Repubblica e destra all’attacco come Brancaleone alle crociate

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
L’eterno ritorno dell’eguale. Il caos primigenio. Il casino quanto basta. Repubblica e destra all’attacco come Brancaleone alle crociate.
Quando ‘Repubblica’ dice che servono maggiori restrizioni è per poter dire, un attimo dopo che sono state decise, che l’economia sta soffocando. A questo punto, allora, racconta le difficoltà dell’economia, e spera che le “categorie” si agitino un po’. Quando le “categorie” si agitano, è pronta a dire che questo mette in crisi il governo. E se ci convince che il governo è in crisi, la chiamata di Draghi quale deus ex machina diventa d’obbligo. Certo, Draghi non verrebbe a comprimere l’economia, ma ad aprire il mercato, a rilanciare la produzione, a sollecitare gli investimenti e a fare il Recovery. In tal caso, però, non servirebbero più restrizioni, ma solo semplici raccomandazioni, affinché il mercato (soprattutto dell’automobile) possa ripartire, morti o non morti, pazienza. Tuttavia, sinché Draghi non viene, ritorniamo d’accapo, a chiedere intanto più restrizioni, perché sono quelle che fanno incazzare di più il popolo “che vuole lavorare”. Ma queste restrizioni farebbero, di nuovo, soffocare l’economia, e spingerebbero alla rivolta le “categorie” e le imprese bonomiane. Riecco allora l’invocazione a Draghi perché rilanci l’economia, pur se questo significherebbe più contagi, e dunque una nuova richiesta di restrizioni e zone rosse, persino dai soliti “aperturisti”, eccetera, eccetera. Sino a consunzione. Sino all’apocalisse finale.
I grandi pensatori lo chiamano eterno ritorno dell’eguale, altri ne parlano come di un’Eterna Ghirlanda Brillante, citando il fenomeno della ricorsività. Avete presente le scatole cinesi? O le matrioske? Ecco. Altri ancora, più semplicemente, lo spiegano con le meningi che si intrecciano (come le dita di Fantozzi) per il troppo (o nullo) spremersi. Io direi che si tratta semplicemente di un bel caos (politico e informativo) prodotto ad arte. Una cosa che fa specchio con le giravolte politiche della destra. Non ultima quella di Zaia, che chiede sempre quello che non c’è: la chiusura se è aperto, l’apertura se è chiuso. Spirito di contraddizione o forse ribalderia politica.
Dato questo casino, chiedetevi che cosa comporti stare al governo quando la platea pubblica esprime questa scienza e questa meschinità, e gioca a ingenerare una caciara che la metà basta. I puntacazzisti quasi li invidio per come affinano il loro zelo, anche se è destino che alla lunga appaiano stolti. Tenere la testa a posto è già un’impresa per me che sono un cittadino qualsiasi, pensate invece per chi ha la responsabilità di decidere, mentre attorno il gioco delle anticipazioni impazza come il vecchio ‘toto nomine’. Quindi abbiate pazienza con Conte e con l’esecutivo. È il minimo sindacale. È tutto ciò che possiamo fare, oltre che distanziarci e indossare le mascherine. Avere pazienza e fiducia. Tutto meno che fare i puntacazzisti o dedicarsi alla chiacchiera da bar. Quella spicciola, quella indignata, quella retorica, quella inutile a tutti i fini. Quella che in trasparenza mostra il niente. Ecco.
PS, dopo Conte ci sarebbero Renzi, il governissimo, i tecnici e la retorica della “crescita”, dei lacci e lacciuoli, dei soldi direttamente alle imprese. E non dite che non vi avevo avvertito 🙂
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