di Luigi Altea, 2 febbraio 2017
Come si fa a non voler bene a Pierluigi Bersani?
Criticarlo mi costa fatica, e mi provoca sincero dolore.
Ma…
Lasciare il PD per rifare l’Ulivo è come lasciare un donnaiolo per mettersi con un puttaniere. E’ come divorziare da una baldracca per sposare una mignotta.
La coazione a ripetere può risultare assai positiva quando riproduce “lenzualate”, ma molto dannosa, e perfino masochistica, se ripropone vecchie dolorose esperienze.
Cosa significa fare un “Ulivo aperto e plurale” ?
Il Partito Democratico non è forse aperto e plurale?
Quale altro partito può vantare una fauna politica più variegata di quella agglomerata nel PD?
Che necessità c’è, quindi, di clonarlo?
Per liberarsi di un segretario insopportabile?
E poi generarne un altro identico?
Matteo Renzi è un figlio legittimo dell’Ulivo. Non è il figlio adulterino della Sinistra.
Dalla Sinistra uno come Renzi non sarebbe mai potuto nascere.
Ma se, per disgrazia, fosse nato, sarebbe stato gettato via subito, al posto dell’acqua sporca.
L’Italia ha bisogno di una Sinistra che faccia la Sinistra.
E che faccia a meno dei boiardi di Stato, dei Marchionne, dei Briatore, dei Treu, degli Ichino e di tutti coloro che si raccolgono sotto l’Ulivo per godere della prima spremitura.
Abbiamo bisogno di ricominciare a guardare la luna.
La Sinistra non è una stalla dentro cui ricondurre le mucche scappate dalla mangiatoia della destra.
La Sinistra è anche un orizzonte, è un’etica.
E’, ad esempio, la dignità e il dovere di rivendicare la restituzione dell’art. 18.
Senza pietire, col cappello in mano, la concessione di un art. 17 e mezzo.