Fonte: politicaPrima
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Raffaella Mauceri, giornalista con una sensibilità particolare per il problema violenza sulle donne, ha fondato a Siracusa, nel 2002, la “Rete Centri antiviolenza” che opera su tutto il territorio siciliano attraverso l’aggregazione di 22 associazioni.
I presidi antiviolenza offrono gratuitamente sostegno e aiuto legale, psicologico e sociale a donne e bambini vittime di maltrattamenti, abusi e gravi difficoltà. Un caso raro di efficienza e un esempio per il Paese intero.
Ma ciò di cui intendo parlare più approfonditamente riguarda l’iniziativa di Raffaella Mauceri per costringere la RAI a chiudere un programma televisivo dedicato alla violenza sulle donne che, per incompetenza degli autori e dei conduttori, viene ritenuto pericoloso. “Amore Criminale” è il titolo della trasmissione in onda su Rai3 da qualche anno, condotto da Barbara De Rossi insieme a Veronica De Laurentiis. E già proprio il titolo – afferma Raffaella – “è un esempio clamoroso perché contiene già nel titolo tale pericolosa incompetenza inquantoché parte da un assunto arbitrario, contraddittorio e assolutorio: che l’amore possa essere criminale”.
La tesi sostenuta ha, infatti, una sua validità scientifica avvalorata da uno studio condotto dalla dott.ssa Piera Serra della Psychology and Psychoterapy Research Society che già nel novembre del 2014 aveva inviato una lettera aperta alla Presidente della RAI, l’allora dott.ssa Anna Maria Tarantola, con questo oggetto: PRIMI ESITI DI UNO STUDIO RELATIVO AD ALCUNI POSSIBILI EFFETTI SUL PUBBLICO DI AMORE CRIMINALE, RAI.
Ovviamente anche quella lettera aperta non ha sortito alcun effetto, tanto è vero che dal 10 ottobre è regolarmente in onda la serie 2015 della trasmissione incriminata.
Questo è l’incipit della lettera aperta inviata da Piera Serra alla RAI nel 2014. “Amore Criminale, trasmissione rivolta a prevenire le violenze sulle donne attraverso la documentazione della sofferenza delle vittime e delle loro famiglie, nonché attraverso la condanna morale del comportamento degli aggressori e la cronaca delle condanne inflitte, potrebbe contenere elementi atti non solo a neutralizzare l’effetto benefico desiderato, ma addirittura, qualora lo spettatore sia un uomo che desidera uccidere la partner o l’ex-partner, esitare in effetti in qualche modo controproducenti”.
E ancora. “La pretesa che esse furono dettate dalla passione amorosa; La loro spiegazione come esito di un momento di discontrollo o follia; L’interpretazione di tale discontrollo o follia come innescati da qualche comportamento della vittima”.
Insomma credo che le motivazioni scientifiche ci siano tutte e per chi volesse approfondire meglio il tema questo è il link dello studio della dott.ssa Piera Serra.
Tutto questo per motivare l’invito a tutti i lettori di questo articolo e di PoliticaPrima per sostenere l’iniziativa di Raffaella Mauceri che ha promosso, sul sito change.org, la petizione: CHIUDIAMO I PROGRAMMI INCOMPETENTI E PERICOLOSI SULLA VIOLENZA ALLE DONNE proprio per chiedere la chiusura della trasmissione televisiva. Per farlo basta collegarsi al sito cliccando qui e firmare la petizione. Credo sia una iniziativa doverosa e da sostenere senza alcun dubbio.
C’è bisogno, infatti, di programmi seri. Abbiamo bisogno di programmi che spieghino cosa fanno i centri antiviolenza e soprattutto c’è bisogno di spiegare come le case protette salvano le donne in pericolo. C’è bisogno insomma di una sana informazione, di iniziative formative che possano stimolare una crescita culturale per una maggiore consapevolezza sul grave problema della violenza sulle donne.
Dobbiamo fare di tutto perché le nuove generazioni possano crescere in una dimensione di rapporti sociali fondati sul pieno rispetto della persona senza alcuna distinzione di sesso. Perché l’amore, mai, e poi mai può trasformarsi in crimine. E un femmicidio è un atto gravissimo, severamente da punire, e che non può essere associato a sentimenti di amore, di gelosia o di possesso per la donna vittima della violenza.