Cari vip, non lamentatevi troppo…

per Davide Morelli
Autore originale del testo: Davide morelli

Per showbiz si intende il mondo dello spettacolo, il mondo del business ma anche il web. C’è un elite di influencer ed una gran massa di influenced: questo è il mondo ad esempio dei social media. Sono poche le voci critiche, che vengono sopraffatte dal marasma degli hater, dei troll. Non esistono più sfumature di grigio. Si ama o si odia senza riserve senza discernimento. Cari vip, non lamentatevi però troppo per gli hater. Grazie allo stesso sistema potete guadagnare grandi cifre su Instagram senza fare niente. Anni fa era peggio. Perfino Tonino Carino fu attenzionato dalle br. E che dire delle contestazioni ai cantautori negli anni settanta? Oggi vi va molto meglio. Gli italiani si sono impoveriti ma i vip guadagnano belle cifre senza particolare meriti. Oggi essere vip è come essere nobili un tempo: si gode di molti privilegi che vengono ereditati dai cosiddetti figli d’arte. I figli d’arte ad esempio hanno centinaia di migliaia di follower su Instagram senza aver alcun merito e senza aver fatto alcun sacrificio. Non lamentatevi cari vip. Non solo ma va detto che talvolta il mondo dello spettacolo etichetta/categorizza come hater persone che fanno critiche negative ed ostili senza essere offensive. È vero che su internet non dovrebbe essere garantito l’anonimato. È vero che ci sono anche stalker che perseguitano per anni i vip. È vero che ci sono persone disturbate psicologicamente ossessionate dai cosiddetti vip. Ma è altrettanto vero che anche lo showbiz oltre allo Stato stabilisce il suo ordine del discorso per dirla alla Foucault. Detto in termini semplici chi critica talvolta i vip viene talvolta considerato un invidioso, un poveretto, un megalomane, un pazzo, un hater oppure un molestatore a prescindere e non è assolutamente detto che lo sia. Chi critica i vip è automaticamente out. Non si guarda alle qualità delle argomentazioni del critico. Lo si attacca subito in modo destabilizzante. Gli si fa causa penale e civile. Avete mai sentito parlare di querele temerari? Ma chi sono i vip? Per Galeazzi i vip sono quelli che stanno nel vippaio. Per lo showbiz i vip sono le vallette e i calciatori. Sono personaggi pubblici coloro che hanno avuto passaggi televisivi. Ma è solo una strategia da parte di chi dirige i mass media per distrarre le persone e non fargli sapere cosa accade nelle stanze dei bottoni. Ci sono persone molto potenti, che sono poco conosciute al grande pubblico. Lo showbiz stabilisce il suo ordine del discorso. Lo show business, intriso come è di darwinismo sociale, narra i sacrifici di chi ce l’ha fatta e si dimentica i sacrifici di chi non ce l’ha fatta. Certe showgirl dicono che fare sacrifici sia trasferirsi a Roma o Milano, andare in palestra, tenersi a dieta, darla a qualche anziano potente. Altri personaggi televisivi affermano che non si può criticare negativamente le loro trasmissioni perché in questo modo non si rispetta tutte le persone che vi lavorano dietro le quinte. Seguendo questo principio non si potrebbe criticare neanche Hitler o Stalin, che come si sa davano lavoro a milioni di persone. Infine la ciliegina sulla torta: viene diffusa l’idea che chi è vip ha qualità straordinarie quando invece spesso i vip sono tali perché il pubblico si rispecchia nella loro mediocrità. Anche questa è una mistificazione della realtà. Anche questo tipo di narrazione deformata rientra nella istituzione di un ordine del discorso. Lo showbiz pensa per noi. È vietato pensare con la propria testa. Stabilisce i gusti, le mode, gli stili i tormentoni. Ma a questo punto permettetemi un pensiero antimeme: se tutto è meme allora niente è meme. Non ho niente contro la cultura di massa(anche l’università oggi è di massa e va bene così). Ce l’ho con le idee fisse e spesso stupide e contro lo strapotere dei vip, che ancora oggi talvolta si comportano da lestofanti.

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