A un piddino che per difendere Casini la butta sulla corruzione

per pinosan

di Pino Sansò – 2 febbraio 2018

A fronte di un post che la butta sull’ironico:

 “Rispetto per i vecchi&buoni D.C., ma voglio vederli quelli delle Sezioni,delle feste Unità,di”Bella Ciao”….votare per Casini !!”

 Leggo il commento di una persona diciamo… piddina: “Forse chi, allora, ha fatto tutte quelle belle cose comportandosi da peggio DC, lo farà. Così prenderà tantissimi voti. 😉”

 So bene che ci troviamo in un tempo di codici sottintesi, allusioni e misteri, ma mi accingo a chiedere “Temo di cominciare a perdere colpi, ma davvero non ho capito il senso delle tue parole. Lo dico sinceramente”.

 Ecco il chiarimento: “Ho conosciuto molti, troppi “compagni” che si comportavano come altrove veniva accusata la DC di fare. ( spinte, lavoro a “tessera”). Devo spiegarmi meglio? Nomi non ne farò, ma questo andazzo degli anni 80 – 90 a Livorno e zone limitrofe ha condizionato-rovinato la mia vita. Devo averne nostalgia? Devo avere il paraocchi? Devo condannare Casini? Molti di coloro che lo fanno predicano bene e “hanno razzolato” male. Mi sta bene guardare avanti ma nostalgia della zuppa, No!”

 Ho approfittato di questa occasione per esprimere il mio parere su alcuni spetti dell’attuale situazione politica.

Grazie per il tuo chiarimento, XXXXX.

Comprendo perfettamente la tua ragionevole amarezza. In quei decenni stavo a Genova e in una città quattro volte più popolosa si avverte meno la mano dei Partiti negli intrallazzi locali. Ma immagino, e qualcosa avvertivo.

Tuttavia, trattandosi di una (corretta) affermazione pubblica, la tua, ed appartenendo noi alla stessa agorà, sento di poter aggiungere una mia osservazione.

Credo che la corruzione, in maggiore o minore misura, abbia razzolato in ogni epoca ed in ogni sistema politico ed amministrativo, alle spalle delle istituzioni e soprattutto dentro di queste. L’antico Egitto dei faraoni, la Grecia dei pensatori, Roma imperiale e la Firenze dei Medici, i giovani stati nord americani: questa breve e incompleta carrellata non dubitando che tu ne sia consapevole, quanto per il brivido, la suggestione che mi provoca evocarla.

Al di là, al di sopra della corruzione i centri di potere, le fazioni politiche, i Senati ed i Consigli, le famiglie potenti, infine i Governi hanno promulgato leggi che -a parte l’aggiramento da parte di accorti manipolatori- hanno regolato la vita della popolazione favorendo gli interessi di alcuni oppure di altri, del Popolo oppure dei Signori, in direzione democratica oppure autoritaria, rafforzando il potere oppure stemperandolo, aiutando i deboli o confermando i forti.

Credo che oggi si possa cogliere il senso di una novità politica come “il partito” di Grillo proprio nell’intuizione della continuità storica della corruzione e del conseguente scontento (generale) da parte di coloro che si sentono esclusi dal banchetto partitico. Le persone (gli elettori) prima raccolte con diverse sfumature nei concetti storici di “sinistra” e “destra”, oppure “conservatori” e “progressisti”, con il movimento dei cinque stelle vengono rastrellate dallo scontento che ha caratteri molto più decisi e diffusi e sensibili. Una intuizione geniale che nasce, appunto, dall’esistenza storicamente a-temporale della corruzione.

(Sono certo che nel programma di questo Movimento ci siano propositi onestamente condivisibili nella lotta contro quella vera piaga sociale, ma intorno a questi -propositi- sarà difficile leggere prese di posizione efficaci e fattibili, proprio perché la dismissione di concetti come Destra e Sinistra (una faccenda alla moda, ma io continuo a pensare che questa distinzione politica sia ancora attuale, eccome!) non può tuttavia prescindere da realtà come ricchezza e povertà, protagonismo e marginalità, opportunità e disfatta sociale, crescita e stagnazione, collettivismo e individualismo, cultura e incultura indotte)

Dunque, se sono riuscito a non perdere il filo, a prescindere della corruzione diffusa dietro la facciata di qualsiasi fazione politica di destra, di sinistra o di centro, esiste un legiferare che, spero bene, è coerente con il posizionamento di quella fazione nell’arco parlamentare. Oppure, meglio, le scelte politico amministrative pongono una parte politica in un punto facilmente individuabile dell’arco parlamentare.

Se così stanno le cose e pur ammettendo che ognuno ha diritto di cambiare opinione (e collocazione) politica, se cerchiamo di conservare memoria delle scelte dei partiti dal dopoguerra ad oggi, mi pare singolare che venga accolto e promosso in un sedicente Partito democratico (sic!) un personaggio che a suo tempo aveva sostenuto una (e più di una) parte politica con una visione dello Stato assai diversa da quella del PD e con discutibili scelte amministrative. Per esempio riguardo a fiscalità, libertà e diritti. (il sic! È dovuto al fatto che il motivo del mio abbandono, dopo infiniti anni, è stato causato proprio dalla mancata raccolta delle opinioni della Base nella formazione delle decisioni del Centro e dall’insignificanza con la quale, evidentemente, venivano accolte).

Alle prossime elezioni politiche darò il voto a “Liberi e uguali” perché trovo che sia il meno peggio. All’interno di questo c’è “Possibile” per il quale sono tesserato e che qualche filo di speranza mi dà, proprio per la ragionevolezza del suo dibattito interno, per la democraticità nella formazione delle linee guida, per la genuinità di persone come Civati. Quanto alla corruzione… Non credo che la soluzione sia un Partito anticorruzione e il tempo lo dimostrerà. Quanto a Casini… francamente la cosa non mi riguarda più, però non riesco a frenare l’amarezza di un ulteriore passo verso lo snaturamento renziano del partito della speranza.

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