BARCA: il Pd è fermo al medioevo dove comandano i capibastone

per Andrea Colli
Autore originale del testo: Andrea Colli

di Andrea Colli 14 giugno 2015

“Nel corso degli anni ci siamo imbattuti costantemente in una resistenza dell’apparato politico del partito impermeabile a qualsiasi critica e cambiamento. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’ulteriore involuzione del Partito democratico, ridotto ormai ad un vero e proprio comitato elettorale. Non ci sono “cambiamenti di verso” e meno che mai ci sono state le famose rottamazioni. Non abbiamo voluto partecipare, per protesta, alle primarie per la scelta del segretario comunale di Livorno, perché avevamo capito che non esistevano più le condizioni minime di rappresentanza politica. Il risultato finale ha dimostrato per l’ennesima volta l’inamovibilità del sistema fondato su puri tatticismi di potere.”

Questa soprascritta è una parte delle parole che noi civatiani livornesi abbiamo scritto nella lettera di uscita dalle file del Partito Democratico e non possiamo che constatare l’assonanza con il Pd raccontato nero su bianco da Fabrizio Barca, economista e anima di sinistra dei Democratici, nella sua relazione presentata al Nazareno: “Una proposta per il Pd, un anno dei luoghi ideali”, che ci convince sempre di più che la nostra scelta sia stata legittima e consapevole e che ci ha portato totalmente a condividere la proposta di Pippo Civati sulla costruzione di un nuovo soggetto politico denominato Possibile che debutterà a Roma il prossimo 21 giugno.

Barca racconta di “un Pd fermo al medioevo dove comandano i capibastone.” L’ex ministro nel suo giro ricognitivo racconta che si è scontrato ovunque con “un Pd dove domina l’idea che la funzione primaria sia quella di bilanciare i poteri”. E nel quale “le organizzazioni territoriali, lasciate libere dal centro (libere di accapigliarsi per il potere) possono troppo facilmente cadere preda di interessi particolari”. Insomma, cacicchi e correnti dominano senza controlli. E allora “i gruppi locali dei progetti riusciti hanno dovuto navigare controcorrente rispetto a questa logica: il loro lavoro è stato spesso criticato come una ‘perdita di tempo’ rispetto a ‘ciò che conta’, ossia l’occuparsi di candidature o di filiera. O addirittura come destabilizzante per gli interessi di qualcuno”. Continua Barca dicendo “il partito potrà farcela solo se il suo vertice nazionale riterrà opportuno e possibile bloccare la sua deriva neo-feudale”. Il Medioevo democratico emerge da tante pieghe della relazione e conclude “rilanciando la separazione tra i ruoli di premier e segretario del Pd perchè “se le due figure coincidono si produce una dannosa sovrapposizione tra partito e Stato.”

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