Non vado a votare contenta.
Non vado a votare contenta perché, al contrario di altre volte, non ho nessuna aspettativa positiva. Il futuro che tutti ci prospettano è quello di un Parlamento e di un governo dominati dalla peggiore delle destre.
Non vado a votare contenta perché, a fronte di questo fosco quadro, è caduto nel vuoto l’appello del “Manifesto” a un serrate le righe del fronte democratico tutto. Alla prima prova seria, il cosiddetto “campo largo” – quella cosa un po’ vaga ma che prometteva un futuro quantomeno decente – si è dissolto.
Non vado a votare contenta perché meglio non è andata per il campo – ahimè già di suo strettino – a cui personalmente appartengo. Il campo della sinistra-sinistra, della sinistra non incantata da Draghi. Mai come questa volta, forse, questo “campo stretto” è diviso. Alle vecchie divisioni se ne sono aggiunte di nuove. Tra chi considero “compagni” (una parola antica a cui ancora credo) c’è chi come me voterà l’Alleanza Verdi Sinistra e chi sceglierà l’Unione Popolare di De Magistris; c’è Articolo 1 che si presenta nelle liste del PD e chi, non sono pochi, appoggerà il M5S di Conte.
Non vado a votare contenta, quindi. Ma darò un voto assolutamente convinto. Perché penso che sia davvero molto importante che in Parlamento ci sia qualche voce, per quanto piccola e minoritaria, decisamente di sinistra. Qualcuno e qualcuna che riaffermi senza incertezze i valori in cui credo: la pace, la giustizia sociale, l’accoglienza, la difesa dei diritti. Con le scelte del mio partito – Sinistra Italiana – mi è capitato, anche di recente, di non essere d’accordo. Ma del comportamento di chi mi ha rappresentato nelle istituzioni sono sempre stata orgogliosa. Voterò quindi convinta e senza dubbi per l’Alleanza Verdi Sinistra. Per sperare di ottenere questo risultato dovrò dare il mio voto anche alla Bonino? Non ne sono certamente contenta. Ma la legge elettorale è quella che è e sono disposta a pagare questo prezzo, per quanto pesante, pur di avere in Parlamento qualcuno che voti contro le armi e contro le indegne ammucchiate governative (leggasi: governo Draghi). Se poi il mio voto contribuirà ad eleggere due persone degne come Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro, ne sarò doppiamente contenta.
Passato il 25 settembre dovremo ricominciare a ragionare e, se ne saremo capaci, a costruire. Mi auguro che di questa costruzione possano far parte i 5Stelle, a cui Conte ha oggettivamente dato una svolta in senso progressista. Credo però che questa prospettiva sarà più forte se sapremo affrontarla con la nostra storia, il nostro pensiero e la nostra autonomia critica.
PS. Chi è ancora incerto ricordi che c’è una soglia di sbarramento e il 3% non ce lo regala nessuno. Abbiamo bisogno del voto di tutte e di tutti).