Fonte: Gustavo Piga
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di Gustavo Piga – 6 novembre 2014
La relazione del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Luigi Signorini, alle Commissioni Riunite di Camera e Senato ha il pregio di mostrare a tutti gli italiani quello che questo Governo sta meravigliosamente, con superba capacità comunicativa, nascondendo a tutti: l’ovvio contenuto recessivo della legge di stabilità in discussione al Parlamento.
https://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/signorini-031114/signorini-03112014.pdf
Lasciate stare le assurde promesse del passato, barrate con una croce rossa, del primo tentativo comunicativo di questo Governo, anche questo intriso di convinto ottimismo, in primavera, con il Documento di Economia e Finanza che prometteva una crescita quest’anno dello 0,8%: peccato che la Commissione europea abbia ieri sentenziato che sarà recessione, del -0,4%. Un minuscolo errore (?) di previsione in 6 mesi di soli 1,2% di PIL: che volete che sia?
Guardate piuttosto la zona destra del riquadro: dove la Banca d’Italia mostra chiaramente come il deficit scenderà dal 3% di PIL di quest’anno al 2,6%, come vuole l’Europa, la stupida Europa, che facciamo finta di criticare con frasi ad effetto ma a cui ci adeguiamo sempre senza cercare di costruirla con cambiamenti veri ed effettivi.
0,2% di PIL di questa diminuzione di deficit sarà dovuta ad una minore spesa per interessi. E gli altri 0,2%? A cosa sono dovuti?
A maggiori tasse ed entrate fiscali? Quasi, ma no: le entrate fiscali in percentuale del PIL restano, come vedete, fisse al 48,3% del PIL, immobili, per aumentare poi al 48,7% del 2016. Già, le tasse non scendono, aumentano.
A minori spese grazie alla fantastica spending review mai avviata sinora? Quasi, ma no: anche le spese correnti rimangono costanti in percentuale del PIL, fisse al 42,9% del PIL. la loro riduzione, come sempre, è rinviata al … 2016.
La riduzione dello 0,2% di PIL è ovviamente dovuta alla riduzione delle spese in conto capitale, solito capro espiatorio di qualsiasi Governo passato negli ultimi 10 anni, anche di quelli più comunicativi: dal 3,7% al 3,5% del PIL. Le spese per investimenti pubblici, le uniche che potrebbero rilanciare, se ben indirizzate, la crescita che non c’è in questo Paese. E ovviamente, continueranno a scendere anche dopo.
Insomma. Queste sono le premesse per ribaltare il Paese?
Benvenuti nel Paese delle Meraviglie dove tutti quelli che parlano credono a quello che dicono, ma nessuno dice quello in cui crede. A cosa crede, Sig. Governo?
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«Allora dovresti dire quello a cui credi», riprese la Lepre Marzolina.
«È quello che faccio», rispose subito Alice; «almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.»
«Non è affatto la stessa cosa!» disse il Cappellaio. «Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!»