C’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 7 giugno 2017

“L’area del centrosinistra è in tumulto. Nell’idea di Renzi, gli scissionisti dovevano essere raffigurati come un gruppetto folcloristico di nostalgici con il pugno chiuso e la stella rossa. Ma se si muovono gli ambienti del cattolicesimo democratico, allora il quadro cambia. Intorno a Pisapia o in altre forme potrebbe aggregarsi un mondo che è stato essenziale nella storia politica del centrosinistra e del Pd in particolare. I nomi di Prodi e di Enrico Letta sono solo i più noti, ma è chiaro che si parla di una realtà ben ramificata, con radici che affondano nelle organizzazioni sociali e in una tradizione. Non sarebbe una nuova scissione, ma qualcosa di più radicale: la frattura definitiva del progetto chiamato Partito Democratico, con la conseguente spinta verso destra della leadership renziana”.

Lo scrive Stefano Folli, su Repubblica. Ora non voglio entrare nel merito strategico, non allungo lo sguardo mentre la situazione mi sta franando indosso. Si può essere d’accordo o meno con l’ipotesi di riproporre un nuovo centrosinistra, si può discutere se sia questo quel che serve davvero per il futuro. Ma c’è, ci sarà un dibattito. Si discuterà per questo. Per conto mio, penso che senza la sinistra cattolica, il cattolicesimo democratico, il mondo del volontariato sociale, quella cultura, quella tradizione, quello delle parrocchie non si va da nessuna parte. Ma è solo una mia discutibile opinione. C’è un fatto però, solido, attuale, che io non voglio definire ‘tattico’ per non dare l’impressione di politicismo o di essere personalmente a corto di strategie. Ma si tratta però di un fatto specifico, ‘particolare’, contingente, e il peso che ha è rilevante: il PD rischia lo smottamento, rischia di perdere il sostegno dell’ulivismo e del cattolicesimo democratico che ancora lo animano. Si tratta di persone, ex capi di governo, ma anche di militanti, elettori, base, figure sociali, culture politiche. Che potrebbero non riconoscersi più nel recinto renziano, che potrebbero tentare di animare qualcos’altro, e rilanciare un percorso di sinistra riformista al di fuori del PD.

Se ciò avvenisse, ha ragione Folli: si romperebbe tutto, ma proprio tutto. Il PD si sgonfierebbe e il renzismo si mostrerebbe per quel che è: bulimia di potere, vuoto ideologico, voglia di comandare. E basta. Una specie di epifania, che porrebbe all’opinione pubblica degli interrogativi serissimi. Tutto questo sarebbe come ‘rifare’ il PD senza Renzi? Vorrebbe dire che ci accontenteremmo di mandare via l’usurpatore e basta? Visione riduttiva, secondo me. Riaprire i giochi, rimodulare le aggregazioni, rimettere in circolo culture e figure sociali non è la stessa cosa che fare un’operazione algebrica: Pd meno Renzi = nuovo centrosinistra. Sarebbe una visione troppo tecnica o caricaturale della politica. Perché io non parlo di strategie, ma quelle parlano comunque. Dinanzi al ‘fatto’ di un riposizionamento generale, andrebbe calato tempestivamente l’asso dei contenuti, ossia lavoro, welfare, sanità, scuola, formazione, lotta alle disuguaglianze sociali, investimenti, ridistribuzione, diritti, democrazia. La rimodulazione di consensi dal PD verso altre forze sociali della sinistra riformista, potrebbe voler dire ripristinare le condizioni di una nuova dialettica politica. In ogni caso, preferisco tener fermo questo quadro, cercare un ‘positivo’, piuttosto che disperarmi misurando la quantità di vuoto che ci circonda (che è molta e ci riguarda molto, diciamo). Abbiamo la necessità di partire per un lungo viaggio, la famosa lunga traversata: ma è sempre una tattica efficace a inaugurare una nuova linea strategica, a consentirne l’avvio. È sempre stato così, e sempre in quest’ordine: divincolarsi dalle pastoie del presente, per proporre un nuovo percorso da qui al futuro. Se continuiamo a sprofondare con gli stivali nel fango, se le sabbie mobili salgono, prima o poi ci faranno a pezzettini, altro che discutere su facebook. Là fuori c’è gente senza scrupoli, pronta a farci a fettine. Fanno sul serio. La sinistra la vogliono cancellare.

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