Appello di Michele Santoro per il voto a Pace Terra e Dignità e il voto di Tomaso Montanari per le Europee

per Gian Franco Ferraris

Appello di Michele Santoro per il voto a Pace Terra e Dignità (Video)

Tomaso Montanari: per le europee, cosa voterò

Anche per le Europee, alla fine, ho scelto così: cercando le singole persone, non i partiti. Anche perché, una volta tanto, si vota con il proporzionale: quello che dovremmo ripristinare anche alle politiche per avere qualche possibilità di salvare la nostra democrazia. E di persone che mi piacerebbe votare non ne mancano, nelle liste del mio collegio. Marco Tarquinio, per esempio. O Christian Raimo. O Ilaria Salis, naturalmente. Ci ho pensato: e ovviamente non solo capisco benissimo chi farà una di queste scelte, ma anzi mi permetto di esortare tutti quelli che comunque avrebbero votato Pd o Si a scegliere questi nomi. Ma io non ce la faccio: per quanto contino le persone, non riesco a votare per un Pd che ogni giorno deve precisare che la linea del partito sulla guerra non è quella di Tarquinio: il quale infatti non è capolista, come avrebbe dovuto essere, ed è anzi visibilmente isolato e degradato a foglia di fico, o specchietto per le allodole. E nonostante l’infinita stima per Raimo, e la gratitudine per il suo coraggio civile, proprio non riesco a dare il voto a Sinistra Italiana, una forza che, con le sue micrologiche di micropotere personale, sta nel tappo che impedisce la nascita del nuovo, ed è parte del morto che porta a fondo il vivo: una realtà che non sparisce grazie all’uso strumentale di bei nomi e ottime cause. Ma ripeto, lungi da me qualsiasi volontà di giudicare le scelte di chi, in questo deserto, invece farà proprio questo.

E allora, per chi? Allora voterò per Ali Rashid, Raniero La Valle e Angelica Gatti. Il primo è primo segretario della Delegazione palestinese in Italia; il secondo è un intellettuale che si batte con rara lucidità per la pace; la terza è una giovane donna che ha scelto di usare le sue energie per dare gambe e testa a questa proposta elettorale partita meritoriamente dal basso, senza nessun aiuto e senza alleati. Capisco perfettamente chi non ha troppa simpatia per Michele Santoro, o chi trova debole il progetto di questa lista: ma io penso che in questo momento drammatico per le sorti del mondo vada sostenuto chi sta con credibilità dalla parte delle vittime e della pace. Chi lo fa senza nessun tornaconto personale, anzi avendo tutto da perdere e nulla da guadagnare. Chi lo fa senza rischiare di trascinare al Parlamento Europeo partiti che neghino poi quella causa. Rischia di essere, questo, un voto perduto? Nel mio caso è un voto guadagnato, perché senza di loro avrei messo nell’urna una scheda bianca. E una delle ragioni per cui lo dico è perché spero che siamo in tanti, a fare questa scelta.

Sono perfettamente consapevole che le mie sono scelte deboli. Ma so anche che in una politica dominata dalla forza, dal cinismo, dall’interesse personale e dall’assenza di ogni progetto, l’unica possibilità di riscatto è cucire le nostre debolezze, le nostre piccolezze e le nostre mancanze. Cercando – parafraso Italo Calvino – in mezzo all’inferno ciò che inferno non è, dandogli spazio, facendolo vivere.

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