Bruxelles, 4 marzo 2015
Dopo il ritrovamento nelle acque del Canale di Sicilia dei corpi senza vita di dieci migranti, il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha affermato che «l’immigrazione è un problema che riguarda tutti gli Stati membri». Non si tratta più «di Mare nostrum, ma di Europa nostra», ha precisato, annunciando la decisione della Commissione di anticipare a metà maggio l’approvazione dell’Agenda europea sulle migrazioni, già fissata per metà luglio.
«Ne prendiamo atto», commenta l’eurodeputata Barbara Spinelli, «anche se è sconcertante che, prima di questa ennesima tragedia, la Commissione avesse fissato una data tanto lontana, quasi che l’emergenza nel Mediterraneo non fosse già drammatica da troppo tempo. Ora è essenziale far succedere alle parole i fatti: fatti univoci e concreti».
«In Italia», ha detto Barbara Spinelli, «la Cild (Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili) ha promosso una petizione per chiedere al presidente del consiglio Matteo Renzi di riattivare l’operazione Mare nostrum e, parallelamente, premere sull’Unione europea per la condivisione di questa responsabilità, che riguarda le frontiere comuni dell’Unione. É una richiesta che faccio mia e che rivolgo alla Commissione, unitamente alla preoccupazione per le parole del commissario Dimitris Avramopoulos, il quale – nella conferenza stampa congiunta – ha sostenuto che l’Ue debba cooperare anche con i regimi dittatoriali per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione, opporre un contrasto “aggressivo” ai trafficanti di esseri umani e “proteggere meglio” i propri confini».
«L’organizzazione Habeshia, guidata dal candidato al premio Nobel per la pace don Mussie Zerai», ha continuato la parlamentare europea del Gue-Ngl, «denuncia da giorni la partenza di migliaia di uomini e donne africani con barconi malridotti e rapimenti di massa in Sudan, e chiede che venga fatto rispettare il processo di Khartoum per la liberazione delle persone sequestrate. Facendo mie le parole di don Zerai, mi rivolgo alla Commissione perché l’Unione “chieda e pretenda da questo Stato una seria lotta contro il traffico di esseri umani, e l’immediata liberazione dei profughi che si trovano in condizione di schiavitù”».