D : Maurizio Bruni, per quale motivo hai costituito il gruppo “Aspettando Bersani”?
R : Un motivo , dovuto ad una serie di sensazioni e sentimenti , scaturiti dai fatti tra il 2013 e il 2014; remissione del mandato per la formazione del Governo, elezioni mancate del Presidente della Repubblica, per dirla in breve quei famosi “giorni bugiardi“, come intitolo’ il suo libro Chiara Geloni, in cui Bersani sentitosi tradito si vide costretto ad abbandonare anche la segreteria del PD. Nel Febbraio 2014 Bersani venne ricoverato per il malore che tutti conosciamo, ebbene fu proprio in quei giorni che maturo’ in noi ( io e Marina Grazioli ) l’idea di poter dimostrare la nostra vicinanza e solidarietà a colui a cui noi avevamo sempre dato la nostra fiducia e stima, di aprire un gruppo in cui tutti indistintamente si potessero confrontare liberamente esprimendo le proprie opinioni e sensazioni anche se a volte con convinzioni diverse e lo abbiamo intitolato “Aspettando Bersani“ come se potesse essere di buon auspicio, prima di tutto per lui e poi per noi tutti.
D : Con quali obiettivi ?
R : Inizialmente non avevamo nessun obiettivo ben preciso se non quelli citati sopra, poi piano piano vedendo la partecipazione delle persone, ci siamo accorti che le opinioni espresse anche se a volte negative , potevano diventare proposte e utili a tutti. Per noi era ed e’ importante portare avanti i principi, l’idea e la filosofia di Bersani. “Hai visto mai ? “ e’ l’interrogativo che si trova fra le note di identificazione del gruppo, già, hai visto mai che Bersani possa tornare a contribuire per il bene di noi tutti ? Noi lo aspettiamo.
D : Che cosa e’ mutato in questi 3 anni ?
R : Per quanto ci riguarda come gruppo abbiamo sempre cercato di tenere la barra dritta, anche se, a volte abbiamo incontrato critiche, ad esempio, quando Civati e Fassina hanno preso la decisione di uscire da PD e in molti criticavano Bersani di non aver preso la stessa decisione. Anche in quel frangente siamo stati con lui comprendendo il sacrificio che stava compiendo pur di mantenere unito il PD.
D : Come hai vissuto nel gruppo il referendum Costituzionale ?
R : Inizialmente vi era molta incertezza, ma forse era la stessa che avevano un po’ tutti , tranne forse i promotori della riforma, ma con il passare del tempo ed acquisendo maggiori informazioni la cosa e’ stata un po’ più semplice, abbiamo cercato di capire e far capire che, a differenza di altri, il nostro no era ponderato e non era contro qualcuno , ma contro una riforma che per noi era sbagliata.
D : Come hai accolto la nascita dell’Art. 1?
R : Con un sospiro di sollievo, io e direi tutti i membri del nostro gruppo, non ci sentivamo più parte del PD, di questo PD, capivamo che i nostri rappresentanti erano sprecati in una direzione che andava a senso unico, senza riflessioni ne discussioni degne di essere chiamate tali, quando ce n’era ben donde, dopo 3 anni di sconfitte e di errori. Fattosta che nel frattempo il gruppo si e’ aggiornato cambiando denominazione sociale “Democratici e Progressisti con Bersani“ con un ART. 1 bene in vista che campeggia sulla copertina della pagina.
D : Quali preoccupazioni hai per il futuro ?
R : Premesso che io, per il mio carattere, sono una persona che sa cogliere un lato positivo anche da uno negativo, salvo casi particolari, le mie preoccupazioni sono quelle che chi di dovere non faccia ciò per cui e’ chiamato o che, peggio ancora, faccia cio’ che non dovrebbe. In questo momento penso a Trump, Erdogan, insomma quelle persone che hanno in mano le sorti del Mondo e lo utilizzano per fini personali.
D : Quali speranze ?
R : Per il mondo spero che qualcuno riesca a limitare quelle persone citate sopra, per l’Italia spero che finalmente la sx torni a fare la sx , che torni a “mettere l’orecchio a terra“ ( citando ancora Bersani ) ascoltando le necessita’ delle persone specialmente le più bisognose. La sx riprenda in mano ciò che e’ sempre stato un compito della sinistra. Il lavoro e di questo l’Art.1 ce l’ha per definizione, pensando in particolare ai giovani, la salute, che tutti in particolare i meno abbienti abbiano la possibilità di accedere ai presidi sanitari, l’immigrazione e la sicurezza, dove si possano trovare soluzioni per evitare guerre tra poveri e che tutti indistintamente tutti, rispettino le leggi dello Stato e della convivenza civile.