Cacciari: “Il governo Draghi è la definitiva bancarotta della politica”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Antonello Sette
Fonte: Globalist

L’ex sindaco di Venezia critico con il Pd: “Una forza politica, che ha come unica possibilità di sopravvivenza lo stare al Governo, si salva, ma è senza prospettive”

Cacciari, il salvatore della patria si è finalmente insediato…
No, il mestiere di Mario Draghi non è quello del salvatore – precisa l’ex sindaco di Venezia rispondendo a SprayNews – Farà, io penso bene, quello per cui è stato chiamato: spendere con una sufficiente rapidità i fondi del Recovery Fund e spenderli con un minimo di raziocinio, evitando di distribuirli a pioggia, sulla base dei desideri di questa o di quell’altra clientela. E predisporre un piano di vaccinazioni degno di chiamarsi tale. Questo deve fare Draghi. Null’altro. E cosa vuole che possa fare di altro in poco più di un anno e con una maggioranza così eterogenea.
E la politica sta a guardarlo…
Il ceto politico degli ultimi anni, per non risalire troppo indietro, è passato da una bancarotta all’altra. Prima le ho provate tutte Matteo Renzi, dopo di lui i Cinquestelle prima con la Lega e poi con il Pd. Ora tutti insieme appassionatamente. A sancire una bancarotta della politica che più devastante è difficile anche solo immaginarla. Se fossero intelligenti, utilizzerebbero questo anno abbondante sotto l’ombra protettiva di Draghi per ridefinirsi, per identificare un minimo di strategia in vista dlle elezioni politiche, che prima o poi si faranno.
Saranno intelligenti?
Per ora, l’unica che ha scelto una linea ben definita è Giorgia Meloni. Se la persegue bene, ma è molto difficile, può trarne buoni frutti. Il suo schieramento è l’unico che appare dotato di una sua identità, per quanto debole sia.
E il Pd?
Il Pd, se non decide a fare un grande dibattito al suo interno e  un congresso vero e proprio, con tesi e programmi che si confrontano, non va da nessuna parte. Negli ultimi anni è passato dalla caccia al capo salvifico all’unico valore dello stare al governo. Una forza politica, che ha come unica possibilità di sopravvivenza lo stare al Governo, si salva, ma è senza prospettive.
Matteo Renzi si attribuisce il merito di una strategia che ha portato Mario Draghi a Palazzo Chigi…
Beh, se Renzi non si fosse messo di traverso durante gli ultimi giorni del Conte bis, oggi ci sarebbe il Conte ter e non Mario Draghi. Questa non è un’opinione, ma la realtà dei fatti.
Achille Occhetto ha utilizzato parole durissime. Ha detto che Renzi è stato il serial killer del governo Conte…
Come prova a discarico, potrei ricordare che, dopo il fallimento dell’alleanza di governo fra i Cinquestelle e la Lega, Renzi ha fatto da ponte per il Conte bis, assumendosi una responsabilità che, difficilmente il Pd si sarebbe assunta in prima battuta. In quel momento si è comportato, al contrario, come un serial costruttore.  Alla fine della fiera era quello che aveva la pistola fumante, ma era stato anche quello che aveva salvato Conte.
Ha seguito l’incresciosa vicenda degli insulti indecenti e sessisti rivolti dal professsor Giovanni Gozzini dell’Università di Siena alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, nel corso di una diretta sull’emittente radiofonica fiorentina Controradio?
Sì e non ho capito, per la verità, perché se la sono presa solo con Gozzini. Non è stato il solo docente a insultare la Meloni durante quella diretta. Per esempio, a darle della peracottara non è stato lui. Comunque, stia tranquillo, non si preoccupi. Il professor Gozzini rimarrà al suo posto.

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