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di Rosanna Spadini – 19 settembre 2014
Quando il dramma di un popolo si consuma e si compie, spesso accade che la tragedia si volga in comicità, come diceva un’arguta battuta di Ennio Flaiano: “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”. Torna alla mente Mussolini che scappava con la Petacci, travestito da tedesco e con “l’oro di Dongo” nella borsa, scena tragica e comica insieme.
Stavolta il riferimento riguarda una vicenda che pesa meno, il semplice debutto su rai tre del programma “Ballarò”, condotto per la prima volta da Massimo Giannini, che apre la nuova stagione televisiva autunnale, di un’Italia sull’orlo di una crisi di nervi, e perfino anche di un possibile commissariamento da parte della Troika.
Massimo Giannini, glassato e rauco, espressione dell’informazione mainstream firmata Repubblica, inaugura il programma con tono mansueto e patetico, tipico dei nostri migliori maggiordomi al servizio del potere, rivolgendo elogi di cerimonia alla Rai, a Floris, ma dichiarando con forza la propria autonomia e indipendenza di giornalista, e il proprio impegno alla ricerca della “verità”, rivolto ai soli veri azionisti di riferimento, cioè ai cittadini, gli unici che hanno il diritto di sapere e conoscere nell’essenza i fatti accaduti (lui dice), perché quando non c’è verità la democrazia ne soffre, e dato che il “Secolo breve” si è portato via le ideologie, ma per fortuna è rimasto il buon giornalismo, onesto e indipendente (cioè il suo), le prospettive non potranno che migliorare (il migliore dei mondi possibili).
È lui il comico migliore? Forse sì. ma forse anche Prodi, anche stavolta immobile come un semaforo (da una famosa gag di Corrado Guzzanti) che ha partecipato all’inaugurazione del programma (come poteva mancare?), ha ricevuto una standing ovation da parte del pubblico (naturalmente a comando), e ha cominciato a dibattere sull’Europa (era stato invitato proprio per questo), e dietro alle incalzanti, ma premeditate domande di Giannini, lui, pacioso e rubizzo rispondeva: “La crisi l’hanno provocata gli USA, colpa loro, poi loro ne sono usciti (ah sì?) e noi siamo rimasti impantanati nel guado, perché siamo divisi, però l’Europa potrebbe essere il continente più dinamico, ma ha paura del futuro, dovrebbe avere una leadership unica, forte e autorevole, invece si manifestano violente tendenze indipendentiste (come mai?), la Scozia, la Catalogna, e d’altro canto non si può uscire dall’euro, perché sarebbe un trauma economico insostenibile, perché saremmo completamente travolti dalla Cina.”
Nel frattempo è arrivato un altro comico, Roberto Benigni, a dare un’accelerata al “fogno europeo”: “Saluto Romano Prodi e i suoi 101 ospiti in studio…” “Sono un grandissimo fan di Ballarò, da quando lo conduce Giannini non ho perso una puntata”, “gli 80 euro rimangono, anche se non c’è stipendio, Renzi le promesse le mantiene”, e anche: “Il Pd è l’unica vera opposizione a Renzi”. “Fa cose incredibili (…) uno che è riuscito a far vincere il PD è capace di tutto”.
“Berlusconi? I suoi consensi sono calati un pochettino. Lo sappiamo che dopo un ventennio succede… Il patto del Nazareno? Quando lo fecero molti a sinistra storsero il naso. Ma come?, uno di destra che va nella sede del più importante partito di sinistra… e infatti poi arrivò Berlusconi”. “Bisogna dare fiducia a Renzi, sta facendo cose incredibili, il piano dei mille giorni, vorrebbe fare una riforma al mese.” Poi qualche riferimento inevitabile al malaffare politico dell’Emilia Romagna (ma anche al Mose e all’Expo): “…bisogna stare attenti a tutta questa criminalità al nord, perché c’è il rischio che scenda al sud” (la tv serve appunto a rigenerare le fibre del sistema politico traviato e putrefatto, un po’ come lavare i panni nella “centrifuga dell’informazione” con messaggi subliminali depistanti).
Il Pd? “Il Pd esiste, è l’unico partito che riesce a fare opposizione a Renzi…”. “C’è un futuro meraviglioso da costruire insieme. Ognuno facendo la sua parte. Ricordatevi del futuro, è questa la frase con cui saluto gli italiani”. “L’Italia del 2020? La vedo come un paese felice, dove la gente lavora. Un paese pulito e rispettoso della natura…. E questa è la Svizzera. L’Italia, invece, la vedo ancora meglio. Se noi italiani riprendiamo la nostra natura, quella imprevedibile e generosa siamo, imbattibili. Se costruiamo qualcosa insieme, siamo capaci di “subire” tutte le regole dell’Europa e del governo (un’esortazione all’autoflagellazione?)”.
“Però anche le banche sono in crisi, anche la Bce, la gente poi è molto inquieta, meglio così che troppo addormentati, finché sono inquieti si può stare tranquilli, dovremmo dare tutto in mano a Draghi, che è il mio preferito, è l’italiano più estroso, è il più italiano dei tedeschi, il destino ce l’ha nel nome (infatti nome omen, rettiliano e squalo di nascita), grazie a lui il costo del denaro è sotto zero, uno prende 100 euro e ne restituisce 50, è un Supermario come Balotelli, io sono stato da sempre europeista, ancora prima di Carlo Magno, certo l’euro è una moneta senza stato, ma dobbiamo sforzarci di costruirgli uno stato intorno, perché in Europa ci sono 28 paesi che la pensano diversamente, quindi se uno cede un po’ di sovranità è un sogno, l’Europa ci dà la pace nel mondo, dobbiamo “rassegnarci” a diventare mondo” (sic! sic! e poi ancora sic!).
Ma come, proprio Roberto Benigni che ha titolato anni fa un suo programma “La Costituzione più bella del mondo”, incita gli italiani a tradire quella Carta? Gli italiani dovrebbero obbedire ciecamente ai diktat di Bruxelles e Francoforte senza ribellarsi ad un organismo sovranazionale che per sua natura è antidemocratico, cupola di potere delle lobbies finanziarie globali, che impongono i loro trattati capestro ai popoli europei, per saccheggiare il loro benessere? I prossimi saranno Ttip (tutela giuridica delle multinazionali) , Erf (totale abdicazione delle residue sovranità nazionali), dopo Maastricht e Lisbona. Gli italiani dovrebbero cedere tutta la loro sovranità politica, dopo aver già ceduto quella monetaria ed economica, secondo quanto ha detto l’altro comico italiano, Mario Draghi? Confondersi in quel magma viscido e untuoso del potere transnazionale, affidandosi completamente alla gestione amministrativa antidemocratica e rapace dell’UE?
Infatti il venerabile “Gran Maestro dell’Ordine di Templari” Mario Draghi, il 7 agosto scorso lancia un proclama dall’Iperuranio: “Per i Paesi Eurozona è il momento di cedere sovranità all’Europa”. Il presidente della Bce ammonisce poi Renzi e Padoan: “Gli investitori stranieri sono scoraggiati da assenza di interventi risolutivi nella Penisola. I Paesi che li hanno fatti hanno registrato dei miglioramenti e l’occupazione è aumentata. Non per tutto ci vuole tanto tempo”. Il premier: “Sono d’accordo. Dobbiamo rimettere in ordine l’Italia.”
Ma il Venerabile Gran Maestro non sa che la nostra Costituzione è assolutamente incompatibile con il Liberismo dei Chicago Boys? Non sa che il nostro modello costituzionale è stato tradito completamente su due presupposti fondamentali, nella sua parte economica e nella sua potenzialità sovrana, e che noi non siamo più un paese sovrano, che non vede solo limitata la propria sovranità, ma l’ha proprio ceduta.
Non sa che l’art.1 definisce la Repubblica “fondata” sul lavoro, o forse la pensa come il ministro Fornero del governo Monti, che sosteneva che il lavoro non era nemmeno un diritto? Il Venerabile Gran Maestro non sa che la nostra Costituzione sposa un modello necessariamente keynesiano che impone allo stato il deficit al fine di ottenere la piena occupazione, che è l’unico obiettivo del Paese? E ancora non conosce l’art. 3 “L’ordinamento costituzionale considera compito fondamentale della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”. Non sa che il modello costituzionale non è comunista (orrore, orrore), ma un modello dove il libero mercato è pacificamente riconosciuto, ma deve necessariamente soccombere di fronte all’interesse pubblico, quindi la Carta assegna la prevalenza alla necessità di salvare i cittadini, che dovrebbero essere sovrani (art.1), Infatti l’obiettivo del Paese non dovrebbe essere il libero mercato, ma è la difesa della piena sovranità dei cittadini.
Quindi quando Draghi chiede di cedere cessioni di sovranità compie un illecito legale, infatti la Costituzione prevede che la sovranità possa essere “limitata”, non “ceduta”, e la collaborazione con altre nazioni è subordinata ad un preciso “vincolo di scopo”, cioè ai fini della tutela della pace e della giustizia. Invece in Europa l’introduzione del vincolo fisso e delle rigide norme dei trattati hanno indotto spudorate politiche devastanti del tessuto sociale e produttivo dei Paesi del Sud e stanno compromettendo la giustizia e la pace all’interno dell’Eurozona.
Insomma la lista dei tragi/comici italiani è piuttosto lunga, ma per non annoiarvi ulteriormente vi nominerò l’ultimo esemplare della serie: Maurizio Landini. “Il segretario della Fiom ha intrecciato da diverso tempo un rapporto più che cordiale con il presidente del Consiglio, trovando un punto di intesa nella comune sfida all’establishment politico, economico e sindacale tradizionale. La “strana coppia” Renzi-Landini sembra però sul punto di scoppiare sul tema più delicato, ovvero la riforma del lavoro annunciata ieri dal presidente del Consiglio nella sua informativa davanti al Parlamento sul “programma dei 1000 giorni”.
Landini dunque sembra svegliarsi di fronte all’attentato all’articolo 18, ma l’attentato al mondo del lavoro, alla produttività delle aziende italiane, ai rapporti indeterminati di lavoro, alla sicurezza del posto di lavoro, alla tenuta del potere d’acquisto dei salari è già avvenuto da tempo, semplicemente con l’introduzione dell’euro, perché secondo una legge chiave delle politiche monetarie: “Se non svaluti la moneta devi svalutare per forza i salari”. E in un sistema di cambio fisso, in cui la Bce si preoccupa di controllare solo l’inflazione (bassa per la Germania che fa protezionismo, poco più alta per noi) la moneta non può essere svalutata. Dov’era Landini quando è stato introdotto l’euro? Durante questi lunghi anni di crisi non gli è mai venuto in mente di leggersi un testo di economia keynesiana? Se vuole glielo posso consigliare. Dunque il segretario della Fiom, il sindacato più “agguerrito” nella difesa dei posti di lavoro e del diritto al lavoro, non ha capito che la moneta unica è stata l’arma di distruzione di massa introdotta ad arte dagli squali della finanza, per saccheggiare il benessere dei lavoratori italiani? Alla faccia della lucidità mentale! Speriamo che sia solo “distrazione” e non anche interesse parassita sulla pelle dei lavoratori!
Infine per non piangere un aforisma comico.
Si chiamava Libertà. Un giorno scese per strada e prese a interrogare la gente che incontrava. Le risposte che ebbe furono di questo genere: «Fatevi i fatti vostri. – Non te ne incaricare. – Impicciati per te. – Lascia perdere. – Chi te lo fa fare? – Te l’ha ordinato il medico? – Ti pagano per questo? – Sei stanca di campare? – Ti puzza di vivere? – Attacca l’asino dove vuole il padrone. – Non fare la stupida. – Non ti mettere nei guai. – Gli stracci vanno per aria. – Passata la festa gabbato il santo. – L’oro non si macchia. – Sta’ coi frati e zappa l’orto». Libertà disse: «Questa gente è molto saggia, non ha bisogno di me». Infatti cominciò a uscire meno e un giorno annunciò che se ne andava. Ai giornalisti che l’assediavano per conoscere i motivi della sua decisione rispose in modo alquanto enigmatico. Disse sorridendo: «La libertà va tenuta in continua riparazione» (Ennio Flaiano)
Rosanna Spadini
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