Fonte: il Venerdì de "La Repubblica"
Claudio Sabelli Fioretti per “il Venerdì – la Repubblica”
Lo vediamo spesso in televisione. Quasi sempre dalla Gruber. Quasi sempre in collegamento. Compare sugli schermi, nello studio. Come fosse un padreterno immanente che ci sorveglia e ci sgrida. Ci sgrida quasi sempre. Si accalora. Alza la voce. Agita il ciuffo corvino. Quando parlano gli altri sbuffa, scuote la testa, fa le facce schifate. E poi prende la parola, urla, interrompe. «Vergogna!». E qualche volta, distrutto dall’ ignoranza degli interlocutori, Massimo Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia, si alza e se ne va. Sulle ultime elezioni europee ne ha dette di tutti i colori. E continua a dirne.
Come mai oggi i partiti passano dal dieci al venti, e dal venti al dieci?
Non era mai successo.
«I partiti non ci sono più, l’ unico che forse ha ancora la forma di partito è la Lega».
Detto questo?
«La gente non cambia opinione, semplicemente non ne ha più di opinioni. Si illude di difendere i propri interessi, una volta da una parte una volta dall’ altra. Ogni collante sociale sta venendo meno. Una volta la stabilità sociale garantiva la stabilità della forma partito. E quindi delle opinioni».
Cantano vittoria Salvini, la Meloni e Zingaretti.
«Che canti vittoria Zingaretti è incredibile. Non capisce quello che è successo».
Che cosa è successo?
«Di fronte al crollo drammatico dei Cinquestelle il Pd ha recuperato un tre per cento, che è niente. In più ha perso il Piemonte. Dice “Abbiamo vinto!”. Patetico».
Lei per chi ha votato?
«Pd».
Ha sempre votato a sinistra?
«Sì. Pci, Ds, Prodi, Margherita».
È vero che non esistono più destra e sinistra?
«I discorsi di Salvini, se togli nazionalismo e immigrazione, sembrano discorsi di un socialdemocratico di 40 anni fa».
È dura togliere nazionalismo e immigrazione.
«Anche Renzi non sembrava di sinistra. I suoi erano discorsi neoliberisti. Salvini può sembrare anche più a sinistra di Renzi».
Ma lo accusano di essere un po’ fascista.
«A dare del fascista a Salvini lo si valorizza. Il fascismo fu una serissima tragedia. Salvini è il pezzetto di una destra nazionalistica che è venuta fuori grazie a una Unione Europea che ha tradito le sue premesse».
Però fa liste di proscrizione: Fazio, Saviano, Lerner. Caccia quelli che non gli piacciono.
«Sbaglia. Gli avversari vanno valorizzati. Se sono persone competenti, destra o di sinistra, che ti frega? Le persone culturalmente preparate non si ubriacano di potere. Potrebbero farmi presidente della Terra e non caccerei nessuno. Prenda Renzi».
MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI
Prendo Renzi.
«Doveva nominare il “ministro” degli Esteri europeo. Ma non volle D’ Alema. Io gli avrei detto: “Ma sei scemo? D’ Alema accontentato D’ Alema alleato”».
Renzi andrebbe sculacciato.
«Certo. L’ho detto e lo ribadisco. Sculacciato».
Lei ha stima di Salvini?
«Tecnicamente sì. Ha avuto intuito. Ha capito che la Lega era finita ma che c’ era un enorme spazio a destra e che anche nel 40 per cento di Renzi c’ erano voti per lui».
Nell’ ottobre 2018 lei ha detto: “Non c’ è alternativa al governo gialloverde”.
«E che cosa dovevo dire? Il Pd non voleva entrare in gioco. Lo dissi subito, il Pd ammetta la vittoria dei Cinquestelle e dica: fate un governo di minoranza e noi di volta in volta decideremo se votarvi».
Un monocolore grillino.
«I grillini non avrebbero mai accettato. Ma il Pd doveva stanarli. La tattica è sempre stata decisiva, Lenin e Togliatti insegnano. Invece è assente nella sinistra di oggi».
Lei ha detto che Renzi è un capetto, un ducetto
«Ha fatto il ducetto senza esserlo. Non è male in politica fare i capi o i duci, ma bisogna esserlo».
Lei capisce di politica?
«Tutto».
Lei ha molti amici a destra. Gianni Letta
«Molta simpatia, molta stima. È l’ unica persona di governo che mi abbia aiutato quando facevo il sindaco di Venezia».
Gianni Baget Bozzo
«Eravamo amicissimi. Era una delle persone più intelligenti che abbia conosciuto. Lui e Miglio».
L’ideologo della Lega
«Diversissimi tra di loro, ma intelligenti e colti, e spiritosi, e paradossali. Mai che dicessero cose scontate o banali. Pazzi. Folli».
Don Verzé
«Don Verzé mi ha offerto la possibilità di creare una facoltà di Filosofia come io la pensavo. Don Verzé è la persona più laica che ho incontrato».
IDA MAGLI COSTANZO BAGET BOZZO GI
Molto laico e molto chiacchierato
«Aveva in mente solo il suo ospedale e i suoi centri di ricerca».
C’erano intercettazioni in cui diceva che bisognava fare azioni violente contro un vicino che non gli voleva vendere un terreno. Azioni violente che alla fine ci furono. Un incendio.
«Ah certo. Ma te lo diceva anche: “Il fine giustifica ogni mezzo”».
Il fine?
«Fare un centro di ricerca poi di tutti i suoi affari io non so un cazzo di niente».
Lei da giovane era marxista «Marxiano». Vicino a Toni Negri.
«Ho rotto con Toni Negri quando Toni pensò che il ’68 fosse il preambolo della rivoluzione».
Nessuna tentazione di lotta armata?
«Neanche lontanamente»».
Nemmeno una molotov, come D’Alema?
«Neanche un sasso».
Chi parla male di lei, dice che lei è di destra.
«Facciano il cazzo che vogliono. Io ho scritto libri ed articoli. Che vadano a leggerli».
Di lei dicono che era un po’ sceriffo. Vietato sdraiarsi, vietato mangiare tra le calli
«Ma che cazzo dice? Mai fatto lo sceriffo».
Erano ordinanze, faccia una ricerca su Google e le trova tutte, compresa l’ ordinanza contro i borsoni dei venditori ambulanti
«Non ho mai perso tempo con queste puttanate».
Tutte le volte che va in televisione lei si accende sempre sul problema dei migranti. “Chi non si indigna sul problema dei migranti”, dice, “è un pezzo di merda”. Testuale.
MASSIMO CACCIARI GIULIA BONGIORNO
«I barconi continuano, l’ immigrazione illegale continua. E noi? Indifferenza».
Salvini dice che da quando c’ è lui non ci sono più morti.
«Ce ne sono eccome. Ma non se ne dà più notizia. Oppure li rimandano in Libia che è come ammazzarli. Una persona dotata ancora di un minimo di umanità deve vergognarsi. E chi non si vergogna è un pezzo di merda».
Dicono che lei somiglia un po’ a Sgarbi. La ritiene una offesa?
«Degli Sgarbi conosco solo Elisabetta».
Va bene. Sgarbi le rimprovera di aver fatto fare il ponte di Calatrava.
«Il ponte di Calatrava è un capolavoro dell’architettura contemporanea. Come dicono tutti quelli che se ne intendono».
VITTORIO SGARBI PIA LUISA BIANCO FOTO DI BACCO
Va bene. Sgarbi dice che lei è un moderato filosofo che puzza e non si lava i denti. E che usa la filosofia per portare a letto le donne.
«Rispondere a battute simili? Ma lei vuole scherzare?».
Lei ha litigato violentemente con la ministra Giulia Bongiorno.
«Non voleva capire che le leggi si posso anche disobbedire. Come molti facevano durante il fascismo».
La Bongiorno disse: “Cacciari è il solito radical chic”. E disse che, essendo lei un filosofo, ha la testa fra le nuvole.
MASSIMO CACCIARI GIULIA BONGIORNO
«Non è una colpa essere ignoranti. È del tutto lecito che la Bongiorno ignori la storia della filosofia».
Qual è lo stato di salute della filosofia in Italia?
«Filosofia è diventata una parola molto generale se non generica, ma non è affatto vero come sostengono alcuni che la filosofia sia in condizioni particolarmente deplorevoli. Anzi».
Per quale motivo non ci sono molte donne filosofe?
«Ce ne sono tantissime».
Ma se uno pensa ai filosofi pensa a Severino, Veca, Negri, Vattimo, Giorello, Galimberti.
«Tutti i filosofi seri sanno perfettamente che ci sono Adriana Cavarero, Roberta De Monticelli, Claudia Bianchi, Nicla Vassallo».
La filosofia porta a destra o a sinistra?
«Né a destra né a sinistra. La filosofia, se è filosofia, cerca la verità intorno all’ Ente, criticamente libera da ogni pregiudizio».
Lei però è di sinistra.
«Ma che senso ha dire “di sinistra?” I filosofi che mi hanno formato sono Marx, Nietzsche, Heidegger, Wittgenstein. Che cosa sono, destra o sinistra?»
Bè, Marx sembrerebbe di sinistra.
«E Nietzsche?».
Sbaglio se dico vagamente di destra?
«Sono cose che non hanno senso».
Nel 1991 lei disse che la televisione è un abisso di volgarità e che se ne sarebbe tenuto alla larga. Ma lei non fa che andare in tv.
«Mai più di una volta al mese».
Corrado Augias le ha rimproverato queste comparsate. “Perché frequenta trasmissioni in cui si fa strame delle parole?” Ecco: perché?
«È un mezzo per parlare con i tuoi concittadini. E non mi pare di fare strame di nulla».
I suoi capelli sono veramente neri, vero?
«Consegnerò centomila euro a chi dimostrerà il contrario. Sono disposto a consegnare un ciuffetto per l’ esame. Ma chi perde mi darà centomila euro».
Potendo scegliere, lei preferirebbe fare il Papa o il presidente della Repubblica?
«La presidenza della Repubblica è cosa effimera».
Resta il Papa
«Non sarei assolutamente in grado di fare il Papa, non credendo».
Lei non è credente?
«No. Ma mi sono sempre interessato di argomenti teologici e religiosi».
Secondo lei Gesù è esistito veramente?
«Ma vogliamo scherzare? Sono cretinerie di cui più nessuno discute seriamente. Tranne Odifreddi».
Dicono che lei ha una cosa in comune con Gesù, non ride mai.
«Ma non è vero. E non è vero nemmeno che Gesù non rida. Vada in giro per qualche chiesa e vedrà quanti Gesù Bambino ridono. Se uno racconta una barzelletta divertente rido a crepapelle».
Gian Antonio Stella ha scritto che lei è superstizioso.
«Ho solo una superstizione. Non mi piace tredici a tavola».
E se succede?
«Mi alzo, me ne vado, oppure invito qualcuno di passaggio».
Aldo Grasso ha scritto che lei è incomprensibile. E ha citato quella frase, in puro “cacciarese”: “C’ è un nucleo tragico nel pensiero umanistico fortemente antidialettico in cui le polarità opposte non si armonizzano né vengono armonizzate”.
SELVAGGIA LUCARELLI VS ALDO GRASSO 6
«E allora? Che cosa c’ è di difficile? Più chiaro di così».
Ricorda il suo primo amore?
«Certo, avevo 15 anni».
Come era la fanciulla?
«Bionda. Molto bella. E neanche mi guardava».
Non si è mai sposato. Si occupa lei della casa?
«Lavo i piatti, pulisco. Cucino. Ma mangio spesso fuori».
Tartufi e caviale
«Sono goloso di entrambi».
Ecco, il radical chic, la gauche caviar.
«Se potessi mangiarli sempre, viva la gauche caviar».
Ha mai avuto, magari da ragazzino, pulsioni gay?
«Non andrei mai con un uomo, neanche sotto tortura».
Lei è un appassionato di calcio. Tifa Milan.
«Il calcio è una grande metafora. Fra tutti i giochi di squadra è quello in cui la parte è sempre superiore al tutto e sempre superiore al singolo membro e alla somma dei singoli membri».
Balotelli si renderà conto di questo?
«Nel calcio c’è un elemento di imprevedibilità che lo fa simile alla vita. Dove, come diceva Machiavelli, non bisogna mai dimenticarsi la “pazzissima fortuna”. Nel calcio c’ è una pazzissima fortuna».
Alla lunga è sempre il migliore a prevalere.
«Ma l’area della pazzissima fortuna è infinitamente maggiore rispetto al rugby o al basket.
Può capitare che il Milan batta il Real Madrid ma non che la nazionale di rugby italiana batta il Sud Africa».
È mai stato sul punto di sposarsi?
«Tutte le volte che ho amato una donna».
A Maria Luisa Agnese ha raccontato un suo grande amore mancato. Una fuga sulle Dolomiti da cui, per troppa affinità, non nacque nulla.
«È successo. Capita nella vita che rapporti intensi dal punto di vista intellettuale non vadano a buon fine».
A me non è mai capitato.
«È una cosa molto amletica. Il pallido pensiero blocca l’ azione».
Forse per questo. Ha mai pianto?
«Sono 50 anni che non piango. Goethe diceva che il pianto è un pregio divino. Saper piangere fa bene ed è segno di mente e cuore buoni».
E quindi lei
«Non piango. E mi dispiace».
Il plotoncino dei suoi detrattori è gremito. Alfonso Berardinelli, sul Foglio, ha scritto che lei “cita e criptocita”.
«Chi legge molto cita molto. E ho sempre detto chi citavo e chi mi ispirava».
Quelli che le vogliono male citano la frase detta a Gian Antonio Stella: “Al Maurizio Costanzo Show non mi ci vedrà mai”.
«E invece ci sono andato. Ma una volta sola. E per fare pubblicità a iniziative culturali di Venezia. Non fu una bella esperienza. C’ erano centocinquantamila ospiti, un casino».
Gioco della Torre. Mattarella o Cossiga?
«Cossiga mi era molto simpatico. Mi prendeva sempre per il culo. Mi diceva: “Cacciari tu sei un grande teologo. Smettila di parlare di politica che non ci capisci un cazzo”».
Chi butta giù, Sgarbi o Cacciari?
«Butto Cacciari così lei si tiene Sgarbi alla cui opinione dà tanta importanza».