Accorato appello di Celeste Ingrao alla Sinistra: comportamenti limpidi per le elezioni a Roma

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Celeste Ingrao
Fonte: facebook

Celeste Ingrao – 9 marzo 2016

Scusatemi se sarò lunga, ma su questa questione della candidatura per le elezioni di Roma si gioca molto del futuro di Sinistra Italiana, e anche della sinistra in generale.
Della sinistra in generale perché se non si dovesse riuscire ad accordarci per una candidatura comune e si dovesse andare alle elezioni con DUE candidati, oltre a condannarci alla assoluta irrilevanza ci renderemmo semplicemente ridicoli.
Detto ciò, un candidato al momento la sinistra ce l’ha. E’ Stefano Fassina. Può non piacere come si è candidato (a me non è piaciuto). Si può legittimamente pensare che altri candidati sarebbero migliori di lui. Ma non si può non dargli atto di essersi impegnato a fondo, in questi ultimi mesi, per la città, girando le periferie, entrando in rapporti positivi con tante realtà di base e costruendo un programma credibile. E di aver chiarito in innumerevoli occasioni che la sua candidatura è inequivocabilmente e decisamente ALTERNATIVA al PD. Respingendo al mittente le pressioni di chi, anche dentro SEL, gli chiedeva di candidarsi alle primarie del PD.
Ci sono in campo altre candidature? Si parla insistentemente in queste ore di una candidatura di Massimo Bray, già ministro della cultura con il governo Letta. Persona certamente seria e rispettabile e che alcuni ritengono (non mi è chiarissimo su che basi) che potrebbe raccogliere maggiori consensi a Roma. Benissimo. Se Massimo Bray deciderà di presentarsi – cosa ancora tutt’altro che sicura – l’unica strada percorribile è quella di fare una sorta di primarie all’interno della sinistra. Fassina si è già detto disponibile a questo tipo di confronto.
Quello che non è ammissibile è che si chieda a Fassina di ritirarsi a priori, non si capisce in nome di che. Anche perché sulla nascita della candidatura Bray pesano, al di là del valore della persona, molte ombre. Si dice, con qualche plausibilità, che dietro alla candidatura ci sia Massimo D’Alema, che la vede come una possibilità di disturbare Renzi, senza peraltro spendersi in prima persona. E’ certo invece che il nome di Bray sia fortemente sostenuto da quei pezzi di SEL che volevano a ogni costo fare l’accordo con il PD e si preparano a sostenere Giachetti al ballottaggio. Non è chiaro in questo scenario quali siano i motivi, a parte la stima personale, di un probabile appoggio di Civati a Bray; né è chiaro se Possibile di Roma appoggi questa scelta.
In un quadro di questo genere, pieno di si dice, di articoli di giornale che pescano nel torbido, di dichiarazioni che dicono e non dicono, una sola cosa è per me chiarissima. Si deve svolgere una discussione PUBBLICA e APERTA, che coinvolga alla pari dirigenti e militanti. Quelli che fanno o facevano parte di SEL, ma anche tutti coloro che, da “cani sciolti” come me, sono interessati a impegnarsi in Sinistra Italiana. E quelli che si stanno comunque impegnando per Roma, come Possibile o Contaci.
Se non riusciremo a gestire in maniera trasparente questo passaggio, non solo perderemo le elezioni (che probabilmente perderemo lo stesso) ma daremo un colpo mortale alla nascita di un nuovo soggetto politico a sinistra.

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3 commenti

Stefano 10 Marzo 2016 - 14:25

Hai ragione che occorre un percorso trasparente e condiviso, tuttavia ritengo che sarebbe importante coinvolgere persone rispettabili come Massimo Bray per non essere confinati nella riserva indiana della sinistra radicale….e litigiosa

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Valentina 10 Marzo 2016 - 18:14

Bray, Fassina e Marino sono 3 buoni candidati, mi pare che dal punto di vista speculativo Bray avrebbe il vantaggio di essere più civico e potrebbe avere più pescaggio elettorale. Ma l’importante è intraprendere un percorso condiviso e non settario

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Domenico Garbarino 10 Marzo 2016 - 18:51

Ottimismo della volontà, pessimismo della ragione

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