Fonte: Il Corriere della sera/ Scenari economici
di Federico Fubini – 13 ottobre 2018
Paolo Savona, il ministro degli Affari europei, è un economista di 82 anni che sa presentare un volto bonario. Il mese scorso, in una riunione, cercò di stemperare le tensioni incoraggiando il suo collega dell’Economia Tria: «Giovanni, sai bene che avendoti proposto io non mi permetterei mai di dire qualcosa contro di te», avrebbe rassicurato Savona secondo uno dei presenti.
Non tutto era andato liscio, in quegli ultimi giorni di maggio in cui nacque il governo. Savona era stato indicato dalla Lega come ministro dell’Economia, ma il capo dello Stato ne bloccò la nomina per l’instabilità che le sue posizioni contro l’euro stavano generando. Sergio Mattarella spiegò che non era illegittimo opporsi alla moneta unica, ma nessun partito aveva chiesto il voto agli italiani sulla base di quella piattaforma. L’incarico andò a Tria, un moderato senza affiliazioni politiche. Savona commentò su Scenari economici, un sito noto per le sue posizioni filo-russe e anti-euro: «Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni».
L’economista, in effetti, per quella carica aveva già affrontato una rinuncia. Il 23 maggio, poco prima che si formasse il governo, Euklid Ltd aveva comunicato che Savona lasciava la carica di presidente della società (e quella di gestore di un suo fondo lussemburghese). Euklid Ltd è un hedge fund, un fondo speculativo, nato nel 2014, basato a Londra e imperniato sull’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale e il registro digitale Blockchain. Non prevede commissioni di gestione, solo una compartecipazione al 20% degli utili, che dal debutto a maggio scorso sono stati in media del 16% all’anno. In un’intervista al Sole 24 Ore il fondatore di Euklid Antonio Simeone, un ex allievo di Savona alla Luiss di Roma, spiega che il fondo «può operare sia long che short» (sia puntando sui rialzi che sui ribassi, ndr) e si indebita per amplificare le proprie posizioni. Euklid non comunica quanto denaro gestisce ma a novembre 2016 aveva già raccolto 400 mila euro di capitale e la società era valutata dieci milioni. Da allora ha aperto alle sottoscrizioni con quote minime di oltre centomila euro. Nel capitale di Euklid Savona alle ultime dichiarazioni possiede 50mila azioni in euro di classe B (un’azione, un voto), in apparenza circa il 14% dei titoli su un totale dichiarato al registro delle imprese di Londra di 263.700 azioni in euro e 75.000 azioni in sterline.
Il ministro non nasconde di essere azionista della società, che controlla un fondo speculativo ed effettua anche scommesse ribassiste sui mercati. Come prevede la legge, nel sito della Presidenza del Consiglio un modulo ad hoc e la sua dichiarazione dei redditi indicano il possesso di quelle 50mila azioni, stimate al valore nominale di 56.355 euro (Savona denuncia poi in totale altri 1,3 milioni di euro custoditi in Svizzera, parte in una polizza e parte in un conto).
La particolarità è che la carica di presidente, quella alla quale Savona ha rinunciato, nel diritto societario britannico non esiste. O meglio, non come in Italia. A Londra essa è determinata dalle regole interne della società e a Euklid il presidente dispone di un voto doppio, secondo le dichiarazioni depositate al registro delle imprese o Companies House. In realtà, infatti, questo registro alla pagina sulle «persone» attualmente in carica a Euklid Ltd ieri sera enumerava solo due «director», senza qualifiche specifiche ma definiti «active»: il primo è il 34enne italo-americano Joseph Bradley, il secondo è Savona. Ciò appare in contrasto con la dichiarazione presentata dallo stesso ministro il 6 agosto scorso per la presidenza del Consiglio: lì Savona lascia vuota la casella sull’esercizio di eventuali funzioni di amministratore o sindaco di società. Di certo a Roma l’Autorità antitrust, incaricata di controllare, per ora non ha segnalato conflitti d’interesse riguardo all’economista.
È possibile che Euklid abbia scordato di segnalare al registro delle imprese che Savona non è più attivo come «director», membro di un organo di vertice composto di due persone. Di sicuro sarebbe una dimenticanza rischiosa, perché essa rende potenzialmente responsabile il ministro delle azioni dell’«hedge fund». Interpellato ieri sera dal Corriere per telefono, sms, email e messaggio Whatsapp, Savona non ha risposto. È probabile che non abbia smesso di pensare al ruolo che per ora è di Tria. Questo autunno ha partecipato a molte delle riunioni riservate più importanti sul bilancio pubblico. L’altro ieri alla Camera ne ha presentato l’esito («Il documento che ho inviato a Bruxelles per conto del governo»), senza mai citare Tria. Ma ogni tanto un dubbio coglie anche Savona. Quando a maggio gli sfuggì il posto all’Economia, disse: «Forse sono troppo coscienzioso per i tempi che corrono»
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RISPOSTA DI PAOLO SAVONA A FEDERICO FUBINI
CLAUDIO BORGHI INVESTE IN BTP
Paolo Savona per www.scenarieconomici.it
Rassicuro Federico Fubini che non c’è alcun giallodietro le mie dimissioni da direttore di Euklid LTD e presidente del Fondo di investimento omonimo lussemburghese (le due cariche sono connesse), come già gli è stato inutilmente comunicato dalla società prima dell’uscita del suo commento. Il suo è il nulla mascherato da un falso, al quale ho ormai fatto l’abitudine.
EUKLID COMUNICATO SU SAVONA
Contrariamente a quanto scritto, non ho partecipato a un fondo speculativo, ma di investimento serio e innovativo. Mi sono dimesso dagli incarichi, invero a malincuore e spiegherò il perché, ancor prima di conoscere come sarebbe andata a finire la mia designazione a Ministro dell’Economia e delle Finanze per evitare che i validi giovani che hanno dato vita all’iniziativa pagassero le conseguenze delle vicende riguardanti la mia vita pubblica.
Ho seguito per anni le loro performance sperimentali prima di decidere di partecipare in prima persona alla start up; essa ha avuto riconoscimenti europei e internazionali, nonché una lungimirante accoglienza inglese. Capisco che questi sentimenti non albergano nell’animo di Fubini ed è perciò che mi sembra utile ripercorrere oltre ai fatti, anche i motivi teorici che mi hanno convinto di cimentarmi nell’intrapresa.
La prima è la validità dei modelli econometrico-finanziari che ancora si usano per decidere le scelte di investimento e valutare il merito di credito. Ho accennato al problema rispondendo all’amico Renato Brunetta in Parlamento. Sono tra i primi economisti che hanno usato l’econometria, avendo avuto la fortuna di partecipare in Banca d’Italia alla preparazione del primo modello matematico dell’economia italiana M1BI.
DICHIARAZIONE DEI REDDITI DI SAVONA CON FONDI IN EURO IN SVIZZERA
Tuttavia, fin dalla crisi petrolifera di metà anni 1970 è risultato chiaro che i modelli non coglievano i mutamenti repentini delle variabili geopolitiche e geoeconomiche e, dopo un breve periodo in cui essi fornirono risposte adeguate, mostrarono i loro limiti come strumenti previsivi. A questi modelli sono stati apportati importanti perfezionamenti, ma la storia recente dimostra che non ce la fanno a prevedere, soprattutto “le svolte”.
PAOLO SAVONA
Il mio allievo Antonio Simeone, fondatore e AD di Euklid, mi aprì gli occhi sulle nuove metodologie dell’intelligenza artificiale e cominciai a riflettere. Ho anche scritto su una rivista estera considerazioni che mi hanno valso lusinghieri riconoscimenti. Osservando le performance degli algoritmi, mi convinsi che ero di fronte a una rivoluzione metodologica e culturale.
I progressi dell’economia avevano quasi messo al bando il metodo induttivo, quello dei praticoni che usano il fiuto, per sostituirlo con il metodo deduttivo, secondo cui dagli assunti (cause) si può risalire agli effetti. Se si modificano i primi si influenzano i secondi; i risultati dipendono quindi dalla validità delle ipotesi di come l’economista considera il funzionamento dell’economia.
FEDERICO FUBINI
Questo è lo scontro in atto in Europa: l’assunto è che la stabilità monetaria e finanziaria sia presupposto della crescita del reddito e dell’occupazione. In teoria si può anche sostenere che così possa essere, ma la pratica ha respinto la validità di questa ipotesi. Bisognerebbe sperimentare l’opposto, almeno per un periodo sufficiente.
Gli algoritmi possono essere d’aiuto, perché riaccreditano il metodo induttivo, però su basi scientifiche; ossia dall’osservazione di molte variabili eterogenee (i big data) si risale alla previsione. Penso che questo metodo sia più valido dell’econometria come strumento previsivo. Da cui il fascino che ha esercitato su di me l’iniziativa, come ho scritto in chiare lettere nelle mie memorie, in epoca non influenzata dalle mie vicende successive.
CLAUDIO BORGHI
Non ho mai inseguito onori e guadagni fine a se stessi e anche per Euklid, come per le altre mie esperienze, inclusa quella in corso, sono guidato, come scrisse Keynes, dalla curiosità di sperimentare la validità di nuove idee e di nuovi metodi di calcolo, non dal desiderio di servire interessi costituiti come altrui consuetudine.