Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso 11 maggio 2015
Cari compagni ex PCI, è con immensa amarezza che vi invito ad un minimo di resipiscenza.
Vi ricordate le lunghe, partecipate analisi del voto all’indomani della chiusura dei seggi, per sviscerare vittorie, sconfitte e pareggi, vivisezionare territori, risalire e ridiscendere flussi, scomporre classi sociali e fasce di età?
Ne dubito, altrimenti non liquidereste l’astensionismo delle ultime tornate elettorali, ivi comprese le amministrative in Val d’Aosta e Trentino Alto Adige con uno sbrigativo: “E’ la democrazia matura, bellezza”.
Era noto anche a quei tempi l’argomento che le democrazie che hanno raggiunto un discreto grado di benessere tendono all’astensionismo da: “Stiamo bene così, grazie”. A noi per la verità quell’appagamento faceva accapponare la pelle perché 1) eravamo alquanto scettici che negli USA, Paese refrattario alle urne, si stesse poi così bene e 2) perché per noi la libertà era quella di Gaber, partecipazione. E non solo nei giorni di apertura dei seggi, sempre e in ogni luogo di decisione, perciò figuriamoci se non era inquietante l’astensionismo elettorale. Ovviamente, promuovere la partecipazione nei territori e nei luoghi di lavoro stimolando la pubblica discussione e il contributo di idee e proposte neanche a parlarne, eh? E infatti cala il numero dei militanti del PD, ma voi alzate le spalle: tanto si vince lo stesso.
Evidentemente, cari compagni ex PCI, ve possino ammazzà, dall’America, insieme a quell’altra aberrazione delle primarie, avete importato anche questa concezione della democrazia da commendatori che provvedono ai bisogni del popolo: pensate agli affari, che al governo ci pensiamo noi.
E siccome avete trascurato, perché tanto si vince lo stesso, pensate voi, quei luoghi di discussione, che erano prima le sezioni ed ora i circoli, dove si rifletteva su ogni evento o processo, non vi accorgete, ubriacati dalle vittorie, che non si tratta nemmeno del fenomeno, già di per sé non auspicabile, dell’astensionismo da democrazia matura.
Vedete tutto questo benessere attorno a voi? Vedete una società pacificata, senza tensioni? Che posti frequentate? Se me lo dite vengo pure io.
E’ astensionismo da orfani di rappresentanza, cari compagni ex PCI, quello che non sfuggiva alle analisi del voto in quelle lunghe riunioni fumose. L’astensionismo di chi non trova ascolto, perché OK, vi stiamo a sentire, ma poi decidiamo noi, sbrigatevi a dire quello che avete da dire.
E’ perfino astensionismo da disgusto. E questa sfumatura non ha bisogno nemmeno di estenuanti riunioni per essere letta: basta guardare le vagonate di insulti che gli insegnanti hanno riversato sulle bacheche Facebook di Renzi e della Boschi.
E così vi crogiolate nel vostro 40%, neanche lontanamente replicato nella tornata amministrativa di ieri, sta prendendo un po’ l’odore di muffa, non ve ne siete accorti, e vi accontentate di vincere per abbandono dell’avversario. Senza avanzamenti rispetto alla precedente tornata amministrativa, quella del vecchio PD “perdente”. Che invece gli avversari li aveva tutti in discreta forma, Grillo addirittura smagliante.
Ehm, a nessuno è venuto il rimpianto di Bersani, che almeno non avrebbe permesso di sfornare le peggiori leggi del lavoro, della scuola, elettorale e costituzionale mai viste assieme in tutta la storia della Repubblica?