di Gian Franco Ferraris – 15 giugno 2016
Se abitassi a Roma voterei senza dubbio Virginia Raggi e, a Torino, Chiara Appendino. Non ho alcuna intenzione di dare ‘consigli’ sui ballottaggi perchè ognuno ha la propria sensibilità umana e politica.
Penso, tuttavia, che dare anche solo un piccolo voto a Renzi in questa situazione sia un gesto di puro autolesionismo, infatti, se il Pd passa indenne le elezioni comunali, l’abominio costituzionale combinato con l’italicum diventa un vero pericolo per gli italiani.
Io sono nato di sinistra e pure i miei avi hanno sempre votato la sinistra, ma trovo profondamente sbagliati gli appelli al soccorso dei candidati Pd contro il populismo. Sarebbe meglio riflettere sulle conseguenze del voto di domenica sul referendum di ottobre che Renzi ha elevato a plebiscito su di sè e sulla sua politica; mi dovrebbero poi spiegare dove si nasconde la sinistra nelle politiche economiche e sociali del PD e che cosa le distingue dalla destra populista.
Un secondo motivo mi indurrebbe a scegliere le candidate del M5S. Penso che la legge per l’elezione dei sindaci sia decorosa (molto meglio del porcellum, dell’italicum, delle leggi elettorali delle regioni) dato che comporta di votare al primo turno per chi ti rappresenta e al ballottaggio per il meno peggio.
Se votassi a Roma, al secondo turno sceglierei dunque Virginia Raggi, perché è vitale – dopo l’impressionante disastro combinato da Matteo Renzi e Matteo Orfini che, dopo i gravi scandali delle amministrazioni Pd/Pdl in modo consociativo con mafia capitale, è culminato nella defenestrazione di Ignazio Marino con le firme dei consiglieri PD e destra dal notaio. E’ davvero auspicabile che sul Campidoglio tiri un’aria radicalmente nuova.
Ritengo, inoltre, un valore assoluto la scelta della Raggi di Paolo Berdini assessore all’urbanistica, non solo un uomo di sinistra ma anche un inflessibile avversario degli eterni palazzinari romani.
Anche a Torino sceglierei la candidata del Movimento 5S, Chiara Appendino. Fassino e il Pd piemontese rappresentano un caso esemplare di quanto è accaduto nel Pd: i notabili e gli apparati locali del Pd, pensando che con Renzi si vince, hanno esasperato la frattura tra Poteri e cittadini e ci hano riportato al sistema feudale. Il PD si è rapidamente trasformato in una macchina per la gestione del potere locale (acqua, rifiuti, trasporti), con un’ampia alleanza che va dai notabili ex Pdl agli ex assessori di Sel, timorosi di perdere qualche posticino di sottogoverno e lontani quanto mai dai problemi delle persone in carne ed ossa.
A inacidire la campagna elettorale torinese è intervenuta a gamba tesa la ministra dell’economia (?) Boschi; “Se vince l’Appendino, Torino perde 250 milioni stanziati dal governo per creare il parco della salute…”. La risposta puntuale di Chiara Appendino non si è fatta attendere “Mi stupiscono le affermazioni della Boschi che dicono che se vincono i Cinque Stelle non arriveranno i finanziamenti. Mi pare che il Pd tratti i soldi dei cittadini come se non fossero dei cittadini ma del partito. Io mi siederò ai tavoli istituzionali e sarò sindaco dei torinesi. Dialogherò e mi auguro che gli altri si comportino di conseguenza. Non credo che un governo possa fare differenze in base al partito. Sarebbe un ricatto”.
e alla fine sono arrivate le mezze scuse della Ministro:
@c_appendino Governo sostiene progetto e conferma finanziamento. Mi piace questa sua posizione,diversa da prima. No polemiche,buona domenica
.@meb apprezzo suo passo indietro. La mia posizione è sempre stata coerente.
Nello scontro tra Appendino e Boschi si inserisce Parisi che, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, afferma: “Torino dovrà avere le stesse opportunità di finanziamento come qualsiasi sindaco, questo mi sembra del tutto evidente. Boschi è il ministro delle Riforme istituzionali e dovrebbe stare un po’ più attenta a quel che dice e occuparsi meno delle campagne elettorali e fare di più il ministro della Repubblica…”.
Inoltre Parisi parla di “strumentalizzazioni volgari” da parte del Pd a proposito della vendita con il Giornale del Mein Kampf di Hitler:
“Penso che sia molto grave da parte di persone come Fiano, che è della comunità ebraica, e come la ministra Boschi, che ha parlato poco fa, affiancare la mia faccia a quella di Hitler e dire che da parte nostra ci potrebbero essere delle tendenze, e che questa è stata un’operazione per prendere i voti dei nazisti, che poi a Milano non ci sono. Mia moglie è ebrea e le mie figlie sono ebree e ho messo dei muri molto chiari sull’antisemitismo durante la campagna elettorale”. (dal diario Fb di Manuela Sorrenti).
Ritengo la risposta ferma di Parisi appropriata. A Milano voterei in modo convinto Parisi, non tanto perchè sarebbe un piccolo atto di legittima difesa per il pasticcio che hanno combinato Pisapia e Renzi ma perchè sono certo che Parisi è una persona seria e competente, idonea a fare il sindaco di Milano, al contrario di Giuseppe Sala che si ostina a vestire male abiti non suoi. Ora il voto di Milano è quello in cui Renzi si è messo più in gioco, ha scelto Sala per mettere in campo il partito della Nazione e per consolidare il suo profilo di leader magmatico nè di destra nè di sinistra, ma se a Milano vincerà Parisi, si apriranno delle crepe nella politica di Renzi che lo condurrà a una rapida sconfitta. Al di là della politica nazionale, Stefano Parisi è un candidato assai forte: serio, non dice balle, è competente, non si dà arie e si assume responsabilità. La coalizione che lo appoggia ai miei occhi è indigesta e non potabile ma è uno dei migliori candidati a sindaco di questi 25 anni tristerelli per l’intero Paese Italia.
1 commento
Un ragionamento che condivido, quasi del tutto. A Milano forse non voterei proprio. Ma “ho tempo” ancora un giorno e mezzo per riflettere