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di Vecchia Talpa 9 marzo 2016
Il Pil nominale dell’Italia, a fine 2015, era di 1636 miliardi di euro; mentre a fine 2007 (ossia l’anno precedente l’inizio della crisi) era 1609 miliardi di euro. Quindi, in 8 anni è aumentato di appena 27 miliardi.
E il debito pubblico?
Il debito, a fine 2007 era 1606 miliardi, mentre a fine 2015 ammontava 2170 miliardi, ossia 564 miliardi di euro in più.
Il grafico su mostra di quanto è variato il debito pubblico e quanto il PIL.
In soli due anni di governo Renzi il debito è aumentato di 80 miliardi (zona rossa).
Governi tutti senza eccezione alcuna ce ne hanno raccontate di balle e volendo essere buoni diciamo che non ne hanno azzeccata una.
I dati valgono meglio di qualsiasi discorso basta che li si guardi con occhio asettico e critico.
Ma due o tre considerazioni, mi sento di farle.
Il debito non è il male, ma va visto per quali fini e quali scopi lo si contrae. Il nostro debito è debito privato che è diventato dopo la crisi debito pubblico ed è tutto in conto interessi. Cioè paghiamo e ci indebitiamo per pagare gli interessi e contrarre altro debito. In una situazione di decrescita e di recessione (primo grafico) si vede che non riusciremo mai a produrre tanta ricchezza sufficiente a pagare il debito che continua a crescere, mentre la ricchezza prodotta continua a diminuire ( secondo grafico) e le tendenza in atto è ancora più pessimistica.
Tutti i governi che si sono succeduti da dopo la crisi sino a oggi si sono dimostrati, nei numeri e al di la delle ideologie, incapaci di dare non una svolta, ma nemmeno un freno alla tendenza che anzi è sempre più negativa. Ci raccontano favole, sprizzano ottimismo ( la fine del tunnel, ci siamo fermati dal baratro, e stendiamo un velo pietoso sulle narrazioni renziane) , in realtà non sanno che pesci prendere ( a voler essere ottimisti) e seguono pedissequamente ciò che ci viene imposto dalla UE ( che sono i veri governanti della situazione).
Non sono gli sprechi o le evasioni fiscali, che potranno mai coprire quel gap. Anche perché ci troviamo di fronte ad un avanzo primario di oltre il 4% di PIL Il problema non è il deficit , ma il debito!
Le opposizioni e in particolare il M5S che è il secondo partito in Parlamento non riesce ad andare al di là della fenomenologia, di quel che appare, di quel che è l’effetto, il precipitato di quei grafici sopra esposti. Se c’è corruzione, malaffare, espansione di malavita e concussione questa non è solo limitato al ceto politico, ma pervade trasversalmente e verticalmente tutti i ceti, tutta la società.
Se non si guarda fuori dal nostro giardino di casa se non ci si accorge che quelle forbici dei grafici non è farina del nostro sacco (che pure abbiamo dato una bella mano) , ma viene fuori dal nostro giardino. E se o si colpisce radicalmente questa dipendenza politica, sociale ed economica o tutti i governi che seguiranno saranno tutti rappresentati dal terzo grafico. Onesti, buoni, belli, giovani esperti e professionisti che possano essere.
Ed infine, rivolgendo uno sguardo a quel che è stata il sistema dei valori della sinistra politicamente espressi, non è che per forza centripeta che si possa riuscire ad aggregare scorie e schegge di quel che fu. Poichè il male viene da fuori è solo partendo da fuori, aggregando le forze popolari europee su una piattaforma unificante, appunto aggregando partendo dai bisogni e dagli interessi, questi si che sono riunificartici di tutto il popolo europeo. Syriza e Podemos hanno indicato un sentiero, poi si sono persi nella boscaglia. Occorre fare in modo che si riuniscano quei sentieri, in mille altri sentieri in una unica strada fuori dalla selva.
Dati e grafici dal blog di Paolo Cardenà