Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Attenzione: Draghi vuole scappare e mandarlo al Colle sarebbe un errore madornale
Da diversi giorni circolano notizie sull’insofferenza di Draghi rispetto alle convulsione dei partiti che sostengono il suo governo e impedirebbero l’auspicata fluidità d’azione. Verrebbe da dire: “ma perché si aspettava altro dai partiti italiani?”. Anche con Monti accadde lo stesso, all’inizio tutti d’accordo a sostenerlo di fronte al rischio di default cui l’allegra coppia Berlusconi-Tremonti aveva condotto il nostro paese, ma poi … sappiamo come è finita e Monti si è fatto da parte.
Per san Supermario penso invece che la questione sia diversa. In questo caso mi pare di vedere proprio un ansia di scappare dalle prossime responsabilità, ho l’impressione che emerga l’angoscia per i prossimi impegni di governo e questo, per dirla in modo semplice, a causa del livello stratosferico che sta raggiungendo il nostro debito, che è probabile che nei prossimi anni raggiungerà il 170% del Pil, e forse anche di più.
Mi pare di aver già scritto qualche “gessetto” fa che nei prossimi anni la poltrona di capo del governo italiano sarà una delle più scomode al mondo, rientrare da quel debito costituirà un compito immane da far tremare i polsi a chiunque, anche perché la benevolenza delle istituzioni europee non durerà in eterno. Traccia di questa angoscia si nota nell’aver consentito la pubblicazione sul sito ufficiale del governo di un paper a firma tra gli altri del suo consigliere Giavazzi e di quello di Macron Weymuller, che in altri tempi avrebbe suscitato quanto meno la sua perplessità.
In questa nota si parla di un’idea, non nuova per la verità, di concentrare in un’agenzia europea finanziata dalla Bce il maggior debito accumulato a causa della pandemia. Trattasi di proposta che, al di là della sua consistenza tecnica che non è il caso di approfondire in questa sede, presumo avrà la stessa sorte di altre proposte similari, cioè verrà ignorata, almeno fino a quando non ci sarà una cessione consistente di sovranità dagli stati all’Ue. D’altro canto gli stessi Macron e Draghi si sono guardati bene dal farne cenno nell’articolo che hanno scritto a quattro mani per il Financial Times; indubbiamente però resta il fatto significativo che comunque una certa visibilità al documento è stata data sul sito del governo.
Quindi Draghi vuole fuggire da Palazzo Chigi perché ha paura di cimentarsi con compiti che non sarà in grado di portare a compimento o di doverlo fare con provvedimenti altamente rischiosi, soprattutto per uno cui è stata conferita l’aureola di san Supermario. Certo, tutto questo ovviamente anche a causa del contesto “italiano”. Però va detto che anche i precedenti governanti hanno dovuto barcamenarsi nello stesso contesto. Insomma il terrore di Draghi sta nel rischio altissimo di vedere sfumare tutta la sua fama e fare la fine di un politicante qualsiasi sbeffeggiato dai partiti quando dovrà mettere mano alle forbici e alle cosiddette “riforme strutturali”.
Essendo questa la situazione, è ovvio che il passaggio al Colle sarebbe la soluzione migliore e più gratificante: prenderebbe due piccioni con una fava. In questo modo però i poveri suoi successori a Palazzo Ghigi saranno nelle peste e tutti gli estimatori acritici di san Supermario sospireranno “eh se ci fosse stato Draghi, lui avrebbe di sicuro trovato la soluzione” e nessuno dirà mai che san Supermario era semplicemente scappato dalle responsabilità proprio perché quelle soluzioni non le aveva.
Da tutto questo discende altresì che i partiti compirebbero un errore madornale eleggendo Draghi al Quirinale, perché poi le rogne sarebbero loro. Ho l’impressione che qualcuno nel Pd e in Fi l’abbia capito.