di Alfredo Morganti – 8 ottobre 2015
Dal fallimento della raccolta firme promossa da Civati sui suoi referendum, da alcuni sondaggi che mostrerebbero come fuori dal PD non vi siano folle trepidanti pronte a brandire le armi per assaltare il Palazzo di Inverno, da una intuitiva cognizione delle forze in campo, se ne è ampiamente dedotto che la sinistra o vive ‘rifugiata’ nel PD o non è. Anch’io credo che, allo stato attuale e alle attuali condizioni, le persone non si attendano dalla sinistra medesima alcunché di più di quello che faccia (poco) e, dunque, nemmeno richiedano sforzi ulteriori in tal senso (si dovessero stancare troppo). Pur tuttavia, se non si semina speranza, nemmeno sarà possibile raccogliere nulla che vi somigli. Nel senso che restare chiusi in un’enclave non è un bel messaggio, a proposito di comunicazione. E se la sinistra si atteggia a carnefice di se stessa, non è certo colpa di Verdini se, a sentire ‘Ballarò’, l’82% degli elettori PD lo accoglierebbe come un figliol prodigo all’interno del ‘partito della nazione’.
Diamo un altro messaggio, allora. Usciamo all’aperto, ma non uno alla volta e singolarmente. No, usciamo all’aperto tutti (fuori e dentro il PD). Riapriamo porte e finestre. Smettiamola di fare gli esecutori testamentari di un patrimonio ridotto a pochi cenci. Proviamo a pensare che i risultati dei sondaggi cambiano se si lavora per cambiarli. Per altro, il 18% di chi ha risposto alla domanda ‘voterebbe un PD con dentro Verdini e Alfano?’ era diviso tra perplessi, gente che si sarebbe nel caso astenuta e coloro che sarebbero usciti dal partito. Un quinto quasi, non poco insomma (fatevi pure due conti in termini di ricaduta elettorale). Non ho capito, oltre a ciò, cosa farebbe la minoranza PD dinanzi a nuove, pericolose e stabili entrature (anche solo all’interno della maggioranza di governo): resterebbe asserragliata per rafforzare l’enclave e tutelare la sua oasi protetta (ma nemmeno tanto)? Io penso, invece, che i cittadini modulerebbero il loro parere dinanzi all’evento di una fuoriuscita di massa di chi si oppone a Renzi (i sondaggi sono statici, sono fotografie che non tengono conto delle dinamiche, o non vogliono tenerne conto). Il sondaggio precedente della Ghisleri (di cui mi fido di più) diceva, invece, che senza Bersani e con Verdini il PD passerebbe al 25% dei consensi (-7%). Ecco.
(Certo resta da vedere se, nel frattempo, l’autorevolezza di chi proponesse un’alternativa politica al renzismo non fosse un po’ scemata, a causa dei ‘no’ che sono diventati ogni volta inesorabilmente ‘sì’, apparendo agli occhi di elettori e cittadini, appunto, meno autorevole di una volta. E pure meno trascinante. Ma questo sarebbe solo un problema in più, nel mare di questioni aperte e irrisolte).