di Antonio Gaeta, 24 settembre 2018
Cambiare il presente significa conoscere bene tutto il passato ! (II)
Dopo i più recenti ritrovamenti archeologici e le letture genetiche dei reperti ossei, il periodo del percorso narrativo di Foemina e Homo Sapiens, di cui passo a dire, é oggetto di studi molto approfonditi, che smentiscono convinzioni del recente passato e fanno luce sull’ultimo tratto evolutivo: quello che finora é stato definito Storia !
Inoltre, l’obiettivo recondito di questo racconto é quello di sottoporre all’attenzione di tutti coloro che seguono le “vicende politiche” un’amara verità: quella che la qualità dell’attività politica dipende dalla qualità dei suoi attori. Tuttavia, questa necessaria qualità é in stretta connessione con la capacità di divulgare conoscenze e, quindi, buona cultura, che può essere soltanto umanistica in senso lato.
Fu veramente molto interessante e coinvolgente per i nuovi clan Foemina e Homo 4000 e seguenti sapere di non essere soli nell’ambito della stessa famiglia animale, sia pur distinta in gruppi, genetici e anatomici. Questa circostanza permetteva di mettere da parte le inevitabili rivalità per il cibo, allorché i singoli individui erano oggetto di predazione a scopo alimentare da parte di altre più possenti e carnivore specie.
A prescindere dal colore, più scuro o più chiaro, dalle sembianze e dall’aspetto corporeo che distinguevano i vari gruppi, tutti erano pronti a collaborare per difendersi dai possenti felini della terra, dai forti rapaci dell’aria e dagli indomabili grandi rettili acquatici. Così come tutti erano pronti a litigare per spartirsi i resti di animali già uccisi o per la caccia alle prede più ambite e desiderate.
Furono i clan Foemina e Homo 3500 e seguenti a scoprire come la pietra, una volta lavorata potesse fornire frammenti acuminati e taglienti, adatti sia per uccidere prede, sia per scuoiare le loro pelli, sia per dividere poi le carni e sfamare così anche i cuccioli. In queste attività vitali, come quelle della raccolta dei frutti spontanei, tutti gli individui adulti, a prescindere dal sesso e dall’età, cooperavano per le stesse finalità di sopravvivenza.
Infatti, tali necessità oltre all’apprendimento di un uso della pietra più funzionale alla caccia, alla raccolta, al trattamento alimentare e persino al riscaldamento, imposero anche novità nella comunicazione, con nuove modalità e più efficaci forme di comprensione reciproca. Il loro linguaggio già in forma mimico-posturale, accompagnato da semplici esclamazioni laringee, acquisì nuovi suoni, fino ad esprimere anche quelli gutturali, con uso di palato e lingua, e labiali.
Questi suoni nel loro insieme divennero complessi, permettendo di assumere maggiori caratteristiche simboliche. L’espansione delle esperienze compiute dai nuovi clan generazionali, infatti, accrebbe velocemente il significato simbolico delle espressioni fonetiche: cosa che richiese anche ampliamento della partecipazione biologica di tutto il loro corpo, convergente sulla ricchezza elaborativa di dette manifestazioni. Tale circostanza indusse relative e conseguenti trasformazioni corporee, capaci di sviluppare una maggiore e migliore comunicazione verbale, che permise le descrizioni delle immagini interiori.
I discendenti dei clan 5000 hanno scoperto che detta introiezione fu favorita dai “neuroni-specchio”: neuroni presenti anche in altre specie animali, ma non tali da favorire l’associazione delle immagini con i suoni: ovvero quelli con i quali i loro antenati le indicavano. Per i clan Foemina e Homo 3500 e successivi il passaggio dalla semplice indicazione alla capacità di rappresentazione delle immagini relative agli eventi fu breve: tanto breve, da far assumere a tutti i discendenti l’aggettivo di Sapiens !
Essi trasformarono le articolazioni in suoni delle immagini interiorizzate anche in pensieri, che furono tanto più complessi, quanto più essi permisero di acquisire facilmente nuove esperienze, che successivamente tradussero in narrazioni orali. I clan Foemina e Homo 3600 e discendenti furono orgogliosi del nuovo appellativo Sapiens, unico tra tutti i loro simili. Da quel momento in poi la loro caratteristica evolutiva non fu più soltanto biologica in senso stretto, bensì anche culturale. Fu la capacità di associazione dei suoni simbolici con le relative immagini e la loro rappresentazione interiore in pensieri a permettere di compiere un grande balzo in avanti nelle evoluzioni dei clan, grazie alla migliore e maggiore capacità di procurarsi il cibo e di adeguarlo alle finalità alimentari, ma anche spirituali, di tutto il clan di appartenenza !
I clan successivi riuscirono ad esprimere pensieri e immagini interiori in rappresentazioni persino artistiche: circostanza che i clan 5000 oggi invidiano, per qualità e capacità espressiva di tipo spirituale.
Esternando le articolazioni interiori di immagini e pensieri i clan 4000 e discendenti conquistarono forme espressive anche nel campo della comunicazione sociale più tecnica. Essi scoprirono la capacità di elaborare la consequenzialità degli eventi osservati e, quindi, di confrontare le precedenti osservazioni con quelle presenti. Da ciò la capacità di pensare al futuro. Fu così che nacque il linguaggio verbale in forma grammaticale !
Si trattò di una profonda trasformazione, che indusse i nuovi clan euro-asiatici a crescere in abilità, grazie al perfezionamento del continuo reciproco riscontro: ovvero della reciproca comprensione e, quindi, delle reciproche intenzioni e comuni proiezioni future: ovvero capacità progettuali.
Furono dette neonate “capacità progettuali” a far capire ai clan Foemina e Homo 4100 e discendenti di poter conquistare sempre e comunque pacificamente altri mondi, ricordando sempre e comunque ai loro figli chi erano stati gli antenati e da dove fosse partita la loro discendenza. Da questo periodo in poi della loro evoluzione i nostri amici discendenti dei lontani antenati Foemina e Homo meritarono il plauso dei gruppi similari, che tuttavia, non seppero imitarli !