Cade Cuperlo, risorge Zingaretti. Ma il PD è sempre lo stesso.

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Cade Cuperlo, risorge Zingaretti. Ma il PD è sempre lo stesso.
Aveva detto, dimettendosi stizzito: “Nel partito si parla solo di poltrone, mi vergogno”. Una vera e propria pietra tombale sul Partito Democratico, di cui lui, Zingaretti era il segretario, mica l’ultimo degli attacchini di manifesti come fui io. Oggi una di queste poltrone invece la incassa, concessa da Elly Schlein, sfilandola a Gianni Cuperlo, quella di presidente della fondazione PD. Cuperlo da gran signore tace, ma il suo stupore, la sua rabbia le immagino compresse a fatica.
Zingaretti ha specificato oggi di essersi dimesso quella volta “per salvare il Pd dal rischio di una degenerazione infinita di dibattito politico”. E che, dunque, le poltrone non c’entravano niente. Ma il dibattito politico mica è una colpa o una vergogna, eh. Guai al partito che non dibatte, che vota sempre e senza crepe apparenti a favore di tutto, e poi si spartisce poltrone nei corridoi. Così facendo, il PD con queste giravolte mostra di parlare poco ma di “poltronare” bene, come se nulla fosse.
Zingaretti ha anche smentito che intenda candidarsi alle europee del 2024. Eppure uno dei compiti che avrà sarà proprio quello di traghettare la fondazione PD verso il Feps, la fondazione dei partiti socialisti europei da cui, oggi, lo stesso PD è fuori. L’Europa sarà il riferimento di Zingaretti, quindi, facile credere che possa essere anche il suo prossimo obiettivo politico. Schlein ha anche detto che la fondazione PD è ora che si impegni nella ricerca, si muova in uno spazio politico e culturale ampio, profilato temporalmente ai prossimi 10-20 anni, non alle scadenze elettorali prossime. E che essa dia voce al pluralismo. Immagino che da oggi, quella che era una scatola vuota, avrà risorse e si doterà di dipendenti. Anche qui nel segno del “pluralismo”.
Ma io, quando nel PD sento parlare di pluralismo, non penso mai a quella cosa molto bella in cui si dibatte e ci si confronta (il dibattito politico che Zingaretti spregia), piuttosto al gioco di incastri delle poltrone e degli incarichi, che deve soddisfare tutti meno che Cuperlo, a quanto pare, trattato come l’ultimo dei “pluralisti”. Ciò accade anche perché lo stesso Cuperlo fa sempre la parte dell’incassatore e, se proprio deve mollare qualche ceffone o anche solo una critica, lo fa preferibilmente verso gli “scissionisti”, quelli che in questo pluralismo di partito hanno solo rimediato dei “fuori fuori”. E amen.
Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.