di Alfredo Morganti – 18 maggio 2018
Il 19 maggio l’Assemblea del PD sarà aperta da Matteo Renzi, segretario dimissionario plurisconfitto, e non da Maurizio Martina o chiunque altro. Questo perché il toscano, pare, vorrà spiegare a tutti le ragioni della sconfitta elettorale. Posto che sia così, e posto che tali ragioni non appaiano già evidenti, perché attendere tutto questo tempo per la spiegazione? Non poteva farlo prima, magari in Direzione, in un post, in un articolo di giornale, nelle interviste concesse alla stampa, nella comparsata da Fazio, oppure mentre inforca la bici viola e fa sondaggi in piazza?
Detto tra noi, bastava anche un tweet, una telefonata, un chiacchierata al bar, una pacca sulle spalle, una battuta, tutto insomma, invece di riprendersi l’Assemblea da dimissionario, da ex e tuttora segretario, da padrone di casa nonostante lo sfratto, da unico titolare della linea, unico titolare del partito, unico titolare soprattutto delle sconfitte piovute da tempo sul suo groppone, a partire da quella del 4 dicembre, quando liquidò tutto dicendo che lui il 40% lo aveva comunque preso (e quindi, a suo modo, aveva vinto) e tanto gli bastava. Mi chiedo: quando finirà questa storia? Quando? Se la prima volta è tragedia e la seconda farsa, la terza è una barzelletta di Berlusconi.
1 commento
PD,la casa dei misteri abitata dal fantasma di Pinocchio.