Cacciari: “Letta è una catastrofe politica evidente, gli altri nel Pd sono tutti peggio di lui”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: GIACOMO SALVINI
Fonte: Il Fatto Quotidiano

“Un disastro…”. Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, risponde sconsolato alla domanda sulla strategia elettorale del Pd dopo la rottura con Azione di Carlo Calenda. “Quella di Enrico Letta è una catastrofe politica evidente, i precedenti segretari si sono dimessi per molto meno”, sostiene Cacciari.

Professore, che idea si è fatto della rottura del patto tra Pd e Azione?

Quando le intese vengono costruite solo per uno stato di necessità e senza un’idea, possono naufragare in ogni momento. Sono intese dettate solo dalla volontà di vincere o perdere meno possibile.

Di chi è la responsabilità della rottura?

Di entrambi, che l’accordo fosse abborracciato lo avevano capito tutti. Così stravincerà la destra.

Come valuta la strategia politica del segretario del Pd Letta?

La sua è una catastrofe politica, la sua leadership ne esce sconquassata. Ricapitoliamo: Letta diventa segretario e porta avanti una linea – a mio avviso sensata – di fare un’alleanza con il M5S. Dopo la caduta del governo Draghi questa finisce. Poi si trova di fronte alla scissione dei 5S e cosa fa? Imbarca solo Di Maio: ma dove vuoi andare con Di Maio? Una cosa ridicola.

E poi?

Letta va con Calenda per dare una parvenza di credibilità al centrosinistra ma dopo pochi giorni collassa anche l’intesa con lui dopo la famosa foto col bacio. La sua linea politica è stata sconfessata per tre volte in pochi mesi: non so quale segretario avrebbe resistito a questo fallimento.

Dovrebbe dimettersi?

Magari sotto le elezioni no ma ricordo che i suoi predecessori si dimisero per molto meno: D’Alema lasciò dopo una sconfitta alle regionali, Veltroni dopo una vittoria elettorale. Sono casi infinitamente meno gravi di questo.

E dopo le elezioni chiederanno la sua testa? Aleggia l’ombra di Bonaccini…

No, non lascerà perché nessuno gli rinfaccerà la sconfitta e perché gli altri nel Pd sono tutti peggio di lui. E poi la sua strategia fallimentare non avrà grosse ricadute nelle urne.

Cioè?

Il blocco di elettori che votavano Pd continuerà a votare Pd: supererà il 20%.

La responsabilità di questo fallimento è anche degli altri dirigenti dem?

Certo, tra l’altro lo vediamo in questi giorni: c’è una corsa sfrenata a candidarsi come capolista per riottenere un seggio. Sono un insieme di politici che pensano solo a sopravvivere, che razzolano nel fondo del generoso barile della storia della Dc e della sinistra italiana. Tutto questo senza avere un’idea di futuro.

Che campagna elettorale dovrebbe fare il Pd?

L’unica strada ora è rivendicare la vocazione maggioritaria e presentarsi come il garante dell’Ue e della Nato. Sarà il partito di Draghi e di Cottarelli. Non possono fare altro: se si riciclano facendo una campagna di sinistra fanno ridere i polli.

E lo storico elettorato di sinistra andrà perso?

Il Pd non è un partito di sinistra, lo dico da tempo: ormai c’è solo un centro conservatore e dall’altra parte una destra-destra.

Può avere successo il terzo polo di Renzi e Calenda?

Ma per carità, niente di niente: i conservatori voteranno Pd o FI. Possono arrivare al massimo al 6-7%. Renzi e Calenda sono due superego che si mettono insieme con una sola strategia: sperare nello sfascio per richiamare Draghi.

Ha fatto bene Letta a escludere il M5S? E dovrebbero tornare insieme adesso?

Se volevi escludere il M5S, dovevi escludere anche Di Maio e Fratoianni. Letta avrebbe voluto riprendersi Conte ma Calenda lo ha stoppato. Ora è tardi: non c’è più la remota possibilità che torni indietro perché verrebbe sommerso dalle risate. Magari dopo il voto.

Il M5S può prendere voti a sinistra?

Sì, se denuncia lo sconquasso politico degli altri e recupera i suoi temi forti.

Andrà a votare?

Sì, andrò ma ormai sono straniero in questo Paese.

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