Anderlini: giusta la proposta di D’Alema di scegliere i candidati

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 3 giusto 2017

Pensiero dalemino del camelloporco del mattino. A la guerre comme au bouffet

Scartata la legge Acerbo per volere della consulta, e acquisito l’esito del referendum, avrebbero potuto convenire sul normale proporzionale con metodo Dont, com’era un tempo, o su una qualsiasi delle varianti in giro per il mondo. E invece, guarda caso, trovano l’accordo su questa assoluta novità. Che se ha qualcosa di tedesco è solo l’assolutismo prussiano. Una spruzzata di ‘grande signoria’ pomerana, come un tempo albergava oltre l’Oder, in salsa oligarchico-proporzionale.

Meglio, stando ai dispositivi tecnici un miscuglio di dispotismo signorile e di provincialismo italiano, visto che l’antecedente più vicino sembra essere, per ironia della sorte, il sistema in vigore nelle ‘abolite’ Province. Cioè un falso uninominale, ovvero un proporzionale senza preferenze.

Il punto di accordo saliente è infatti la possibilità dei capi-partito di nominare in via diretta i rappresentanti del popolo, riducendo il parlamento a manipoli di seguiti personali aggiogati al capo-bastone. Il controllo della rappresentanza, sino agli estremi dell’ossessione panoptica, essendo divenuto il problema fondamentale di partiti che non hanno alcun barlume di vita democratica e partecipata, se non, al più, degenerata in fittizi rituali plebiscitari. Forme grottesche di un dilagante cesarismo che ammette ormai solo varianti di specie. In questa miserabile varietà riassumendosi il pluralismo democratico.

Questa trimurtica convergenza (o quadrimurtica, se consideriamo anche la piccola signoria pseudo-lepenista) offre al camelloporco, a ben vedere, un vasto spazio di azione. E’ evidente infatti che la chiusura di forma politica apre contraddizioni clamorose sia nell’elettorato grillino che, soprattutto, del Pd. Rendendo palese il raggiro implicito nelle loro promesse democraticiste. E denegando, come nel caso del Pd, lo stesso impianto politico fondativo, sino alla suprema empietà di un accordo organico di governo con Forza Italia.
Tanto che lo stesso Veltroni, buon ultimo, ha dovuto levarsi con preoccupazione e incredula stupefazione dai sui ozi sportivo-letterari per lanciare un allarme. Già preceduto dai moniti parisiani e prodiani. Per non dire del passaggio da Bouvard e Pecuchet a Willy Coyote del meditabondo Cuperlo. Il centro-sinistra, l’Ulivo, e a maggior ragione il Pd ‘maggioritario’ alle ortiche. Rottamati tutti in un colpo. Anche loro.

In questo contesto non credo sia cosa intelligente perdersi a stigmatizzare a ogni piè sospinto l’essenza caduca di Pisapia il federatore. E’ evidente che ogni tentativo di insufflare vitalità in un rinnovato ‘centro-sinistra’ non ha allo stato attuale alcuna speranza. Ma la responsabilità del suo sterminio la lascerei per intero a Renzi e ai suoi accoliti, per gestire nel modo più utile (cioè nel senso della causa della ‘sinistra’) lo strascico del lutto. Portando il corteo funebre sin dentro le urne.

Giusta e sacrosanta, ma soprattutto efficace, la proposta di D’Alema di avviare delle consultazioni primarie nella selezione dei candidati e nel leader di programma. Essa taglia la testa al topo circa presunti federatori d’ufficio o negoziati di basso livello sulla ‘soglia’. Ma soprattutto si inserisce al meglio nella contraddizione in atto. Proponendosi il camelloporco, nelle forme della mobilitazione, in palese ed unica antitesi rispetto al dispotismo della trimurti Renzi-Grillo-Berlusconi.

Il camelloporco è un animale intelligente e carnale. Quando vede un bouffet apprecchiato non se lo lascia sfuggire. Il quasi sette per cento tributato a una lista unitaria di sinistra dai demoscopi fa ben sperare. Date al camelloporco il 10 % (e già che ci siete anche il 15) e solleverà il mondo.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.