Fonte: Limes
Conversazione con Aleksandr Lukin, direttore del dipartimento Relazioni internazionali all’Higher School of Economics di Mosca.
Mosca e Pechino continueranno a guardarsi le spalle a vicenda e cercheranno di approfondire la loro collaborazione. La strana coppia entrata in scena qualche anno fa per contrastare l’egemonia statunitense oggi è un po’ meno insolita. Il conflitto in Ucraina la sta compattando e spingendo verso quella partnership «senza limiti» evocata già prima che il Cremlino desse il via all’invasione. In Russia e in Cina l’escalation militare è imputata alla pressione esercitata dalla Nato ai confini occidentali della Federazione. In ambo i paesi si ritiene inoltre che una volta saldato il conto con Mosca l’Occidente – appendici asiatiche comprese – punterà a ridimensionare le ambizioni di Pechino per ripristinare il «momento unipolare» americano.
Russia e Cina devono unire le forze e spalleggiarsi. Per questo Mosca ha potuto spedire in Ucraina parte delle truppe acquartierate in Siberia e nel suo Estremo Oriente 1, lasciandovi il presidio più scarno dai tempi dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica 2. Le due potenze eurasiatiche fanno quadrato contro l’espansione dell’Alleanza Atlantica a est e la creazione di coalizioni anticinesi nell’Indo-Pacifico, dicendosi pronte a integrare l’Unione Economica Eurasiatica a guida russa con le nuove vie della seta cinesi (Belt and Road Initiative).
Non è facile. Relegata ai margini da un’Europa ostile, Mosca si è volta a oriente calibrando però le aperture alla Cina per non restarne schiacciata. Ha riannodato il rapporto col Giappone, commerciato con il Vietnam e continuato a vendere armi all’India, non proprio amici della Repubblica Popolare. Ha imbastito con Pechino rapporti cauti in regioni che considera di vitale importanza, come l’Artico e l’Asia centrale. Ha sviluppato le condotte energetiche (gas e petrolio) verso la Cina, ma coltivato il mercato europeo.
La crisi ucraina può costringere Mosca a ingoiare qualche rospo pur di mantenere salda la collaborazione con il vicino orientale. Ma ci vorrà tempo per riorientare l’economia e l’approccio culturale della Russia, da sempre rivolti a ovest. In campo economico il rapporto tra i due colossi ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e oggi Pechino è il principale partner commerciale di Mosca. Dal 2010 il volume degli scambi è cresciuto del 167%, del 35,9% solo lo scorso anno, superando i 146 miliardi di dollari 3. Ma la Russia non è un socio vitale per la Cina: l’interscambio è appena un decimo di quanto Pechino realizza con Stati Uniti e Unione Europea e se la Repubblica Popolare assorbe il 14% delle esportazioni russe, Mosca si ferma al 2% di quelle cinesi 4.
La Russia è il secondo fornitore di petrolio e gas (dopo, rispettivamente, Arabia Saudita e Turkmenistan) della Cina, ma questa può diversificare gli approvvigionamenti in Asia mentre Mosca è destinata a servirla. Pechino può dunque dettare i prezzi, specie se riempisse il vuoto lasciato dall’Europa. Ancor più tempo occorrerà ai russi per conoscere a fondo l’«amico» orientale e fidarsene appieno.
Da qui l’annoso dibattitto russo tra chi paventa una sudditanza a Pechino e chi crede che la coppia eurasiatica riuscirà a integrarsi in modo paritario, arginando lo strapotere americano.
LIMES Qual è oggi l’immagine della Cina in Russia?
LUKIN I russi che hanno un atteggiamento positivo verso la Cina e la considerano un paese amico sono in costante crescita: oggi rappresentano circa il 70% della popolazione, negli anni Novanta erano appena il 15-20%. In parte è il risultato della propaganda di Stato, in parte del costruttivo approccio cinese che si avvantaggia dell’ostilità di Stati Uniti ed Europa.
LIMES I russi conoscono la Cina?
LUKIN Il grosso della popolazione russa la conosce poco. Secondo un sondaggio del 2018, il 45% non ha mai letto o sentito nulla sul vicino. Ma essendo la Cina il primo partner commerciale da oltre un decennio, in Russia si sono formati ambienti sociali e professionali che la conoscono bene: dipendenti di aziende che vi hanno vissuto a lungo, studenti che imparano il cinese e la visitano periodicamente, residenti delle regioni di confine che fanno affari con il commercio transfrontaliero. Oggi nella Federazione è difficile trovare una regione, una città, un’impresa o un’università che non abbia partner cinesi.
LIMES I russi sono pronti a considerare la Cina un paese amico e a tagliare i ponti con l’Occidente?
LUKIN Nella coscienza russa l’amicizia con la Cina non è subordinata alla rottura dei legami con l’Occidente. Secondo i sondaggi, i russi vorrebbero interagire e collaborare con l’Europa forse anche più che con la Cina. Dal punto di vista turistico, ad esempio, il Vecchio Continente è molto più gettonato. I russi, pertanto, non vogliono dover scegliere. È l’Europa che recide i legami con la Russia, non viceversa.
LIMES Persistono timori di un possibile revanscismo cinese per i territori annessi dall’impero zarista?
LUKIN Negli ultimi anni queste paure sono notevolmente diminuite, ma la fobia è usata per scopi politici dai filo-occidentali che considerano la Cina un nemico totalitario e dai nazionalisti più accesi che percepiscono tutti come nemici. Entrambe le forze sono però marginali, la maggioranza della popolazione non ne condivide le posizioni.
LIMES Quali sono i limiti di una cooperazione culturale tra Russia e Cina?
LUKIN La Cina è una società chiusa. La censura è in aumento, quindi non tutte le opere artistiche e letterarie russe sono ammesse. In Russia l’interesse per la cultura cinese è di nicchia, coinvolge solo una piccola porzione della popolazione: difficile che un film cinese faccia il tutto esaurito. La cultura cinese, soprattutto quella moderna, è ancora troppo esotica per i russi. Ma la situazione sta gradualmente cambiando, sempre più persone si mostrano interessate.
LIMES Quali invece i limiti di una cooperazione geopolitica?
LUKIN Nella situazione attuale, con l’Occidente frontalmente opposto a Russia e Cina, la cooperazione geopolitica appare illimitata. Vi sono certo differenze nell’approccio alle questioni internazionali, inoltre Pechino non ha ancora assunto una posizione definita sull’operazione militare russa in Ucraina. Ma i suoi capisaldi sono chiari. Primo, tutela dell’integrità territoriale degli Stati e zero tolleranza per i separatismi. Non a caso il Partito comunista cinese sottolinea che Ucraina e Taiwan non hanno nulla in comune, perché la prima è uno Stato sovrano mentre la seconda è considerata parte integrante della Repubblica Popolare.
Secondo, la Russia è il partner più importante della Cina nel confronto con gli Stati Uniti. Pertanto, gli appelli degli americani a Pechino affinché li assista nel tentativo di strangolare Mosca difficilmente saranno accolti. I cinesi sanno bene che finito con la Russia, Usa e Nato raddoppieranno gli sforzi contro di loro. Improbabile che possano essere intimiditi dalle sanzioni, perché il sostegno agli Stati Uniti sarebbe un suicidio per la dirigenza cinese. L’approccio americano è condensato in un tweet di Liu Xin, conduttrice del canale in lingua inglese Cgtn: «Aiutami a combattere il tuo amico in modo che poi possa dedicarmi a combattere te».
LIMES Dunque la Cina non vuole una Russia debole.
LUKIN La Cina non trae alcun beneficio dall’indebolimento della Russia. Pechino le fornirà probabilmente tutta l’assistenza possibile, cercando di schivare le sanzioni secondarie statunitensi. Potrà fare concessioni nelle aree più delicate, come il settore bancario, nonché spingere Mosca a trattare. Ma la stretta cooperazione con la Russia è e sarà basata su interessi specifici, più che su una visione comune dell’ordine mondiale. Pertanto è una cooperazione salda, concreta.
LIMES La Russia dipenderà sempre più dalla Cina?
LUKIN Se la situazione interna e la politica estera della Federazione non cambiano seriamente, la Russia farà più affidamento di prima sulla cooperazione con la Cina, unico grande paese a mantenere scambi significativi con Mosca e a non aver introdotto sanzioni antirusse.
LIMES Cosa significa cooperazione «senza limiti»?
LUKIN È solo uno slogan. Ogni amicizia ha dei limiti. Ma la cooperazione russo-cinese si rafforzerà perché gli Stati Uniti e i loro alleati non possono consentire l’ascesa di altre grandi potenze. Inoltre, nel campo dell’economia e del commercio non hanno lasciato altra scelta alla Russia.
LIMES La Cina può sostituire il mercato europeo per la Russia?
LUKIN La Cina può in qualche misura sostituire il mercato europeo, ma non subito e non del tutto. Il processo di riorientamento verso Pechino è però in corso, la quota cinese nel commercio estero della Russia è in crescita mentre quella europea è in calo. Probabilmente la Cina supererà l’Ue, anche perché offre quasi tutto ciò di cui Mosca ha bisogno a eccezione di alcuni prodotti, come i semiconduttori. In passato la Russia ne acquistava molti in Europa in virtù dei legami con il Vecchio Continente, ora dovrà rivolgersi alla Cina e ad altri paesi amici, come India o Vietnam.
LIMES La Cina può assorbire il gas e il petrolio che la Russia fornisce all’Europa?
LUKIN Oggi forse no, ma la domanda cinese è in costante crescita e Bruxelles non potrà abbandonare bruscamente petrolio e gas russi. Mosca si sta riorientando verso la Cina e verso altri mercati asiatici e se gli europei decideranno di abbandonare completamente le forniture russe dovranno pagare molto di più per idrocarburi provenienti da Stati Uniti, Golfo o Africa.
LIMES La Russia si fida della tecnologia cinese?
LUKIN La Cina è un paese amico, non c’è motivo di diffidarne. Ma penso che verranno adottate precauzioni.
LIMES Pechino si sente ingannata dalla decisione di Mosca d’invadere l’Ucraina?
LUKIN C’è una certa insoddisfazione in Cina per il fatto che le azioni militari in Ucraina minano la stabilità mondiale, probabilmente le misure russe sono considerate troppo dure. Ma i cinesi sono ancora più insoddisfatti della politica statunitense, dell’espansione della Nato e dei tentativi di Washington d’imporre la propria egemonia. Pertanto la Cina sosterrà la Russia, cercando di far sì che non esca dal conflitto troppo indebolita ma anche che tale sostegno non la danneggi.
LIMES La relazione Mosca-Pechino è destinata a durare, o la Cina potrebbe trovare un accordo con l’America?
LUKIN Gli Stati Uniti perseguono da tempo una politica anticinese, a parole e nei fatti. I cinesi lo sanno, come sanno che in caso di indebolimento della Russia Stati Uniti e alleati si applicherebbero con maggior lena al contenimento di una Cina a quel punto isolata. Per questo reputo improbabile che si accordino con Washington in modo da danneggiare Mosca. Sarebbe autolesionistico.
LIMES Come incideranno sull’intesa russo-cinese gli attriti nelle zone di comune interesse, come l’Asia centrale e l’Artico?
LUKIN Non c’è attrito tra Russia e Cina in queste aree. Sono tutte invenzioni dell’Occidente.
Note:
1. V. Isachenkov, «Russia moves more troops westward amid Ukraine tensions», militarytimes.com, 18/1/2022, bit.ly/3qw7Og7
2. H. Brands, «The Eurasian Nightmare, Chinese-Russian Convergence and the Future of American Order», foreignaffairs.com, 25/2/2022, fam.ag/3NoA3qE
3. D. Nurieva, «Granicy zavisimosti: naskol’ko Rossija nuždaetsja sejčas v pomošči Kitaja» («I confini della dipendenza: quanto la Russia ha bisogno dell’aiuto della Cina»), forbes.ru, 12/3/2022, bit.ly/3IDA1rx
4. D. Prokof’ev, «Ostrov “Rossija”» («Isola “Russia”»), novayagazeta.ru, 3/3/2022, bit.ly/3tDW9hf