Di Battista (M5S) ha firmato i referendum di Possibile

per Andrea Colli
Autore originale del testo: Andrea Colli

di Andrea Colli  6 settembre 2015

Nonostante che Possibile, l’associazione che fa capo a Pippo Civati e che alla fine di ottobre concluderà il suo percorso costitutivo fatto di 200 comitati sparsi in tutta Italia e diventerà un partito politico a tutti gli effetti, abbia inviato all’Agcom una letterina con la quale segnala che i referendum esistono, che la campagna referendaria cresce di giorno in giorno, che i banchetti – insieme alle firme – si moltiplicano e che i selfie referendari affollano i social network quotidianamente, di tutto ciò non c’è traccia sui canali di informazione tradizionale, nonostante il diritto di informazione sia tutelato dalla Costituzione italiana e dalle Carte internazionali sottoscritte dal nostro Paese.

Il solo Fatto Quotidiano ha ospitato più volte le interviste di Civati e ha parlato degli 8 quesiti referendari necessari a abrogare le schifezze che il governo ha fatto, ma da parte degli altri media (giornali e televisioni), nessuna notizia e ad essere maliziosi, si potrebbe pensare per timore di essere invisi al manovratore, per non disturbare il premier Renzi che ha superato in negativo anche l’altro peggior premier della storia italiana, Berlusconi. Ebbene, il Fatto Quotidiano ha ospitato per tre giorni i nostri banchetti referendari alla festa del giornale che si sta svolgendo alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, dove moltissime delle persone accorse per gli spettacoli e i dibattiti, hanno firmato i referendum. Dopo le firme autorevoli di Marco Travaglio e di Antonio Padellaro, è giunta anche quella di Alessandro Di Battista che ha dichiarato: “Non condivido tempi e forme dei quesiti. ma oggi li ho firmati perché se un cittadino mi chiede di mettere il mio nome per una battaglia giusta, io ci sono.” Per concludere resta da dire che è già un gran successo aver ricevuto la firma di un autorevole esponente dei 5 stelle, pur con i distinguo, che compensa (per ora) l’assenza incomprensibile di altri dirigenti della sinistra che dovrebbero di regola condividere i motivi dei referendum, perchè è l’unica cosa che conta.

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