Allen e Beatrix Gardner e Washoe

per tonigaeta

di Antonio Gaeta, 23 luglio 2018

Quando negli anni successivi il noto filosofo, linguista e attivista politico, Avram Noam Chomsky, pubblicò una serie di sue riflessioni, che avvaloravano le teorie cartesiane sul linguaggio (*), ad Allen e Beatrix Gardner (leggi Washoe) sembrò cadere il cielo addosso.

Sempre più lucidamente, infatti, le pubblicazioni di Noam Chomsky stabilirono le regole linguistiche, che vanno sotto il nome di Grammatica Universale.

Nella sua tesi si tratta di “struttura” comune a tutti gli Homo Sapiens e, quindi, a tutti i popoli e relative culture linguistiche. Struttura che non ha origine da cambiamenti evolutivi, tipici del metodo di ricerca biologica di Charles Darwin, fondata sulla necessità dell’adattamento ambientale e sulla selezione naturale. Pertanto, tutti i tentativi di dimostrare la continuità evolutiva tra i primati, fino a Homo Sapiens, sembrarono crollare improvvisamente.

Qualche altro antropologo linguista, traendo spunto dalle tesi cartesiane di Noam Chomsky, asserisce che Homo Sapiens, sebbene esistente da circa 200.000 anni, solo da circa 50.000 abbia improvvisamente sviluppato una caratteristica verbale, che lo differenzia nettamente da tutti gli altri animali. Un po’ come dire che Charles Darwin abbia avuto ragione circa l’evoluzione delle specie viventi, ma per quanto riguarda l’essere umano soltanto fino a 50.000 anni fa.

Da allora la battaglia per scoprire ed evidenziare la continuità evolutiva di Homo Sapiens rispetto alle altre specie si é complicata, sebbene tutt’oggi in atto con buoni argomenti, che a mio avviso demoliscono la teoria della Grammatica Universale.

Ammettere che Homo Sapiens fosse destinato ad essere “speciale” equivale a danneggiare (se non distruggere) l’impostazione scientifica evoluzionista, con enormi conseguenze sul piano culturale: ovvero sulle consapevolezze sociali e individuali circa le vere potenzialità umane. Basti pensare al rapporto con l’Ambiente in senso lato, ma anche specifico !

A fronte di un Papa Francesco, che definisce quella di Adamo ed Eva una leggenda, in tutto l’Occidente si rafforzano le convinzioni “creazioniste”, nonché quelle conseguenti sulla superiorità della “razza bianca”: convinzioni che riecheggiano disastrosi slogan, come quello di “Dio, patria e famiglia”, di chiara impostazione culturale patriarcale e, quindi, di origine ariana (**).

Come si può capire, la teoria della Grammatica Universale costituisce una grande contraddizione per un attivista anarco-socialista, quale é stato Noam Chomsky, che pure ha sempre sostenuto la validità delle scoperte scientifiche di Charles Darwin.

Pertanto, cerchiamo di capire di più e di sostenere i tentativi di ricerca, anche domestica, come quelli di Allen e Beatrix Gardner !

NOTE:

(1) – Tesi cartesiane. Un aspetto di notevole interesse dell’argomento di René Descartes, in italiano Renato Cartesio, é che la specialità degli esseri umani in natura sia fortemente intrecciata con il possesso del linguaggio verbale: “Il principale motivo che può convincerci che le bestie sono prive di ragione sta nel fatto che, ..omissis.. non si é mai osservato che una bestia sia giunta al grado di perfezione, da usare un vero linguaggio, cioé da indicare con la voce e con segni qualcosa che possa riferirsi al pensiero.. omissis.. La parola, infatti, é l’unico segno certo del pensiero nascosto nel corpo e di essa si servono tutti gli uomini, anche più stupidi e insensati !”

(2) – Vedi “Origini, sviluppi e limiti delle società patriarcali” in Nuovatlantide:https://www.nuovatlantide.org/origini-sviluppi-limiti-delle-societa-patriarcali/

WASHOE (di F. Ferretti)

Washoe era una scimpanzé di 1 anno, che Allen e Beatrix Gardner, nella metà degli anni ’60 dello scorso secolo, sottoposero a un particolare esperimento.

Per mettere alla prova Washoe essi crearono situazioni in cui la scimmietta aveva bisogno dell’aiuto di loro, che per comunicare utilizzarono il linguaggio dei sordo-muti. Nel test della BAMBOLA Susan inciampò «involontariamente» nella bambola di Washoe. Ed ecco tutte le sue reazioni: “SU SUSAN, SUSAN SU, MIA PER FAVORE SU, DAMMI BAMBINA, PER FAVORE SCARPA, ANCORA MIA, PER FAVORE, PER FAVORE SU, ANCORA SU, BAMBINA GIU’, SCARPA SU, BAMBINA SU, PER FAVORE ANCORA SU E TU SU.

La piccola Washoe usava i segni del suo vocabolario, che erano pertinenti con la situazione e non li combinava mai in modo illogico. Questa capacità di comporre i simboli (nella scrittura rappresentati dai segni) in modo da trasmettere un significato, cioé in unn senso logico, é esattamente ciò che i linguisti definiscono come sintassi: una capacità tipica della comunicazione verbale umana.

Una delle critiche solitamente rivolte a Fotus fu che Washoe rappresentasse un caso isolato e irripetibile: uan genio con capacità del tutto fuori dalla norma. Per rispondere a tali critiche, Fotus pensò di estendere le sue ricerche a un numero più ampio di scimpanzé. Per dar corpo a questa idea, egli iniziò ad impartire una serie di «lezioni a domicilio» a un gruppo di scimpanzé allevati in famiglia.

William Lemon (direttore del Primates Center) era uno psicoterapeuta con l’idea che molti pazienti potessero trovare rimedio alle proprie difficoltà. Per questo motivo a Norman, in Oklaoma, diverse scimmie vivevano in casa, allevate in famiglia umana. Il caso di Lucy divenne così famoso, da fare in breve tempo il giro del mondo.

I risultati più interessanti sul piano grammaticale vennero, però, da Ally, uno scimpanzé affidato a Sheri Roush: un’altra paziente di Lemon. Nel 1970, quando iniziò a imparare la lingua a segni, Ally aveva 1 anno. All’età di 3 anni Fotus lo scelse per verificare se fosse in grado di capire frasi composte da abbinamenti di segni, che non aveva mai usato in precedenza. Nell’esperimento la scimmia doveva prendere un oggetto in una scatola e posarlo in una zona della stanza o consegnarlo a uno degli sperimentatori. Le richieste furono del tipo: ALLY METTI PALA NELLA BORSA O DAI BILL SPAZZOLINO DA DENTI.

I risultati furono molto incoraggianti: nel momento in cui le venivano fatte richieste vecchie e nuove Ally rispondeva correttamente il 61% delle volte.

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