C’è un bisogno di sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
C’è un bisogno di sinistra.
Persino più forte della nostra capacità di evocarlo.
Il virus ha introdotto una situazione nuova. Lo ha fatto d’impeto, quasi senza preavviso, come un fulmine a ciel sereno. Ha introdotto un nuovo paradigma, quello per il quale la società torna a contare più del singolo, le relazioni sociali più del semplice individuo, le organizzazioni più del soggetto solo. Una rivoluzione, se ci pensate. Fino a ieri i messaggi erano: meno tasse per tutti, meno debito pubblico, meno Europa, meno protezione sociale (ritenuta una spesa da tagliare), meno sanità pubblica (sinonimo di spreco), più privato (perché più efficente), meno ricerca (tutti soldi buttati, tanto ci deve pensare lo Stato) e nessun limite alla libertà personale, ai gesti sfrenati, al primato del sé sull’altro.
Dal Covid in poi tutto si ribalta e, improvvisamente, la società, le relazioni, lo Stato, l’impegno pubblico, la sanità diventano capisaldi della nostra vita. Direi di più: della nostra salvezza. Gli immigrati escono finalmente dalla comunicazione, soprattutto della destra, e, nonostante, si tenti di farli rientrare dalla finestra (“sono loro i portatori di virus!”) l’impresa non è facile (per quanto tentata) e necessita di menti vere e di studio, mica dei quattro urlatori che guidano la destra oggi. Perché se è vero che manca ancora a sinistra (o è appena abbozzato) un pensiero attuale, capace di aggredire i tempi, questo è indubitabile anche per la destra. Anzi, tanto più.
Quanto durerà questo cambio di paradigma? Il solo tempo del virus? Può darsi, ma può darsi anche che la nuova cornice si stabilizzi e divenga il nuovo filtro con cui si interpreta la realtà. Staremo a vedere. Guai comunque a restar fermi. Non sarebbe male avviare un processo che preveda il sostegno forte, deciso, alla democrazia parlamentare, ai corpi intermedi, alle organizzazioni sociali, che diffonda messaggi all’altezza dei bisogni collettivi, che lavori sulla trincea culturale che si è spalancata e che si operi, coerentemente, per un grande, aperto, plurale, inlcusivo partito della sinistra, per quanto si tratti, lo so per primo, di una strada lunga e perigliosa. Ogni crisi è un’opportunità. Quella pandemica ha rimesso in evidenza i valori sociali, la necessità dell’altro, la protezione collettiva, la prossimità, la cura, la regolazione del conflitto, l’insuperabilità del dialogo e della mediazione. Se non è sinistra questa, cos’è? Ve lo chiedo.
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