oppure all’azzurro metallico del cartello stradale, Bagdad Km.3.