Bettini: “Conte non è affatto un leader debole. Subisce attacchi micidiali proprio perché continua a stare in campo e a riscuotere simpatie e consensi. Ha governato bene…”

per Alessandro Rossi

Estratto dell’articolo di Fabrizio d’Esposito per “il Fatto quotidiano”

(…)

Conte le sembra un leader debole? Paga la dalemizzazione di Di Maio? Lei è un esperto della materia dai tempi di Veltroni.

Conte non è affatto un leader debole. Subisce attacchi micidiali proprio perché continua a stare in campo e a riscuotere simpatie e consensi. Ha governato bene, Draghi su tanti aspetti continua la sua azione. Ha contribuito alla formazione dell’attuale governo.

Conte, Claudio Mancini e GualtieriCONTE, CLAUDIO MANCINI E GUALTIERI

Sta cambiando il M5S in direzione di un partito ecologista, popolare, europeista e attento alle fasce più deboli della società. Valuta positivamente l’adesione del suo movimento al gruppo dei Socialisti e Democratici a Bruxelles.

giuseppe conte enrico lettaGIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA

Quale interesse avrebbe il campo democratico a indebolirlo o disarcionarlo? L’interesse possono averlo solo i nemici di un nuovo e civile bipolarismo. I fautori di una ammucchiata di potere, in grado di destrutturare il sistema politico italiano per passare la mano a un comando delle élite economiche e finanziarie internazionali dominanti in Occidente.

da Globalist

Bettini: “Spero che la sinistra riconquisti i consensi popolari perduti”

Il dirigente del Pd parla anche della corsa al Quirinale: “Sono per un presidente di garanzia per tutti; che faccia rispettare la Costituzione e dia prestigio all’Italia nel mondo”

“Sono per un presidente di garanzia per tutti; che faccia rispettare la Costituzione e dia prestigio all`Italia nel mondo. Un presidente forte: perché deve essere in grado, dopo questa fase d`emergenza, di riaprire una sana dialettica politica tra il centrodestra e il centrosinistra. Guai a pensare che serva tagliare le ali agli schieramenti per favorire un confuso corpaccione di centro. Aumenterebbe l`astensionismo, diminuirebbe la rappresentanza, si aprirebbe la strada a ipotesi tecnocratiche ancora più distanti dal Paese reale”.

Così dice Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, sulle prospettive dell’elezione del Presidente della Repubblica.

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