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di Stefano Fassina, 24 giugno 2017
Il Governo si appresta a fare un Decreto Legge su Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca per metterle in liquidazione coatta amministrativa e nominare commissario. Si prefigura un enorme regalo a Banca Intesa e un enorme danno ai contribuenti: a Intesa vengono regalati, ossia dati a costo zero, asset buoni e redditizi, la rete di sportelli nell’area più produttiva del Paese e fondi per ulteriori suoi esuberi; il bilancio pubblico si carica gli Npl e gli esuberi delle due banche venete. Complessivamente, un previsto impegno finanziario di circa 10 miliardi di euro. È una soluzione inaccettabile. Avviene all’oscuro del Parlamento.
Ribadiamo la richiesta al Ministro Padoan di venire in Parlamento al più presto, prima di procedere a qualunque atto, a spiegare in dettaglio il piano di Intesa e a motivare l’orientamento dell’esecutivo.
Il mega regalo agli azionisti di Intesa non è l’unica strada possibile. Il governo non può essere così subalterno alle valutazioni di Bruxelles e Francoforte e così piegato agli interessi particolari. Vanno percorse altre strade. Si dovrebbe, innanzitutto, provare a negoziare un acquisto da parte di Intesa equo in termini di NPL e occupati. In alternativa, come con Mps, si dovrebbe procedere a un ingresso diretto del fondo pubblico nel capitale delle due banche venete al fine di prendersi anche oneri e asset profittevoli, regolare le remunerazioni del management e poi rivendere a risanamento avvenuto minimizzando l’impiego di risorse pubbliche. Siamo sicuri che il Presidente Mattarella segue con attenzione un passaggio così delicato.