Fonte: Il Fatto Quotidiano
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di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano 18 marzo 2015
Quando parla un politico, viene sempre da domandarsi: “Ma chi glieli scrive i testi a questo?”. Le intercettazioni della Banda Larga ci regalano una risposta sul ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, un tipo così sveglio e competente da stare lì sia con Letta sia con Renzi: il suo paroliere era Ercole Incalza. Il che spiega perché il sosia di Mariangela Fantozzi se lo tenesse ben stretto, anche da pensionato, con consulenze co.co.co. E perché minacciasse di far cadere il governo nel caso in cui la sua struttura fosse stata smantellata. Senza Ercolino, Lupi si sentiva perduto. Gli mancava la parola. Incalza stava a Lupi come Mogol e Panella a Battisti. Solo che Battisti, di suo, ci metteva le musiche, e che musiche. Lupi ci metteva gli errori, e che errori. Il 28 dicembre 2013 il presunto ministro deve dare un’intervista al Corriere sulle opere pubbliche. E, pur seguendole da 8 mesi, non ne sa una beneamata cippa. Così telefona a Incalza per le ripetizioni, come i concorrenti dei telequiz che chiedono l’aiutino all’amico a casa o comprano una consonante. Incalza, paziente, cerca di spiegargli qualcosa.
Ma è un’impresa disperata. Lupi: “Devo fare un’intervista al Corriere sui cantieri lì…”. Incalza: “Mi han dato una scheda… gliel’ho data a coso”. Lupi: “Ce l’ho qua infatti, per questo ti chiamo”. Bastasse la scheda: troppi numeri, troppe località, un casino. Urge traduzione: “Non riesco a capire nella Teem (la tangenziale esterna est di Milano, ndr)… dice che nel 2014 aprirà nuovi cantieri”. I: “No, qui non è che apriranno: sono lavori in continuità. Glielo direi però questo”. Lupi prende buona nota: “Sì sì, ma questo lo dico poi”. E la metro Napoli-Capodichino? I: “I cantieri sono aperti, finalmente continueranno”. Lupi coglie al volo: “Prosecuzione”. I: “Prosecuzione”. Punto, punto e virgola, due punti: massì abbondiamo, adbondantis adbondandum! L’affare s’ingrossa. L: “Cos’è il nodo metro-tranviario di Bologna?”. I: “È come se fosse una metropolitana in superficie”. Come se foss’antani. L: “Quando parli di piccole medie opere nel Mezzogiorno, perché nuovi cantieri per 400 milioni?”. I: “Perché sono quelli delle opere piccole e medie”. È ufficiale: diconsi “opere piccole e medie” le piccole e medie opere. Lupi ha le capacità di apprendimento di un bradipo: “Vabbè poi vedo”. Si spazia da Trieste a Piombino, da Civitavecchia a Taranto, da Ravenna al Brennero: gli scoppia la testa. E sui cantieri Anas rischia l’ernia al cervello: “Uhm invece per quanto riguarda Anas ne abbiamo già appaltati 170…107 cantieri?”. Ne avesse azzeccata una per sbaglio.
Incalza tradisce il suo cognome e getta acqua sul fuoco: “Partirà una piccola parte… io sono molto attento a non dire cose che non sono poi vere, insomma”. Piano con le balle, ché poi la gente non vede niente e ti sgama: “Il cantiere vero andrà nel 2015, però se lo vuoi mettere… mettine metà, 100 milioni, 150, non è che parte tutto”. Fai buon peso. L: “Poi invece manutenzione ferrovie 580 milioni”. I: “Sì”. L: “In continuità di cantieri già aperti”. I: “Sì”. L: “Nel senso che il Terzo Valico resta aperto”. I: “Esattamente”. L: “In continuità pure il Brennero”. Incalza, sullo sfinito spinto: “Esattamente”. Lupi si sente padrone della materia e non lo ferma più nessuno: “…e la Pedemontana Veneta”. Incalza sbatte la testa al muro: “No, la Pedemontana Veneta è stradale!”. Lupi la prende bene: “Sì, sì, vabbè”. Ferrovia o strada, se non è zuppa è pan bagnato. I: “Vanno avanti i lavori che non sarebbero più andati avanti… ricordalo questo qua, io glielo direi”. Lupi segna tutto: “Sì, sì… E la circonvallazione di Lucca”? I: “Quelli partono”. Il ministro è sul pezzo: “Ma la Pontina no”. Vaccata sesquipedale. I: “La Pontina come no?! La gara è già stata approvata!”. Il ministro è nel pallone più completo, occhi pallati, salivazione azzerata, sudorazione a mille: “’sto porto di Ancona anche questo non partono i cantieri”. Incalza, disperato: “Altro che! Come no?! A ottobre potrebbe aprire i cantieri”. Però si rifà sulla Bari-Napoli, questa la sa. L: “L’Alta capacità Bari-Napoli dovrebbe qualcosa partire”. I: “Sì, parte un po’ di roba”. Lupi è deluso: “Vabbè”. Incalza lo cazzia: “Come vabbè? Io vorrei che tu glielo dicessi al presidente del Consiglio che l’unica chiave che parte è questa… non sei d’accordo?”. E come potrebbe? Balbetta: “Questa-questa sì-sì!”. Però gli servirebbe un disegnino, come Gasparri-Marcorè che, intervistato a Raiot dalla giornalista spagnola-Sabina Guzzanti, la implorava: “Io ‘sta legge Gasparri nun l’ho scritta e nun l’ho manco letta: me prepari un appuntino così la capisco pure io?”. Lupi vuol vendersi bene sul Corriere, con qualche cifra altisonante: “Se potessimo dire quanti lavori partono… o proseguono”. I: “Circa 8 miliardi… Non è poco, guarda!”. L: “8 miliardi di cantieri veri”. Abituato a B., il ministro si premunisce: “cantieri veri”, quelli che si vedono proprio, con le betoniere, le scavatrici, gli operai. Incalza conferma: “Sì sì”, però meglio tenersi bassini: “4 miliardi e mezzo sono sicuramente nuovi lavori”. L: “In termini di occupazione?… 50 mila?”. I: “Sono puttanate perché dopo due anni ‘sta gente se non ha continuità lavorativa sono cazzi”. L: “Ho capito”. Incalza non si fida: “Di questi 4 miliardi e mezzo… tu hai un 30 mila nuovi occupati… questi sono dati veri, non quelli dell’Istat”. L’indomani, sul Corriere, esce la trionfale intervista di Lupi. Titolo: “Oltre 10 miliardi per i cantieri”. Tutto inutile: non ci ha capito una mazza. Gentili giudici di Firenze, non potreste fare un cambio merce, liberando Incalza e nominandolo ministro delle Infrastrutture? Almeno sa di che parla. Al suo posto potete prendervi Lupi, volendo. Ma tanto poi ve lo assolvono per totale incapacità di intendere e volere.