Ariecco le primarie

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=2697

di Lucia Del Grosso – 16 luglio 2017

Nella sinistra italiana cova sempre, anche nei momenti di riscatto, una coazione a ripetere le scempiaggini del passato.

Ripercorriamo i recenti avvenimenti.

Si crea un’area a sinistra del PD che però è scomposta non solo perché si divide in più soggetti, ma anche perché gli stessi sono destrutturati al loro interno, non avendo ancora maturato una riflessione e una linea sui temi dirimenti della fase: Europa, immigrazione, politiche monetarie e fiscali, rapporto tra la sfera del bene pubblico e quella del mercato, più spesa pubblica o meno debito pubblico. Insomma siamo ancora a “caro compagno” nel percorso di delineazione di un’identità e di un programma condivisi.

Per dare una rassettata a questo brodo primordiale, anche sotto la spinta di venti di crisi e di elezioni anticipate, si offre un signore di cui si enfatizza il passato di sinistra radicale, nonostante l’evaporazione dei suoi trascorsi.

Tutti si guardano l’un l’altro con espressioni tra il perplesso e lo sbigottito e si domandano: “Ma questo chi l’ha chiamato? Chi l’ha nominato? Chi lo ha incaricato?”

Intanto tra un talk show e un’intervista si chiarisce il ruolo di questo signore: è un federatore.

Ma federatore di che? Di pensieri in libertà? Di idee sparse e non riflettute, non mediate e non ancora sistemate in un discorso coerente?

Primo sintomo del vizio della coazione a ripetere: si prende uno e gli si affida un compito che invece deve essere collettivo. Pisapia doveva essere uno dei soggetti impegnati in questo sforzo, non il delegato non si capisce in base a quali caratteristiche personali e quale mandato.

E siccome non si capiva e non si capisce tuttora Pisapia agisce in base all’umore con cui si sveglia la mattina e con un’orizzonte strategico di cinque minuti: dopo essersi fatto incoronare da una rispettabilissima piazza di militanti di sinistra disposti a mettere cuore e passione nella ricostruzione della sinistra annuncia che non si candida. Vabbè, abbiamo scherzato.

Ma ora arriva un’altra tentazione di ripetere le fesserie di sempre: le elezioni sono non imminenti, ma comunque vicine e bisogna incominciare a fare un ragionamento sui candidati. Come risolvere questa patata bollente? Semplice: le primarie.

Come se non avessimo assistito al comico spettacolo che il PD ripete da anni con le primarie.

Lasciamo perdere i pericoli di entrismo, inquinamento e infiltrazione di estranei al voto, che potrebbero anche essere risolti, anche se ci credo poco.

La catastrofe la vedo nel confronto personalistico in cui peraltro scivoleranno tutti i temi che attualmente non hanno trovato la quadra in un sistema valoriale e programmatico coerente. Si farà a cazzotti sull’Europa (che è già materia da pronto soccorso) mentre si farà a calci sui nomi da mettere in lista. E ditemi, di grazia, questa rissa recupererà quei voti di sinistra dispersi su cui si pone, giustamente, tanta enfasi, o al contrario ne farà scappare ancora di più?

E senza considerare che nella scelta dei candidati mediante primarie saranno avvantaggiati quelli che provengono da formazioni più strutturate sul territorio. Altro motivo di polemiche e tafferugli (si spera solo metaforici, ma non ci scommetterei).

Dovremmo cioè affrontare questo rischio per sudditanza culturale nei confronti dei dogmi della democrazia plebiscitaria invece di approfittare di questo periodo per discutere di programmi. Poi sarà compito della classe dirigente di Sinistra Italiana, di MDP, di R.C., di Possibile e del civismo democratico che riusciremo a coinvolgere, ecc. ecc. l’attività di mediazione sulla scelta dei migliori candidati, i più spendibili.

Ed è pretestuosa l’obiezione dell’investitura dall’alto, perché c’è il modo di discutere le candidature nei collegi o circoscrizioni facendole condividere dalla base con modalità democratiche.

Non si può offrire un’immagine alternativa se poi si mutuano tutti i vizi dei soggetti politici da cui ci si vuole distinguere. E le primarie sono uno dei vizi peggiori del PD, che ha scaricato il confronto di idee nello scontro tra le persone. Risultato? Il renzismo ha avuto la strada spianata perché non contrastato da una sana dialettica politica sul merito e i contenuti della linea politica.

Vogliamo strozzare nella culla la sinistra che stiamo facendo risorgere?

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.