Caso Marino: tutta la verità

per Gabriella
Autore originale del testo: Sandro Vanni
Fonte: sandrovanni.it
Url fonte: http://www.sandrovanni.it/wordpress/2015/10/caso-marino-tutta-la-verita/

di Sandro Vanni  26 ottobre 2015

Di fronte ai polveroni mediatici, è sempre difficile raccogliere le idee e aprire una riflessione lucida e razionale sull’evento trattato. Del resto i polveroni vengono sollevati proprio per questo.

Ma quanto accaduto nei giorni scorsi nella capitale, con un linciaggio politico ed umano senza precedenti nei confronti di una persona per bene come Ignazio Marino, impone un piccolo sforzo per approfondire e capire.

fn-m5sL’attacco concentrico e simultaneo da parte di tutti i media (nessuno escluso) e di tutti i partiti (dall’estrema destra all’estrema sinistra, passando dal partito di appartenenza), e soprattutto la superficialità delle accuse costruite praticamente sul niente, rappresentano un fatto più unico che raro e sollevano qualche legittimo dubbio.

Non voglio cadere nel complottismo, nella dietrologia o nella cultura del sospetto (stile il giornalismo-spazzatura de “Il Fatto Quotidiano”, per intenderci), e per questo voglio provare ad analizzare razionalmente ogni elemento di questa vicenda ignobile.

In queste settimane Ignazio Marino è stato alternativamente dipinto come un individuo senza etica che utilizzava i soldi del Comune per spese personali, un colluso con Mafia Capitale perché non poteva non sapere, una persona onesta ma incapace, un malato psichiatrico affetto dall’ossessione maniacale di scroccare le piccole spese, e così via.

L’obbiettivo evidente era distruggere l’uomo, additandolo come il responsabile del degrado morale, urbano e politico della capitale. Ma troppe cose non tornano.

Per trovare qualche piccolo spazio di oggettività è necessario cercare nei piccoli blog locali, magari tra quelli che non sono mai stati teneri con lui, come “Roma fa schifo”, perché tutto il resto dell’informazione suona la stessa musica.

Proviamo a vagliare, una per una, tutte le accuse che sono state mosse a Ignazio Marino:

1. Spese pazze. In un momento di difficoltà per tutte le famiglie, è immorale che un sindaco spenda con leggerezza i soldi dei cittadini.

Ma quali spese Pazze?

Per settimane i giornali ci hanno bombardato con racconti di cene da nababbi, di viaggi in Limousine, di hotel di lusso, e via dicendo.

La verità è che Marino, nei due anni e mezzo che ha amministrato Roma, ha speso per la rappresentanza molto meno di tutti i suoi predecessori e meno delle amministrazioni di città assai più piccole (tanto per fare alcuni esempi, nel 2013 Roma ha speso circa 91.000 euro, Milano 143.000 euro, Napoli 87.000 euro, Parma 108.000 euro).

Marino, con la carta di credito  in dotazione, in due anni e mezzo  ha speso meno di 20.000euro. Di queste, quelle contestate (come poi vedremo) ammontano ad un totale di 915 euro.

Tutte le spese pagate da Marino con la carta di credito del Comune, sono state pubblicate online, una ad una, (sarebbe interessante vedere quelle degli altri sindaci italiani, compreso quelle di Renzi quando era il primo cittadino di Firenze).

spesepazzeAnalizzandole è difficile sostenere che si tratti di “spese pazze”: viaggi in 2° classe, alberghi a 3 stelle, cene con personaggi importanti da 40/50 euro.

Ad eccezione di 3-4 bottiglie di vino da 55 euro, in due anni e mezzo, (magari per ingraziarsi qualche commensale particolare, come il mecenate che poi ha staccato un assegno da due milioni di euro con cui Roma sta rimettendo a posto la fontana di piazza del Quirinale, sette colonne del foro Traiano e la sala degli Orazi e Curiazi), quello che balza agli occhi è una gestione piuttosto oculata della carta di credito in dotazione.

il fattoEppure nella foga inquisitoria c’è chi, come “Il Fatto Quotidiano”, è arrivato ad accusare Marino di aver pagato una colazione di 8 euro ad un reduce dell’Olocausto, e 100 euro di fiori per Charlie Hebdo, contrapponendo a quegli ignobili gesti, l’etica esemplare del sindaco di Livorno Nogarin, che si è fatto rimborsare persino lo scontrino di 0,90 euro per un caffè preso a Roma.    (clicca sull’immagine per leggere)

2. Scontrini. Ma perché Marino ha messo on-line tutti gli scontrini sapendo che alcuni non erano veritieri? Possibile che sia così coglione?

La bufala sugli scontrini

Ma perché Marino ha messo on-line tutti gli scontrini delle spese di rappresentanza di cui ha chiesto il rimborso (ristoranti, alberghi, viaggi), sapendo che alcuni non erano veritieri? Possibile che sia così coglione?

larepubblica

Ce lo spiega La Repubblica, ovvero lo stesso quotidiano che ha dato il via alla campagna denigratoria nei confronti di Marino, con un trafiletto pubblicato il 10 ottobre scorso, accuratamente mimetizzato nelle pagine interne. Naturalmente, sulle prime pagine, ha continuato la campagna diffamatoria….

larepubblica2

Prima dell’arrivo di Marino, le spese di rappresentanza venivano rendicontate sommariamente dagli impiegati comunali. Fu proprio Marino a volere norme più rigide e trasparenti, ovvero che ogni spesa fosse giustificata nei minimi dettagli direttamente dal primo cittadino.

Questo cambiamento di procedura ha comportato un blocco delle rendicontazioni per un lungo periodo, con l’accumulo di una grande quantità di scontrini presso la segreteria.

Quando gli uffici ci hanno messo le mani, ogni singolo scontrino è stato rendicontato scorrendo sommariamente l’agenda del sindaco. Nei casi dubbi gli impiegati sono andati a “naso”: ad esempio se nel primo pomeriggio il sindaco aveva un appuntamento con una delegazione x,  hanno attribuito lo scontrino del pranzo a quell’evento, per deduzione.

Non a caso i sette scontrini contestati risalgono quasi tutti ai primi mesi della legislatura (2013).
Gli impiegati hanno quindi redatto le dichiarazioni in cui il Sindaco attestava “sotto la propria responsabilità” il contesto in cui ogni singola spesa era stata sostenuta e le hanno sottoposte alla sua firma insieme ad altre centinaia di pratiche, così come accade in ogni grande Amministrazione o Azienda.

Ferma restando la responsabilità formale degli atti firmati, è plausibile che Marino le abbia sottoscritte in buona fede o che, addirittura, le abbiano siglate direttamente gli impiegati, come è usanza fare nei grandi uffici per le pratiche burocratiche di scarsa importanza, in virtù del rapporto fiduciario.

Di fronte all’irrilevanza della cifra contestata (915 euro su un totale di spese di rappresentanza di 150.000 euro in due anni, di cui meno di 20.000 euro effettuate con la carta di credito in uso al primo cittadino), qualsiasi testata giornalistica libera e indipendente avrebbe cercato un minimo di riscontro oggettivo, tanto più in un contesto mafioso come quello romano degno di maggior attenzione.

Tra l’altro, tra le ricevute pubblicate, si trovano anche alcuni rimborsi effettuati da Marino a favore del Comune (come questo), relativi a cene fatte e pagate per errore (o comodità) con la carta di credito del Comune e regolarmente rimborsate con bonifico bancario (per quale ragione, se fosse quello scroccone di cene che qualcuno ha descritto,  Marino avrebbe effettuato quei rimborsi e altri no?).

E’ evidente che non si è trattato di superficialità o mediocrità dei giornalisti, ma di una vera e propria caccia all’untore pianificata a tavolino tramite l’utilizzo di un falso scoop. Il fatto che non ci sia stata una sola voce fuori dal coro, testimonia quanto sia libera e indipendente l’informazione italiana.

 

3. Firme. Ma chi firmava i giustificativi degli scontrini?

Chi firmava gli scontrini?

Il blog “Roma fa schifo” ha fatto quello che ogni testata giornalistica seria dovrebbe fare (infatti nessuna l’ha fatto), ovvero ha approfondito ogni aspetto della vicenda, scoprendo che le firme in calce ai giustificativi non sono di Marino.

Senza essere esperti grafologi, basta confrontare le firme in questione per verificare questa semplice verità.

firme
E’ evidente che gli impiegati e i collaboratori che hanno scritto le attestazioni, sicuramente su delega, le hanno anche firmate.

I documenti firmati Ignazio Marino sono 121, divisi in comunicazioni (annuncio di un viaggio con relative spese) e dichiarazioni (attestazione delle spese sostenute).
Vedi tutti gli scontrini e i giustificativi pubblicate sul sito del Comune di Roma.

Di questi 121 documenti soltanto 18 sono firmati di pugno da Marino (il 14,8% del totale) e sono tutte comunicazioni. Marino non ha personalmente firmato nessuna dichiarazione relativa alle spese effettivamente sostenute.

Ad ulteriore dimostrazione di come l’intera documentazione sia stata messa insieme mesi dopo la consegna degli scontrini e in fretta e furia, a pag 293 si trova un documento in cui sono visibili tutti i dati della carta di credito del Comune (numero, scadenza e codice di sicurezza).

Ovvero chiunque può oggi fare un acquisto utilizzando i dati di quella carta…

 

4. Panda. Marino ha tutti i vizi della casta: ha approfittato della sua carica per non pagare le multe prese viaggiando con la sua auto

La montatura sulle multe non pagate

Secondo i suoi detrattori, Marino ha tutti i vizi della casta, tant’è che ha approfittato della sua carica per non pagare le multe prese con la sua Panda all’interno della Ztl (Zona a traffico limitato).

La vicenda è nota: tra il giugno e l’agosto 2014 il Sindaco di Roma si è beccato una decina di multe, risultate poi non pagate, per essere entrato con la sua auto nella Ztl, con il permesso scaduto.

multePer questa vicenda è stata presentata addirittura un’interrogazione parlamentare e sono state organizzate manifestazioni per chiedere le sue dimissioni.

Eppure, in base ad una delibera del 1996 il sindaco della Capitale ha diritto a tre pass (Alemanno ne utilizzava due, Marino ne ha chiesto solo uno per la sua Panda); per questo la targa dell’auto è stata inserita, fin dal suo insediamento, nella famosa “white list”.

Fino all’approvazione del nuovo Piano Generale del traffico Urbano, il permesso durava 5 anni (tutto il mandato). Ora invece deve essere rinnovato, a cura dell’ufficio di gabinetto del Sindaco, anno per anno, ma l’addetto lo ha rinnovato in ritardo.

Marino ha viaggiato per Roma ignaro di avere il pass scaduto e si è beccato le multe. Oltretutto non le ha mai viste perché, anziché al proprio domicilio, venivano recapitate all’ufficio di gabinetto, in quanto l’auto era inserita nella “white list”.

Successivamente non ha pagato quelle multe perché al momento del rinnovo del permesso, anche se tardivo, le stesse sono state abbuonate. Si tratta di una prassi denominata “Amministrazione amica” che vale per tutti i romani, compreso quelli che protestavano.

In quale altra città del mondo, per un motivo futile come questo, a qualcuno sarebbe venuto in mente di chiedere le dimissioni del Sindaco.? Eppure la vicenda ha tenuto banco, per mesi, su tutti i media ,con titoli a caratteri cubitali….

 

5. Casamonica. Il Sindaco di una capitale, non può starsene in ferie quando nella sua città si celebrano in pompa magna i funerali di un boss della mafia.

I funerali del boss

Il Sindaco di una capitale, non può starsene in ferie, quando nella sua città si celebrano in pompa magna i funerali di un boss della mafia come Vittorio Casamonica“.  Questo assunto è stato il pretesto per l’ennesimo linciaggio mediatico di Ignazio Marino.

casamonicaNon c’è dubbio che il funerale di uno dei boss più pericolosi di Roma (coinvolto tra l’altro nell’inchiesta Mafia Capitale), accompagnato dalla colonna sonora de “Il Padrino”, con i patetici megaposter appesi al sagrato della chiesa inneggianti a “Vittorio Casamonica: re di Roma”, la carrozza trainata da tre file di cavalli e i petali di rosa lanciati da un elicottero, sia stato uno spettacolo avvilente che ha umiliato Roma e l’Italia di fronte al mondo intero.

Ma ancora più avvilente e incredibile è stato il violento attacco di tutti i media nei confronti del Sindaco Marino (con la solita richiesta di dimissioni), reo di trovarsi in quei giorni in ferie, come gran parte dei romani nel mese di Agosto.

Avrebbe dovuto programmarsi le ferie prevedendo la morte del boss, oppure rientrare dall’America in fretta e furia per partecipare al funerale?

A parte che in assenza del Sindaco le sue funzioni sono svolte dal Vicesindaco (che era regolarmente presente in città), nessuno ha saputo spiegare quali sono state le responsabilità di Marino, né quali competenze avesse nella gestione di quel funerale.  Non è certo compito di un sindaco monitorare un clan mafioso o vigilare che un elicottero non sorvoli il centro di Roma.

Le omissioni che ci sono state, alcune delle quali gravi, sono tutte imputabili alle forze dell’ordine che fanno capo al prefetto di Roma Franco Gabrielli e al Ministro dell’Interno Angelino Alfano che, pur essendo a conoscenza della morte del boss (se non lo fossero stati la cosa sarebbe ancora più grave) non hanno mosso un dito per impedire quella vergogna.

E’ evidente che l’ennesimo polverone mediatico contro Marino, che non c’entrava assolutamente niente, è stato sollevato non solo per alimentare la campagna denigratoria nei suoi confronti, ma anche per coprire i veri responsabili di quella grave ferita all’immagine di Roma e dell’Italia.

 

6. Mafia capitale. L’inchiesta “Mafia Capitale” ha scoperchiato un sistema di malaffare radicato e vorace. Il Sindaco non poteva non sapere…

Il verminaio di Mafia Capitale

L’inchiesta “Mafia Capitale” ha scoperchiato un sistema di malaffare radicato e vorace, finalizzato al saccheggio di Roma attraverso la connivenza di mafiosi, criminali comuni, politici, amministratori, dirigenti di imprese, cooperative, massoneria, associazioni, alti prelati….

Un verminaio gigantesco di cui, prima dell’inchiesta,  nessuno poteva immaginare le dimensioni; un intreccio di affari colossali che ha visto in Marino un nemico fin dal giorno della sua elezione a Sindaco di Roma.

Da quando si è insediato, infatti, la vita di quei criminali si è fatta più difficile rispetto agli anni d’oro di Alemanno, perchè non sono più riusciti a piazzare loro uomini in Campidoglio e a condizionare gli appalti. E quella è gente che non scherza.  Non a caso Marino, abituato ad andare al lavoro in bicicletta o con la Panda, dopo pochi mesi si è trovato costretto a viaggiare con la scorta assegnatagli dal Ministero dell’Interno.

Anche in questa azione è stata messa in moto la solita macchina del fango contro Marino, con il duplice scopo di indebolire l’immagine e di usarlo come strumento di distrazione di massa.  L’attenzione dei media, infatti, si è subito spostata dai rapporti politica/mafia alla richiesta corale delle dimissioni di Marino, che con la sua azione di governo rappresentava il classico granello di sabbia capace di bloccare l’ingranaggio.

La motivazione?  Semplice e disarmate nello stesso tempo: il sindaco della città, chissà in base a quale potere mediatico, non poteva non sapere….

Chissà se queste persone, compatte nel chiedere le dimissioni di Marino, sapessero qualcosa… Chi avrà pagato le cene come questa?

CENA2010

 

7. Papa. Sul viaggio in America Marino è stato clamorosamente smentito persino dal Papa, perdendo così ogni credibilità, come uomo e come amministratore.

Persino il Papa l’ha sbugiardato…

I fatti sono noti a tutti.  Le parole di Papa Bergoglio pronuciate sul volo di ritorno dalla missione in America hanno fatto il giro del mondo, assestando un colpo micidiale e devastante all’immagine di Ignazio Marino.

Questo video, che è rimbalzato per giorni su tutte le TV del mondo, si basa su una menzogna del giornalista ed è stato montato ad arte togliendo volutamente la domanda ingannevole posta al Pontefice.

Si tratta di una manipolazione vergognosa, pianificata a tavolino, sapientemente  brandita come una clava contro il Sindaco di Roma da tutti i notiziari televisivi, le testate giornalistiche e i social network.

Questa è la domanda, palesemente scorretta e fatta proprio per ottenere quel tipo di risposta, posta al Papa dal giornalista (se tale si può definire) di SkyTG24, Stefano Maria Paci:

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La verità è che Marino ha sempre detto di essere stato invitato in America dal Sindaco di Filadelfia Michael Nutter, e dall’arcivescovo, Charles Chaput, durante l’incontro avvenuto nel giugno scorso a Roma.

I due erano venuti nella capitale proprio per consultarsi con gli esperti comunali su come organizzare la visita del Papa nella loro città. Nell’occasione invitarono il Sindaco di Roma a Filadelfia per una serie di iniziative in concomitanza con la visita del Papa.

Marino non ha mai detto, in nessuna occasione, di essere stato invitato dal Papa, ma ha sempre specificato  che l’invito era stato fatto dal suo collega sindaco.  E’ volato quindi prima a New York e poi a Filadelfia, dove ha partecipato a diverse riunioni ed eventi alla ricerca di finanziamenti per i beni artistici di Roma e ha poi assistito alla messa del Papa in occasione del World Meeting of Families.

Ma durante il volo di ritorno del Papa, è scattata la trappola: uno pseudo-giornalista ha fatto una domanda trabocchetto, partendo da un antefatto falso; Bergoglio ha risposto come logico che rispondesse e sulla sua dichiarazione è stato montato un video ad arte, usato poi come un randello contro chi, evidentemente, ha pestato i piedi a troppe persone che contano.

 

8. Capacità. Per fare il sindaco della capitale non basta essere onesti ma bisogna essere capaci. Marino non ha fatto niente di utile per la città.

Non basta l’onestà

Per governare Roma non basta essere onesti, bisogna “saper fare”.   E’ questo l’ossessivo ritornello riproposto per mesi da tutti i media che,  non riuscendo a scalfire l’eticità e l’onestà di Marino, hanno servilmente fatto da cassa di risonanza delle parole del suo più acerrimo nemico, Matteo Renzi.

Dimostri di saper governare, oppure se ne vada“, ha ripetuto più volte il premier.  Chissà cosa intende Renzi per “governare”…, forse assecondare le lobby che da decine di anni si sono spartite Roma?

Eppure se lui, nel suo mandato a Palazzo Chigi, avesse realizzato metà delle cose fatte da Marino per la città di Roma, avrebbe avuto materiale per far lavorare per un decennio i suoi “spin doctor” su cose concrete, e non sul niente come sono costretti a fare.

Proviamo ad elencare le cose più significative portate a termine da Marino in soli due anni e mezzo, prendendole dal blog che ha promosso la petizione online per chiedergli il ritiro delle dimissioni:


1) ha chiamato la Guardia di Finanza il primo giorno che si è insediato [leggi qui];

2) ha risparmiato 120 milioni ogni anno solamente confrontando le spese allegre del comune con i prezzi di mercato come, per esempio, pagare 4800€ ogni pc ai soliti noti [leggi qui];

3) ha portato al Procuratore Pignatone tutta la documentazione in possesso dell’Amministrazione comunale consentendo così di dare una svolta importante alle indagini di Mafia Capitale;

4) ha chiuso la megadiscarica di Malagrotta, dopo 30 anni, evitando così pesantissime sanzioni dall’Europa e tornando ad accedere nuovamente ai fondi europei [leggi qui];

5) Ha indetto un bando internazionale per la raccolta rifiuti portando ad oggi la differenziata al 43% (prima sulla carta era la metà, ma di fatto non esisteva dato a Malagrotta si inceneriva tutto) [leggi qui];;

6) ha riaperto i cantieri della metro C. Nel 2013 la talpa era ferma, in 2 anni ha 21 fermate in più [leggi qui];

7) ha identificato un nuovo centro per i rifiuti. A settembre apre Rocca Cencia per la trasformazione dell’umido a impatto zero e senza odori [leggi qui];

8) ha messo a capo dei vigli un poliziotto facendo infuriare quella lobby potentissima dei vigili, ha tolto loro i privilegi, li ha denunciati il 31/12 e ha messo la turnazione dei dirigenti comunali [leggi qui];

9) ha cacciato l’Amministratore Delegato di AMA (il più grande operatore in Italia nella gestione integrata dei servizi ambientali), poi arrestato con Mafia Capitale [leggi qui];

10) ha cacciato in ATAC (l’Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma), quasi tutti gli assunti da Alemanno imbucati in ufficio e li ha mandati a fare i controllori [leggi qui];

11) Ha allungato i turni dei dipendenti ATAC e obbligato tutti loro (come già funziona ovunque nel mondo) a timbrare il cartellino a inizio e fine turno [leggi qui];

12) ha messo un magistrato alla trasparenza [leggi qui];

13) ha mandato le ruspe a Ostia liberando gli accessi al mare dove da anni TUTTI facevano finta di non sapere che comandava la mafia degli Spada e dei Fasciani [leggi qui];

14) ha (in soli 6 mesi), portato al 90% il raddoppio della Prenestina (in 6 anni avevano realizzato solo il 40%) [leggi qui];

15) ha pedonalizzato i fori e il tridente (a chi avrebbe creato disagio questascelta? Ora si può vedere solo un fiume di pedoni che si godono il centro storico);

16) ha eliminato i camion bar dal centro storico restituendo Roma al suo fascino naturale. (facendo un torto alla famiglia Tredicine, che tutti i suoi predecessori hanno sempre temuto sfidare) [leggi qui];

17) ha valorizzato i fori con le luci del premio Oscar Vincenzo Storaro e gli spettacoli multimediali di Piero Angela e Paco Lanciano in attivo già dal primo anno [leggi qui];

18) ha riportato in attivo il teatro dell’opera [leggi qui];

19) ha portato ingenti investimenti nella cultura anche da parte dei privati [leggi qui];

20) ha fatto rimuovere migliaia di cartelloni abusivi e ha vietato le pubblicità a sfondo sessista [leggi qui];

21) Sta pagando circa un miliardo di debiti che si è ritrovato appena insediato [leggi qui];

22) ha fatto il bilancio di previsione a inizio anno e non alla fine o addirittura l’anno successivo come avveniva in precedenza [leggi qui];

23) ha stabilito nuove regole più stringenti per il bando degli appalti e l’affidamento di lavori pubblici [leggi qui];

24) ha portato alla riduzione del tempo di apertura degli sportelli della metro, riducendo così il numero di ingressi senza biglietto [leggi qui];

25) ha sperimentato (sulla linea B1) la timbratura del biglietto in uscita dalla metro come ulteriore incentivo a timbrarlo [leggi qui];

26) ha comprato nuovi cassonetti della spazzatura  (quelli attualmente in uso sono in leasing a un prezzo astronomico) [leggi qui];

27) ha iniziato a sostituire l’illuminazione della città con le lampadine al LED [leggi qui];

28) da questa estate sono partiti i lavori per il rifacimento delle principali arterie stradali in previsione del Giubileo (i cantieri stradali sono ovunque, basta farsi un giro nel traffico);

29) ha finanziato il progetto per la realizzazione del GRAB (grande raccordo anulare delle bici), poi bloccato dall’ultimo assessore Esposito [leggi qui];

30) ha fatto ristrutturare tutta una serie di monumenti (Colosseo, Fontana di Trevi, Barcaccia, Piazza 4 Fontane, ecc.) [avete fatto una passeggiata in centro negli ultimi 2 anni no?];

31) ha varato un nuovo piano per i ripetitori con lo scopo di ridurre l’inquinamento da elettrosmog [leggi qui];

32) ha creato per la prima volta il registro unioni civili, trascrizione matrimoni tra persone omosessuali contratti all’estero, progetti contro il bullismo omofobico (facendo infuriare il Vaticano) [leggi qui];

33) ha finalmente varato un nuovo PGTU (Piano Generale Traffico Urbano) [leggi qui];

34) ha messo 300 spazzini in più nelle strade [leggi qui];

35) ha messo il gps alle spazzatrici (prima non avevano nemmeno un percorso stabilito da percorrere) [leggi qui];

36) ha indetto una gara europea trasparente mettendo 1000 nuovi appartamenti a disposizione dell’assistenza alloggiativa temporanea [leggi qui];

37) ha cancellato 20 milioni di potenziali metri cubi di cemento per 160 proposte di nuove urbanizzazioni che si sarebbero riversati su 2300 ettari di Agro romano [leggi qui];

38) ha cancellato altri 5 milioni di metri cubi di cemento, all’Ex Snia, al Casilino [leggi qui];

39) ha revocato la delibera sulla valorizzazione delle caserme e ridotto i volumi in altre delibere come quella della ex fiera, da 93 mila mq a 67.500 mq [leggi qui];

40) ha individuato 743 occupanti di case pubbliche sprovvisti dei titoli per abitarle perché occupanti abusivi, oppure proprietari di immobili o con redditi superiori ai limiti [leggi qui

In ultimo, ma tra i punti più importanti, l’Agenzia di rating Internazionale ha alzato il “punteggio” di Roma da negativo a stabile. In soli due anni.  http://www.ignaziomarino.it/valutazione-fitch/

 

9. Rapporto con i romani. Marino è finito perchè ha perso il rapporto fiduciario con la città.

Ha perso i rapporti con la città?

Gli stati maggiori del Partito Democratico continuano a ripetere che l’esperienza di Marino è finita perchè non c’è più un rapporto fiduciario tra lui e i cittadini di Roma.

In realtà, nonostante l’imponente dispiego di mezzi e di risorse usate per delegittimarlo, il suo rapporto con la parte sana della città di Roma è ancora saldo, come dimostrano il successo della petizione per il ritiro delle sue dimissioni e  le manifestazioni popolari in suo sostegno.

Piuttosto, viene spontaneo chiedersi il motivo di tanto feroce accanimento nei suoi confronti, e lo si può capire solo dalle reazioni di quel “mondo di mezzo”, così fortemente radicato nel tessuto romano, costituito da quella microillegalità diffusa e sommersa che tutti fanno finta di non vedere.

La verità è che Marino ha rotto il vecchio sistema di potere che si reggeva su un equilibrio solido e consolidato tra omertà, raccomandazioni, clientele, interessi illeciti piccoli e grandi, e facendo questo si è creato un esercito di nemici potenti e agguerriti.

Se è questo il rapporto con la città che Marino è accusato di aver spezzato, rappresenta un merito, non certo una colpa.

Proviamo ad elencare i poteri a cui Marino ha pestato i piedi:


Mafia Capitale

Nella vicenda di Mfia Capitale, che ha visto coinvolti gran parte dei politici romani (compreso una parte consistente del Partito Democratico), la figura di Marino ha dato subito fastidio, in quanto non organico ai potentati locali e non controllabile.

SabellaTutti gli enormi interessi che nell’era Alemanno avevano consolidato un centro di potere e di governo occulto della città, non hanno più trovato un clima favorevole per i loro traffici.  Fin dal primo giorno del suo insediamento, Marino ha iniziato a portare in Procura decine di faldoni riguardante la precedente Amministrazione.   Non a caso aveva nominato assessore alla legalità un magostrato dello spessore di Alfonso Sabella.


Il clan Alemanno

alemannoGianni Alemanno gli ha lasciato in eredità una città sull’orlo del collasso, e non è stato facile iniziare l’opera di risanamento economico della città.  Ma quello che ha dato maggiormente fastidio è stata l’introduzione dei concetti di legalità e lo smantellamento del clientelismo (vedi parentopoli, abusivismo, ecc..)


La lobby dei paninari

camionbarMarino ha sgombrato dal Colosseo e dalle altre attrazioni turistiche di Roma i bruttissimi camion-bar che ne facevano scempio.  Questi camion appartengono tutti ad una tra le famiglie più potenti di Roma, i Tredicine, che muovono migliaia di voti e sono, tra l’altro, ampiamente rappresentata in campidoglio.

Nessuno, prima di lui, aveva anche solo tentato di farlo. Adesso i turisti possono ammirare il colosseo in tutto il suo splendore, e magari fare una passeggiata sull’ultimo tratto dei Fori Imperiali, finalmente liberato  dal traffico automobilistico.  (altra coraggiosa iniziativa che gli ha inimicato  i commercianti e i residenti, molto potenti, della zona).


Gli abusivisti di Ostia

ostiaTra i molti nemici di Marino ci sono certamente le potenti famiglie di Ostia che avevano cementificato abusivamente il lungomare sentendosi i padrono indiscussi di quella zona e che si sono trovate una mattina le ruspe mandate da Marino a restituire la spiaggia ai romani.

Con il commissariamento del Comune, il piano di abbattimento degli abusi edilizi programmato nel 2016, si fermerà.

 


La discarica di Malagrotta

MalagrottaMarino è stato l’unico sindaco ad avere il coraggio di chiudere l’immensa discarica di Malagrotta; se ne parlava da almeno trent’anni, ma nessuno l’aveva fatto.

Un tempo a gestire lo smaltimento dei rifiuti erano  imprenditori privati, avidi e incapaci.  Da quando se ne occupa il Comune, seppur tra mille difficoltà, la raccolta differenziata è raddoppiata in pochi mesi.

E in questi giorni è stata bandita la prima vera gara per il servizio, con procedure vere, con aziende partecipanti vere.  Solo da questa procedura c’è un risparmio di 10 milioni di euro che passano dalle tasche dei soliti noti a quelle dei cittadini. E sono briciole se si pensa che i ras dei rifiuti (che hanno sempre fatto, indisturbati, quello che volevano), avevano chiesto 900 milioni.


Ditte abusive dei cartelloni pubblicitari

manifestiRoma è deturpata da migliaia di enormi cartelloni pubblicitari installati abusivamente da un potente gruppo di circa 400 ditte che si spartiscono le zone della città, facendo quello che vogliono in barba alle leggi.

Marino ci ha messo le mani aprendo una partita enorme che riguarda un giro di interessidi  dimensioni ancora più grandi  di quanto emerso fino ad oggi in Mafia Capitale.

Erano venti anni che la città doveva dotarsi per legge di un Piano Regolatore dei cartelloni; Alemanno l’ha rimandato per 5 anni con scuse risibili, Marino ha portato a casa il provvedimento dopo appena un anno di amministrazione.

Ora stanno per arrivare i bandi di gara europei e, finalmente, il settore potrà tornare in mano a società serie, in grado di creare posti di lavoro legali e di rispettare il decoro della città.


Affittopoli

affittopoliMarino ha messo mano agli affitti degli alloggi comunali, rimettendo in discussione casi di gente che pagava poche decine di euro al mese per appartamenti in pieno centro e sfrattando centinaia di abusivi.

Con la messa in vendita di centinaia di beni di proprietà del Comune, sarà posto fine allo scandalo di negozi e appartamenti  in centro affittati a 80 euro al mese.    Com’è facile capire, non tutti hanno gradito questo tipo di scelta.

Altra cosa su cui è intervenuto Marino sono i locali privati presi in locazione dal Comune per le situazioni di emergenza (sfratti, profughi, ecc…).   Fino ad ora i furbetti che avevano gli agganci giusti negli uffici del Campidoglio, mettevano a disposizione immobili fatiscenti per canoni esorbitanti, simili a quelli di locali di lusso nel centro della capitale…


Trasporto pubblico

L’ATAC, l’azienda di trasporti di Roma, non è certo un esempio di efficienza.

atacMarino ha trovato una situazione in cui su 11.804 dipendenti solo 5.900 erano autisti, e ben pochi controllori. Il resto era tutto imboscato negli uffici (o addirittura a casa, visto l’alto tasso di assenteismo).  Vale la pena di ricordare che, secondo un’inchiesta che ha già portato alle prime condanne, l’ATAC prima e durante l’amministrazione Alemanno sarebbe stata usata addirittura come “zecca” di biglietti non fatturati, per finanziare politici di destra e di sinistra.

Dopo l’insediamento di Marino, l’azienda ha dichiarato oltre 300 esuberi e ha poi siglato un accordo con i sindacati per trasformare impiegati in controllori e altri ruoli operativi e legare una parte del salario a un bonus variabile per contrastare l’assenteismo.

Per la rilevazione degli orari, Marino ha dovuto ingaggiare una dura battaglia per l’introduzione della “timbratura” per i macchinisti della metropolitana; per risolvere i problemi legati alle resistenze nei cambiamenti,  Marino  ha azzerato i vertici dell’ATAC e  chiesto le dimissioni dell’assessore ai trasporti Improta.


Lobby dei vigili urbani

vigiliAnche qui, Marino si è reso “colpevole” di aver immediatamente provocato le dimissioni del precedente Comandante dei vigili urbani Carlo Buttarelli, nominato da Alemanno.

Marino fu immediatamente attaccato dal sindacato della Polizia Locale, che lo accusò di rinunciare a “una figura di spiccata efficienza e riconosciuta professionalità”.   Dopo poco,  Buttarelli è fnito in un’indagine  per concorso in abuso d’ufficio ai danni di un ambulante che era stato sommerso di multe perché rifiutava di pagare il “pizzo” ai vigili urbani.

La successiva nomina di un poliziotto a capo dei vigili, non è certo piaciuto ai dipendenti della Polizia Municipale…


Raccolta dei rifiuti e servizi urbani

amaAnche in questo caso, Marino ha innanzitutto ottenuto le dimissioni dalla carica di presidente di Roma Multiservizi di Franco Panzironi, già amministratore delegato dell’AMA voluto da Alemanno, che recentemente è stato condannato per la “Parentopoli”, definita da il Corriere  “la più consistente assunzione clientelare mai avvenuta a Roma”, con 841 dipendenti assunti senza i requisiti di legge.

Panzironi è anche indagato, all’interno dell’inchiesta su Mafia Capitale, per associazione per delinquere di stampo mafioso.


Vaticano

Night view at St. Peter's cathedral in Rome, Italy

Il Vaticano rappresenta il gigante contro cui nessuno, a Roma, ha mai osato mettersi, (a prescindere dalle dichiarazioni del Papa sul viaggio a Filadelfia che non c’entrano niente).

Marino è da sempre malvisto dalla Curia per la sua storia, la sua cultura, la sua spiccata laicità. Pochi se lo ricordano, ma Ignazio Marino si battè con coraggio e determinazione a favore del referendum sulla procreazione medicalmente assistita. (battaglia di civiltà osteggiata con forza dal Vaticano e purtroppo persa per il non raggiungimento del quorum).

Poco dopo il suo insediamento, Marino ha istituito il registro comunale per le unioni civili, accogliendo anche coppie dello stesso sesso, proprio mentre si concludeva in Vaticano il sinodo sulla famiglia.  Nel  giugno scorso ha apertamente patrocinato il Gay Pride a Roma mettendosi addirittura  in testa al corteo (anche Rutelli dette il patrocinio, nel 2000,  per poi ritirarlo prima della manifestazione)

marinodirittiLa Chiesa romana non ha certo gradito, e non dimentica…  Non a caso, alla vigilia delle dimissioni del Sindaco, il cardinale vicario Agostino Vallini ha scritto una lettera alla città perché Roma sia “stimolata a rinascere, ad avere una scossa”. Il cardinale Vallini ci ha spiegato che bisogna “ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma” auspicando la «formazione di una nuova classe dirigente nella politica».

Più che al messaggio pastorale, la sua attenzione sembra  concentrata sulla pioggia di milioni di euro in arrivo con il Giubileo.

Ricordiamoci che il clero capitolino non è affatto estraneo al “mondo di mezzo”, come testimoniano il funerale del boss Casamonica nella stessa chiesa vietata a Piergiorgio Welby e la sepoltura di Renato De Pedis, capo della banda della Magliana, nella basilica di Sant’Ampollinare.


Matteo Renzi

Renzi,Pd non chiede rimpasto ma a disposizione LettaInfine, tra i nemici di Marino, c’è lui, in questo momento il più potente di tutti: Matteo Renzi.

E’ difficile capire il perchè, dal momento che se c’è uno che ha #cambiatoverso a Roma è stato proprio Ignazio Marino, e non solo nella lotta per la legalità; a Roma, in soli due anni, i conti sono finalmente tornati in ordine.

La città non approvava il suo bilancio di previsione in maniera regolamentare da 24 anni; quest’anno, per la prima volta, Roma ha approvato il bilancio 2015 alla fine del 2014, com’è giusto che venga fatto.

Non solo, basta guardare i dati pubblicati dal Sole24Ore per constatare un dato rilevante, ovvero che mentre sotto i precedenti Sindaci il debito giornaliero medio del Comune di Roma era con il segno “+” (rispettivamente Rutelli + € 829,937, Veltroni + € 416.476 , Alemanno + € 450.160),  con Marino è sceso a – € 12.987.

Ma a Renzi, Marino non piace a prescindere, perchè la “bella Politica” non è nelle sue corde.  Il suo vero obiettivo non è quello di cambiare verso alle cose, ma di conquistare e conservare il potere a tutti i costi.  Sa benissimo che quando l’illegalità è così diffusa, combatterla non porta voti, ma li fa perdere, a Roma come nel resto d’Italia.

Non è un caso che tutta sua azione di governo va in questa direzione.  Lo scontro tra Renzi e Marino rappresenta in realtà l’eterno conflitto tra conservatorismo e cambiamento.

 

10. Conclusioni. Considerazioni personali

Considerazioni finali

Non so se Marino sia stato un buon sindaco.  Sicuramente è stato uno dei migliori che Roma abbia conosciuto nella sua storia repubblicana.

Sicuramente è una persona per bene che, più o meno consciamente, si è scontrato con un sistema  sommerso di illegalità diffusa, di clientele, scambi di favori e omertà, che hanno sempre garantito il quieto vivere della capitale.   Non è sceso a compromessi, per cultura o in virtù della sua lontananza da quel mondo, e ha pagato il prezzo dell’isolamento più totale, compreso quello del suo stesso partito.

L’accanimento feroce e compatto di tutti media, alla perenne ricerca di qualsiasi pretesto per rilanciare la caccia all’untore nei suoi confronti, testimonia da solo quanto sia grande la posta in gioco.

Ignazio Marino è stato percepito come un corpo estraneo a quel sistema sommerso, in cui i piccoli e grandi interessi illeciti si intrecciano e si reggono mano l’un con l’altro.  Se salta un ingranaggio, anche il più piccolo, si blocca tutto.

Qualcuno ha scritto che l’errore di Marino è stato quello di pensare di governare Roma senza governare i romani, e forse ha colto nel segno.  C’è un ventre molle della città fortemente preoccupato e infastidito da un non romano che arriva e pretende di cambiare le regole di convivenza, seppur  non scritte, che hanno sempre organizzato la vita dei romani.

Ma ci sono anche tanti cittadini che credono nella legaltà e non accettano più quelle regole.  Io sto con loro e con Ignazio Marino.

 

 

 

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1 commento

Marco Capecchi 11 Novembre 2015 - 13:20

Bravi! Vi era bisogno di una informazione corretta. Marino è stato fatto fuori da chi intende continuare con il tran tran di sempre e la collusione con il malaffare: solo uno stupido non lo comprende. Ma la stupidità, purtroppo ormai si è impossessata dei più.

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