di Luigi Altea, 4 gennaio 2017
Gli ottimisti sono quelli che più facilmente rischiano di essere smentiti e di restare delusi.
Di questi tempi, per andare non sul sicuro, ma almeno sul probabile, e riuscire ad essere « confortati » dagli eventi, bisognerebbe fare i profeti di sventure.
Ci siamo appena scambiati gli auguri e già abbiamo ricominciato la conta dei morti, degli amputati, dei feriti.
Non ci lasciano neppure un po’ di tempo per essere felici.
Le catastrofi non saranno in arrivo, ma il nuovo anno non le ha certo allontanate…
Sui più potenti troni della terra siedono, e siederanno tra breve, personaggi i cui propositi, e la cui storia, non li annoverano di diritto tra i facitori di pace.
Il mondo va incontro ad un’instabilità sempre maggiore, che si aggiungerà alle crisi mai superate, alle guerre sempre perse, al terrorismo diffuso, alle migrazioni senza fine…
L’Europa e i singoli paesi europei dovrebbero fronteggiare tutto ciò con le loro migliori risorse; con le donne e con gli uomini più capaci e più competenti. Possibilmente dotati di un personale carisma, e cioè di quel qualcosa d’indefinibile, quel supplemento dell’anima che distingue, protegge, rassicura, produce energia, genera speranza.
Ma non è così.
Un po’ ovunque prevale la tendenza a confermare la squadra che perde.
E’ pressoché generale la rincorsa al mediocre o al peggio del peggio…
Da noi dovrebbe destare molta preoccupazione constatare che le tre maggiori forze politiche hanno come ”leader” Renzi, Grillo e Salvini…
Altrove le cose non vanno molto meglio.
Eppure abbiamo quasi il dovere di credere che un mondo migliore sia possibile
“Sia” possibile.
Al congiuntivo, perché credere è un verbo dubitativo…