Fonte: politicaPrima
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di Giangiuseppe Gattuso -13 maggio 2015
È una deriva inarrestabile. Anche il mite Sandro Bondi e la sua compagna Manuela Repetti, ambedue Senatori della Repubblica, hanno abbandonato la nave. Solo qualche mese fa, nessuno avrebbe scommesso un centesimo su una cosa del genere.
Gli elettori, intanto, continuano a migrare verso altri lidi. I risultati delle amministrative del Trentino Alto Adige e della Valle D’Aosta di domenica 10 maggio scorso, non lasciano dubbi sull’entità delle perdite. Ma anche i sondaggi per le prossime elezioni regionali del 31 non lasciano scampo. Un disastro annunciato.
D’altronde, dalla caduta del suo governo nel novembre 2011, sostituito in corsa da Mario Monti, la rotta verso un lento ma inesorabile declino era tracciata. Anche se un sussulto di vitalità, alle politiche del 2013, quando la corsa vittoriosa del Pd si trasformò in una quasi catastrofe, aveva ridato fiato al vecchio leone di Arcore. Tanto da risultare determinante nel delicato passaggio, dopo il no dei 5 Stelle al tentativo di Bersani, alle nuove “larghe intese” di Enrico Letta. Dura poco, e dopo alterne vicende, la diaspora di Angelino Alfano, Renato Schifani, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo, per citare i più rappresentativi, fa nascere il Nuovo Centro Destra.
Ma, forse accecato da un eccesso di benevolenza e simpatia, e illudendosi di avere individuato il fidato cavallo di razza come suo successore, ha poi scommesso sul ‘giovane fiorentino’. Avviate le riforme costituzionali per la modifica del Senato, la fine del bicameralismo perfetto e l’impostazione della nuova legge elettorale, il “patto” che sembrava d’acciaio, si è frantumato. La scusa, l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Un balletto ridicolo.
Silvio Berlusconi, ne sono convinto, e lo spero, si avvia a concludere la sua parabola politica. Le ragioni risiedono nella sua sostanziale inconcludenza di governo che ha dimostrato in tanti anni. Nell’attaccamento viscerale alle sue molteplici e lucrose attività imprenditoriali. Nella mancanza di visione e di sincera passione politica.
Ha illuso milioni d’italiani che ci avevano creduto. Compreso il sottoscritto. È stato bravissimo a creare entusiasmo, a spingere migliaia di cittadini a credere in un progetto di cambiamento, a creare i cosiddetti “Club Forza Italia”. Sembrava vero. Partecipazione, democrazia, attivismo. Folle immense ai raduni scientificamente organizzati al suono accattivamente dell’inno, coccarde, spille, e megaschermi a magnificare il sorgere spontaneo di migliaia di “Club”. La beffa più vergognosa che si potesse inventare. Quella di coinvolgere tantissima brava gente in finti circoli democratici, addirittura nei luoghi di lavoro, nel miraggio della “rivoluzione liberale”. Che vergogna solo a pensarci. D’un colpo tutto svanito. Tutto chiuso. Niente assemblee, incontri, dibattiti. E di congressi nemmeno a parlarne. Acqua passata.
Adesso fa amaramente sorridere leggere dei contributi di Pier Silvio e Marina Berlusconi al partito di papà. 100mila euro ognuno e poi altrettanti versati dagli amici più stretti e soci in affari tra cui Ennio Doris (quello di Mediolanum) e famiglia. Una questione prettamente privata. Come nel suo stile. La dimostrazione evidente che stiamo parlando di una ‘politica’ malata, concepita come un mezzo per la gestione del potere e che quindi richiede investimenti e risorse considerevoli i cui frutti possono essere molto più cospicui.
Ma cosa c’è al suo posto, chi potrà sostituirlo, chi raccoglierà i voti di quella vasta area che non si riconosce nel Pd renziano e non è attratta dalle stelle grilline. È una questione importante per la politica italiana che dovrà essere risolta. Intanto la Lega Nord, quella di sempre, di Umberto Bossi e famiglia, quella delle ruspe anti rom, quella dei diamanti, al potere da oltre vent’anni, continua a raccogliere consensi. In nome della difesa dei diritti degli italiani, contro quella degli immigrati, in nome della difesa dei territori contro le invasioni di ogni genere, cavalcando le paure, l’ignoranza, i sentimenti più riprovevoli.
E Silvio Berlusconi ha ancora il coraggio di lanciare l’idea di un nuovo soggetto politico. Un partito repubblicano all’americana per contrastare il partito democratico all’italiana di Matteo Renzi. Aspettiamo le spille, le coccarde e il nuovo inno. E poi si salvi chi può.